L’intelligenza artificiale si rivela essere un valido alleato del Fisco per scoprire chi non ha pagato le tasse. Come canta Francesco Guccini con il brano Cirano: “E andate chissà dove per non pagar le tasse, col ghigno e l’ignoranza dei primi della classe”. L’evasione fiscale è una delle più grandi piaghe del nostro Paese. Tanti, purtroppo, sono i contribuenti che mettono in campo stratagemmi di diverso genere pur di evitare di adempiere al proprio dovere. Un comportamento inappropriato, che finisce per danneggiare tutta la società.
Le tasse, infatti, non devono essere pagate per soddisfare un capriccio dello Stato. Bensì permettono a quest’ultimo di attingere alle risorse necessarie a finanziare i vari beni e servizi pubblici. Ne consegue che, chi ha la possibilità e non paga le tasse, non dà il suo contribuito alla comunità. Un triste fenomeno che il Fisco cerca di contrastare, utilizzando gli strumenti più disparati, compresa l’intelligenza artificiale.
IA fisco: l’algoritmo che ti chiede se hai pagato le tasse
A partire dai controlli umani effettuati dai singoli operatori fino ad arrivare alle più moderne tecnologie, sono tante le metodologie utilizzate dal Fisco per scoprire chi non paga le tasse. In particolare di recente è stato creato un nuovo algoritmo che consente di scovare eventuali anomalie dichiarative ed effettuare dei confronti con le informazioni in possesso del Fisco. Tale algoritmo riesce a individuare facilmente eventuali discordanze tra il reddito dichiarato e le spese effettuate, oltre ad accendere il campanello d’allarme in presenza di comportamenti considerati sospetti.
Ma non solo, rileva possibili incongruenze in settori considerati ad alto rischio di evasione, quali ad esempio il commercio e il turismo. Possono essere svolti dei controlli mirati sulle dichiarazioni dei redditi tramite modello 730 o modello Persone fisiche, volti a individuare possibili errori ed avviare, ove necessario, le procedure necessarie al recupero coattivo delle somme non versate. A finire nel mirino si annoverano anche gli affitti brevi, i lavoratori domestici, così come variazioni delle rendite catastali degli immobili al fine di beneficiare di alcune agevolazioni, pur non avendone effettivamente diritto.
L’intelligenza artificiale come strumento per contrastare l’evasione fiscale
Grazie all’intelligenza artificiale si intende garantire dei controlli sempre più efficienti. A fornire maggiori chiarimenti in merito all’utilizzo delle moderne tecnologie per contrastare l’evasione fiscale ci pensa il decreto legislativo numero 13 del 12 febbraio 2024. Che, al primo comma, definisce l’analisi di rischio come un processo volto a massimizzare l’efficacia delle attività di prevenzione e contrasto all’evasione fiscale, attraverso:
“modelli e tecniche di analisi deterministica ovvero probabilistica, nel rispetto della normativa in materia di trattamento di dati personali, utilizza, anche attraverso la loro interconnessione, le informazioni presenti nelle basi dati dell’Amministrazione finanziaria, ovvero pubblicamente disponibili, per associare, coerentemente a uno o più criteri selettivi, ovvero a uno o più indicatori di rischio desunti o derivati, la probabilità di accadimento a un determinato rischio fiscale, effettuando, ove possibile, anche una previsione sulle conseguenze”.
Proprio l’analisi probabilistica viene considerata come l’ insieme di modelli e tecniche che riescono a sfruttare:
“soluzioni di intelligenza artificiale ovvero di statistica inferenziale, consentono di isolare rischi fiscali, anche non noti a priori, che, una volta individuati, possono essere utilizzati per l’elaborazione di autonomi criteri selettivi, ovvero permettono di attribuire una determinata probabilità di accadimento a un rischio fiscale noto”.