Crisi negozi, perdite da oltre 3 miliardi ed esercenti nel panico

La crisi dei negozi italiani peggiora, -140mila attività in 10 anni. Confesercenti chiede interventi per rilanciare il commercio.
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crisi negozi

Mala tempora currunt, la situazione si sta facendo davvero preoccupante. La crisi dei negozi attanaglia l’economia in Italia e ha raggiunto livelli preoccupanti, tanto da spingere Confesercenti a lanciare un forte appello al Governo. I dati emersi evidenziano un peggioramento continuo, legato alla contrazione dei consumi e alla crescita incontrastata dell’e-commerce. Nel 2024, i consumi degli italiani saranno inferiori di 3,2 miliardi rispetto alle stime del Documento di economia e finanza, mettendo in luce una realtà economica ben diversa da quella prevista.

Cause principali della crisi dei negozi

Uno dei fattori principali che contribuiscono al declino del commercio tradizionale è la popolarità degli acquisti online. L’e-commerce, già in forte espansione prima della pandemia, ha accelerato ulteriormente durante il lockdown, modificando le abitudini di spesa degli italiani. Questa trasformazione ha lasciato i negozi fisici in difficoltà, incapaci di competere con i prezzi più bassi, la vasta gamma di prodotti e la comodità offerti dalle piattaforme digitali.

Non meno rilevante è il problema dell’accesso al credito per le piccole imprese. Patrizia De Luise, presidente di Confesercenti, ha sottolineato come il 15% delle attività rappresentate dall’associazione trovi sistematicamente negata la possibilità di ottenere finanziamenti. Tra il 2023 e il 2024, il sistema bancario ha ridotto i prestiti di quasi 30 miliardi di euro, aggravando ulteriormente le difficoltà economiche degli esercenti.

Il declino dei negozi in numeri

Negli ultimi 10 anni, in Italia sono scomparsi circa 140mila negozi. Tra le categorie più colpite spiccano le edicole, con un calo del 72%, e i venditori ambulanti, che hanno registrato una diminuzione del 76%. Anche settori come l’abbigliamento, le calzature e i prodotti per l’igiene hanno subito contrazioni significative, rispettivamente del 56% e del 57%. Un altro dato preoccupante riguarda il numero di nuove aperture. Se nel 2014 si contavano circa 10.500 nuovi esercizi commerciali, oggi il numero è sceso a meno della metà, un chiaro segnale della difficoltà nel rilanciare il settore.

Nonostante il panorama generalmente negativo, alcune attività hanno visto una crescita. Il settore ricettivo, ad esempio, ha registrato un aumento del 215% negli ultimi anni. Questo boom è attribuibile principalmente all’uso di piattaforme come Airbnb e Booking, che hanno permesso anche ai privati di entrare nel mercato turistico, trasformando case e appartamenti in strutture ricettive.

Le richieste di Confesercenti

Confesercenti ha chiesto interventi immediati al Governo per arginare questa crisi. Le proposte includono l’elaborazione di strategie per stimolare i consumi delle famiglie e un maggiore supporto al credito per le piccole imprese. Inoltre, è stata evidenziata la necessità di un clima politico meno conflittuale, che favorisca il dialogo e soluzioni condivise.

Il commercio al dettaglio in Italia si trova a un bivio. Senza interventi mirati, il rischio è che la desertificazione commerciale continui, penalizzando non solo gli esercenti, ma anche le comunità locali, che vedono nei negozi un punto di riferimento sociale e culturale. Innovazione, digitalizzazione e supporto istituzionale rappresentano le leve chiave per invertire il trend e restituire vitalità a un settore fondamentale per l’economia italiana.

Per contrastare questa crisi, i negozi tradizionali devono puntare sull’innovazione e su un’offerta unica che valorizzi la qualità e il rapporto diretto con i clienti. L’integrazione tra canali fisici e digitali, come il click-and-collect, può rappresentare un’opportunità per competere con l’e-commerce. Inoltre, un focus sulla sostenibilità, con l’offerta di prodotti locali ed ecologici, può attrarre consumatori sempre più sensibili a questi temi. Il supporto del Governo, attraverso incentivi per la digitalizzazione e politiche di rilancio dei centri urbani, è fondamentale per favorire una ripresa strutturale e arginare il rischio di una desertificazione commerciale irreversibile.

In sintesi…

  • In 10 anni sono scomparsi 140mila negozi, con cali drammatici in settori come edicole (-72%) e venditori ambulanti (-76%).
  • I consumi italiani nel 2024 saranno inferiori di 3,2 miliardi rispetto alle previsioni governative, aggravando la crisi del commercio.
  • Confesercenti chiede interventi per stimolare i consumi e migliorare l’accesso al credito per le piccole imprese.

Daniele Magliuolo

Redattore di InvestireOggi.it dal 2017 nella sezione News, si occupa di redazione articoli per il web sin dal 2010.
Tra le sue passioni si annoverano cinema, filosofia, musica, letteratura, fumetti e altro ancora. La scrittura è una di queste, e si dichiara felice di averla trasformata in un vero e proprio lavoro.
Nell'era degli algoritmi che archiviano il nostro sentire al fine di rinchiuderci in un enorme echo chamber, pone al centro di ogni suo articolo la riflessione umana, elemento distintivo che nessuna tecnologia, si spera, potrà mai replicare.

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