Rottamazione quinquies nel 2025, il decreto Fiscale può aiutare, addio alle cartelle fino al 2023

Rottamazione quinquies nel 2025, il decreto Fiscale può aiutare, addio alle cartelle fino al 2023, nonostante un emendamento già bocciato.
11 ore fa
2 minuti di lettura
Rottamazione quinquies nel 2025, il decreto Fiscale può aiutare, addio alle cartelle fino al 2023, nonostante un emendamento già bocciato.
Foto © Pixabay

La rottamazione delle cartelle esattoriali, che a fine novembre vede la scadenza della sesta rata per i piani rateali, era la quarta. Infatti, sono già quattro i provvedimenti di rottamazione di questo genere che i contribuenti hanno potuto sfruttare negli anni. Ma adesso si ragiona di una quinta rottamazione delle cartelle esattoriali. I tempi sono maturi per provvedimenti di questo genere, perché effettivamente adesso è la fase di definitiva approvazione della legge di Bilancio. E pertanto, anche questo genere di provvedimenti può trovare spazio nel testo della manovra, così come in quello del suo collegato, cioè il decreto fiscale.

A dire il vero, nei testi dei due provvedimenti che entreranno in vigore da gennaio 2025, non c’è traccia di sanatorie e nuove rottamazioni. I provvedimenti, però, sono ancora suscettibili di cambiamenti, visto che devono superare gli esami delle commissioni e le letture alle Camere. E sono proprio questi passaggi alle Camere che danno speranze su una eventuale rottamazione quinquies. Tuttavia, un provvedimento di questo genere è stato già bocciato alla Camera dalla Commissione Bilancio. Ma le speranze ci sono ancora.

Rottamazione quinquies nel 2025, il decreto Fiscale può aiutare, addio alle cartelle fino al 2023

La rottamazione quinquies era l’oggetto di un emendamento depositato per la nuova legge di Bilancio dalla Lega di Matteo Salvini, con primo firmatario l’onorevole Alberto Luigi Gusmeroli. Un emendamento che mirava a riaprire i termini della rottamazione quater per i decaduti, ma anche a prevedere una nuova sanatoria con tanto di rottamazione delle cartelle per i debiti affidati all’agente della riscossione tra il 1° luglio 2022 e il 31 dicembre 2023. In pratica, fino a tutto il 2023, le cartelle escluse dalla precedente rottamazione quater sarebbero dovute rientrare nella nuova.

La Commissione Bilancio di Montecitorio, però, ha bocciato la proposta. In sostanza, la nuova rottamazione delle cartelle, con i debiti rottamabili fino al 31 dicembre 2023, non ci sarà, o almeno non per come l’hanno impostata i parlamentari che l’hanno sottoscritta e su cui c’è stato il veto in commissione.

Ancora una possibilità per i contribuenti, ecco l’altra proposta

Ma c’è un altro emendamento che tratta più o meno della stessa materia. Un emendamento al decreto fiscale, che tra l’altro è l’atto che in passato ha dato i natali a tutte le altre rottamazioni delle cartelle. Infatti, è il decreto fiscale quello che ogni anno produce le novità in materia economica con cui i contribuenti dovranno interfacciarsi l’anno successivo. Ecco quindi che le speranze che alla fine una nuova rottamazione delle cartelle veda lo stesso i natali ci sono ancora.

Certo, se è stato bocciato l’emendamento prima citato, il segnale non è dei più positivi. Ma l’emendamento al decreto fiscale che prevede una nuova rottamazione delle cartelle è ancora da valutare. Ed è a firma, tra gli altri, di Claudio Lotito, senatore di Forza Italia. L’emendamento propone, anche in questo caso, la definizione agevolata dei carichi affidati all’agente della riscossione dal 1° luglio 2022 al 31 dicembre 2023. Una variazione dell’articolo numero 1 della legge numero 197 del 2022, cioè la scorsa legge di Bilancio 2023, perché dai carichi affidati all’agente della riscossione fino al 30 giugno 2022 si passa a quelli affidati all’agente della riscossione fino al 31 dicembre 2023. Con il pagamento a scelta del contribuente tra quello in unica soluzione entro il 31 luglio 2025 oppure in 18 rate.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Legge di Bilancio 2025 si cambia: pensioni minime, nuovo reddito di cittadinanza, tasse, bonus, ecco alcune proposte
Articolo precedente

Legge di Bilancio 2025 si cambia: pensioni minime, nuovo reddito di cittadinanza, tasse, bonus, ecco alcune proposte

Pensione 2025
Articolo seguente

Pensioni 2025: dall’INPS 17 mesi di pensione tutti insieme e non è un prestito, serve la giusta domanda