C’è una misura di pensionamento anticipato che riguarda solo una determinata e particolare platea di beneficiari. Si tratta della pensione anticipata contributiva, una prestazione destinata a quanti hanno almeno 20 anni di contributi versati e 64 anni di età. La misura è riservata solo a chi rientra completamente nel sistema contributivo. E soprattutto a chi, all’interno di questo sistema, raggiunge una prestazione non inferiore a determinate soglie. Ciò che a qualcuno è passato inosservato, però, è il fatto che anche per questa misura da anni c’è il meccanismo delle finestre mobili di attesa.
“Buongiorno, sono una lavoratrice che, con 27 anni di contributi versati tutti nel sistema contributivo, ho presentato domanda di pensione anticipata contributiva a giugno 2025, il mese in cui ho compiuto i miei 64 anni di età. Adesso mi hanno liquidato la pensione. Credevo di dover prendere più arretrati perché consideravo il primo luglio come decorrenza della pensione, e invece scopro che la mia pensione scatta dal primo novembre. Mi dicono che ci sono 3 mesi di finestra. Secondo voi è giusto o dipende dall’INPS che ha sbagliato calcolo?”
La pensione a 64 anni slitta di tre mesi, ecco perché
La pensione anticipata contributiva è una misura davvero particolare perché, come vedremo, in base ai requisiti necessari può sembrare più vicina alla pensione di vecchiaia che non alla pensione anticipata. Eppure, secondo la scheda dell’INPS presente sul sito istituzionale dell’Istituto, la pensione anticipata contributiva è una misura che rientra nel novero delle pensioni anticipate ordinarie. Come dicevamo, riguarda i contributivi puri, cioè coloro che non hanno contributi versati prima del 1996. Per avere accesso bastano 64 anni di età e 20 anni di contributi versati.
Anche l’importo della pensione a 64 anni deve essere entro limiti prestabiliti
Inoltre, per godere di questa pensione tre anni prima della pensione di vecchiaia ordinaria, bisogna arrivare a percepire un trattamento pari a 3 volte l’assegno sociale.
Infatti, le donne che hanno avuto un solo figlio possono godere della pensione anticipata anche se questa arriva a essere pari a 2,8 volte l’assegno sociale, mentre per chi ha avuto due o più figli il trattamento viene percepito lo stesso se arriva ad almeno 2,6 volte l’assegno sociale.
Come dicevamo, però, la misura, anche se ha la stessa carriera contributiva delle pensioni di vecchiaia e prevede un’uscita 3 anni prima di questa misura, è inserita nelle pensioni anticipate ordinarie. Che, come tutti sanno, sono state inasprite come decorrenza dal momento che servono tre mesi di attesa per ricevere il primo rateo di pensione.
Ben tre mesi di pensione perduti e di vantaggi smarriti per i lavoratori
Difficilmente l’INPS sbaglia la decorrenza del trattamento. Anche perché si tratta di una finestra di attesa che, come dicevamo, vale per tutti i richiedenti le pensioni anticipate ordinarie. Di conseguenza, anche per la pensione anticipata contributiva, proprio alla luce della collocazione che si dà a questa misura.
Quindi, effettivamente, anziché decorrere dal primo giorno del mese successivo a quello di completamento dei requisiti, la pensione anticipata contributiva decorre dal primo giorno successivo al terzo mese di finestra. Pertanto, alla nostra lettrice diciamo che l’INPS non ha sbagliato. Anzi, ha fatto bene a considerare come data di decorrenza della sua pensione il primo novembre, e non come lei credeva, il primo luglio.
Questo dal momento che ha compiuto i suoi 64 anni di età nel mese di giugno del 2024. In pratica, sono esattamente tre mesi di pensione perduti dai lavoratori. Tre mesi che rendono meno favorevole la pensione anticipata contributiva, riducendo il vantaggio da 36 mesi a 33 mesi.