Da quando si sono celebrate le elezioni americane, lo spread tra BTp e Bund a 10 anni si è mantenuto nel range tra 120 e 130 punti base. E le distanze tra i rendimenti decennali italiani e francesi risultano a cavallo dei 50 punti, cioè dello 0,50%. Un quadro nel suo complesso positivo, anche se i rendimenti italiani restano i più alti nell’Eurozona lungo la curva dei tassi. E stasera arriva l’aggiornamento del rating da parte di Moody’s, l’agenzia che valuta il nostro debito pubblico sin qui più severamente delle altre.
Rating Moody’s troppo severo
Ad ottobre, S&P ha mantenuto invariato il suo giudizio, ma ha mostrato soddisfazione per la gestione dei conti pubblici italiani in questa fase. Fitch ha, invece, migliorato il suo “outlook”, vale a dire le prospettive a breve termine, portandolo da “stabile” a “positivo”. In teoria, già al prossimo aggiornamento previsto per la primavera del 2025 potrebbe alzare il suo rating dall’attuale BBB (lo stesso di S&P) a BBB+. Il rating di Moody’s è di un gradino più basso: Baa3. L’outlook è “stabile”.
L’appello del presidente Mattarella
A mercati chiusi, arriverà la decisione. Verosimilmente, ciò accadrà quando in Italia saranno intorno alle 22.30 di sera. Nelle scorse settimane, il presidente Sergio Mattarella è intervenuto sul tema. Egli ha fatto presente proprio alle agenzie di valutazione internazionali che i loro giudizi sul nostro debito pubblico appaiono eccessivamente severi e slegati dalla realtà dei fatti.
Il capo dello stato è sempre stato molto accorto quando si è approcciato ai temi relativi ai mercati finanziari. Non può essere accusato di dichiarazioni politicizzate, cioè volte a favorire il governo in carica. Le sue dichiarazioni sembrano cogliere il sentimento dell’intero sistema Paese. Tutti siamo consapevoli, non da ora, che il nostro debito sia alto e debba essere ridotto in rapporto al Pil.
Possibile promozione dell’outlook
Gioca in favore della sostenibilità anche la stabilità politica, perché governi in balia di maggioranza poco coese tendono a non rispettare granché la disciplina fiscale. Dunque, alle parole del presidente Mattarella seguiranno finalmente i fatti? Non c’è alcun automatismo che possa illuderci circa un aggiornamento del rating Moody’s nella direzione auspicata. Il giudizio di Baa3 è di un gradino appena più alto rispetto all’area “junk” o “spazzatura”. I mercati valutano relativamente meno bene i nostri BTp, perché non si possono permettere di inserirli in portafoglio come investimento di lungo periodo con il rischio di ritrovarsi tra qualche anno un asset “non investment grade”.
Ed ecco, quindi, che se stasera arrivasse una notizia positiva, lo spread tra BTp e Bund si muoverebbe verosimilmente al ribasso nelle prossime settimane e ben sotto i 120 punti. Quale notizia? Difficile che venga annunciato un upgrade vero e proprio a Baa2. Più facile che il rating Moody’s resti invariato e che ad essere alzato sia l’outlook a “positivo”. Ciò lascerebbe intendere una promozione entro i prossimi mesi. Tanto basterebbe ai mercati per valutare meglio i BTp. In uno scenario simile, possibile una discesa dello spread con la Francia sotto i 45 punti, barriera che ad oggi non riusciamo ad abbattere sin dalla primavera del 2010.
Rating Moody’s, appiglio a legge di Bilancio
La legge di Bilancio è stata varata ad ottobre ed è considerata conservativa sul piano fiscale. I mercati l’hanno promossa, così come le agenzie per quanto detto sopra. Certo, ancora dovrà essere votata in Parlamento e, come accade praticamente sempre, potrà anche essere parzialmente modificata da deputati e senatori.