Ci sono innumerevoli beneficiari dell’Assegno di Inclusione che a ottobre non hanno ricevuto nulla. In pratica, non hanno ricevuto il tanto atteso sussidio. Un problema che deriva dai controlli che l’INPS ha effettuato. Mettendo in sospensione diverse domande di Assegno di Inclusione per accertamenti. Ma niente paura. Se la sospensione veniva fuori da una particolare situazione, una volta risolta novembre diventa il mese in cui al posto di una sola ricarica, come sempre il 27 del mese o giù di lì, ne arriveranno due.
“Buongiorno, sono una beneficiaria di Assegno di Inclusione in quanto ragazza madre di un figlio disabile. I soliti 900 euro circa di sussidio non mi sono arrivati ad ottobre. Stando a quanto ho compreso, non mi ero presentata ai servizi sociali del mio Comune nei 90 giorni. A me nessuno mi ha chiamato e quindi non sapevo nulla. Comunque il 30 ottobre, dopo che mi sono resa conto di quale era il problema, ho provveduto ad andare ai servizi sociali del mio Comune. Mi hanno detto che era tutto a posto adesso. Però ho controllato il 12 novembre sulla carta e ricariche ancora niente. Che succede, ottobre l’ho perso? Non lo prenderà più?”
A novembre due pagamenti per l’ADI, ecco a chi spettano
Ultimamente le segnalazioni di sospensione dell’Assegno di Inclusione da parte dei beneficiari del sussidio sono davvero tanti. E naturalmente molto cambia da caso a caso. Ed molte volte la sospensione dell’INPS in attesa di accertamenti presto verrà tradotta in una revoca del sussidio. Perché chi ha subito delle variazioni del nucleo familiare, perché magari il figlio minorenne è diventato maggiorenne, o perché non c’è più nel nucleo familiare l’over 60 che aveva diritto al beneficio o per tanti altri motivi, se esce fuori dai requisiti utili al sussidio, lo perde. In questo caso si parla di decadenza dal beneficio.
In altri casi ci sono controlli dell’INPS che mettono in luce alla fine degli accertamenti, false, omesse o erronee dichiarazioni da parte del richiedente l’Assegno di Inclusione. Che nascano da furbetti o da semplici distratti o senza conoscenza delle normative poco importa. In questo caso dalla sospensione non si passa alla decadenza, bensì alla revoca del sussidio. Una revoca sanzionatoria perché per omesse, errate o false dichiarazioni, se queste hanno determinato l’accesso a questo beneficio, le conseguenze possono essere severe. Si va dalla semplice disattivazione della carta ADI con richiesta di restituzione di tutte le mensilità di Assegno di Inclusione prese ma indebitamente, a denunce anche penali per falsa dichiarazione, atto pubblico e falso ideologico.
Come funzionano le visite periodiche per i beneficiari dell’ADI presso i servizi sociali del Comune
I casi prima citati di decadenza o revoca del beneficio però non riguardano chi, come la nostra lettrice, ha subito la sospensione del sussidio per un mancato adempimento. La regola vuole che il richiedente l’ADI debba presentarsi entro 120 giorni dalla presentazione della domanda e dalla sottoscrizione del PAD (Patto di Attivazione Digitale) sulla piattaforma telematica SIISL (Sistema Informativo per l’Inclusione Sociale e Lavorativa), ai servizi sociali competenti territorialmente. Cioè dall’Assistente Sociale del proprio Comune. Ma dopo il primo appuntamento, che per i primi beneficiari è partito a 120 giorni dall’apertura della piattaforma GEPI (che serve ai Servizi Sociali per comunicare la presa in carico dei beneficiari dell’ADI) e non dalla sottoscrizione del PAD, ci sono quelli periodici. Che vanno espletati entro 90 giorni l’uno dall’altro. E senza che il Servizio Sociale sia obbligato a contattare i beneficiari dell’ADI. Che devono prendere contatto da soli fissando gli appuntamenti.
Per l’Assegno di Inclusione ricarica il 15 novembre e ricarica il 26 novembre
Chi non ha ricevuto nulla ad ottobre, ma subito dopo la sospensione ha provveduto ad andare dall’Assistente Sociale, non perde nulla.