Rate più facili ma pagamenti con obbligo sui rimborsi. Cosa cambia per le cartelle dal 2025 (riforma della riscossione)?

La riforma della riscossione interviene sulla gestione delle cartelle esattoriali facilitandone il pagamento
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Basta cartelle esattoriali dell’Agenzia delle Entrate, per le vecchie azzeramento automatico o 84 mesi di rate
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La riforma della riscossione all’interno della più ampia riforma fiscale, porta con se numerosi cambiamenti che riguardano direttamente i contribuenti. La riforma è stata attuata con il D.Lgs n°110/2024. Molte disposizioni entreranno in vigore dal 2025 altre solo dopo l’approvazione di specifici decreti attuativi.

Le novità della riforma della riscossione riguardano principalmente la rateazione delle cartelle esattoriali, i rimborsi dell’Agenzia delle entrate in presenza di cartelle scadute ovvero le casistiche in cui è possibile impugnare l’estratto di ruolo rispetto ad una cartella non validamente notificata.

Vediamo cosa cambia dal 2025 nel rapporto Fisco-contribuente in attesa di possibili novità sulla rottamazione-quinquies la cui approvazione a oggi ha subito una battuta d’arresto.

La riforma della riscossione

La riforma trae origine dalle disposizioni contenute nella Legge Delega per la Riforma Fiscale (vedi L.n.111/2023) e si articola in una serie di interventi che riguardano sia la gestione delle cartelle esattoriali, sia i rapporti tra contribuenti e l’Agenzia delle Entrate-Riscossione.

Inoltre, risponde alle sollecitazioni di istituzioni internazionali come l’Unione Europea, che ha richiesto un miglioramento della capacità di riscossione del Paese nell’ottica di una gestione più sostenibile del debito pubblico.

Tra le principali novità introdotte dalla riforma della riscossione vi sono:

  • Maggiore accesso alla rateizzazione: ampliamento delle possibilità di rateizzare i debiti, con iter semplificati e soglie di accesso più elevate.
  • maggior ricorso a rottamazione e definizioni agevolate: proseguimento e miglioramento delle misure di definizione agevolata, come la rottamazione delle cartelle e il saldo e stralcio, per agevolare i contribuenti in difficoltà economica.
  • Sospensione e annullamento dei crediti non recuperabili: revisione dei criteri per la gestione dei crediti inesigibili, con una possibile cancellazione automatica dei piccoli debiti ormai prescritti o non recuperabili.

Le novità sulla rateazione delle cartelle

La prima novità riguarda il numero di rate che il contribuente potrà richiedere per pagare la cartella.

Ad esempio, per debiti fino 120.000 euro, per il contribuente che dichiara di “versare in temporanea situazione di obiettiva difficoltà” è previsto un progressivo aumento delle rate concedibili dall’ADER.

Infatti, con una semplice richiesta anche on line, la dilazione potrà essere concessa fino a: 84 rate mensili per le richieste presentate negli anni 2025 e 2026, 96 per le richieste presentate negli anni 2027 e 2028, 108 per le richieste presentate a decorrere dal 1° gennaio 2029.

Per coloro che invece attestano la propria situazione temporanea di obiettiva difficoltà (le persone fisiche possono farlo tramite ISEE), per i debiti di importo fino a 120.000 euro le rate passano:

  • da 85 a un massimo di 120 rate mensili, per le richieste presentate negli anni 2025 e 2026;
  • da 97 a un massimo di 120 rate mensili, per le richieste presentate negli anni 2027 e 2028;
  • da 109 a un massimo di 120 rate mensili per le richieste presentate a decorrere dal 1° gennaio 2029.

Attestando la propria situazione temporanea di obiettiva difficoltà, per i debiti superiori a 120.000 euro, potranno essere subito richiesti fino ad un massimo di centoventi rate mensili.

Con un decreto del MEF saranno individuate le regole di valutazione della temporanea situazione di obiettività difficoltà.

Rimborsi dell’Agenzia delle entrate solo dopo aver pagato la cartella

La riforma della riscossione  introduce una modifica significativa nella gestione dei rimborsi da parte dell’Agenzia delle Entrate per i contribuenti con cartelle esattoriali scadute.

In precedenza, la compensazione tra rimborsi fiscali e debiti iscritti a ruolo avveniva su base volontaria: l’Agenzia delle Entrate segnalava all’Agenzia delle Entrate-Riscossione (ADER) l’esistenza di un rimborso spettante a un contribuente con debiti pendenti, e quest’ultima proponeva al contribuente una compensazione. Il contribuente poteva accettare la proposta, consentendo la compensazione tra credito d’imposta e debito iscritto a ruolo. Oppure rifiutarla, ricevendo l’intero rimborso ma rischiando la ripresa delle azioni di recupero da parte dell’ADER, come fermi amministrativi, ipoteche o pignoramenti.

Con la riforma fiscale, questa compensazione diventa obbligatoria. In presenza di una cartella esattoriale scaduta, l’Agenzia delle Entrate utilizzerà automaticamente il rimborso spettante al contribuente per saldare il debito, senza necessità di consenso da parte del contribuente stesso.

Questo cambiamento mira a semplificare e accelerare il recupero dei crediti da parte dell’erario, ma potrebbe risultare penalizzante per i contribuenti che contavano di ricevere il rimborso per altre esigenze finanziarie. Dunque, chi vuole un rimborso deve prima pagare la cartella.

Con un successivo Regolamento saranno definite  le modalità di attuazione, i limiti e le condizioni per l’applicazione delle disposizioni in parola.

Aumentano i casi in cui è impugnabile l’estratto di ruolo

La riforma amplia i casi in cui è possibile impugnare l’estratto di ruolo ossia la cartella esattoriale che sia assume non validamente notificata.

In particolare, ex art.12, c.4-bis del DPR 602/1973, l’impugnazione sarà ammessa complessivamente nei seguenti casi:

  • pregiudizio circa la partecipazione a gare d’appalto;
  • attivazione della procedura che fa scattare il blocco dei pagamenti PA;
  • perdita di un benefico nei rapporti con la P.A.
  • nell’ambito della procedure di cui alla crisi d’impresa (vedi D.Lgs 14/2019);
  • in riferimento ad operazioni di finanziamento da parte di soggetti autorizzati;
  • nei casi di cessione d’azienda.

Gli ultimi tre sono quelli introdotti post riforma.

Per fare un esempio, sulla concessione di finanziamenti bancari, si pensi  alla situazione in cui un’impresa richiede un finanziamento che però potrebbe essere bloccato in seguito ad iscrizione di ipoteca da parte dell’ADER. In tale caso, in difetto di notifica della cartella sarà possibile impugnare l’estratto di ruolo.

Quanto visto fin qui varrà anche una volta che ci sarà l’addio al sistema di riscossione tramite cartella esattoriale.

Riassumendo…

  • Rateazione delle cartelle: aumento del numero di rate fino a 120, con criteri specifici per la valutazione della difficoltà economica.
  • Compensazione obbligatoria per i rimborsi: l’Agenzia delle Entrate utilizzerà automaticamente i rimborsi fiscali per saldare cartelle esattoriali scadute, senza necessità di consenso del contribuente.
  • nuovi motivi per impugnare l’estratto di ruolo: ampliati i casi di contestazione per cartelle non notificate, includendo situazioni legate a crisi d’impresa, finanziamenti e cessioni d’azienda.
  • addio alle cartelle esattoriali tradizionali: la riforma introduce un sistema alternativo alla riscossione tramite cartella.
  • Regolamenti in arrivo: attuazione delle nuove regole tramite decreti e regolamenti specifici per garantire maggiore chiarezza e applicazione uniforme.

Andrea Amantea

Giornalista pubblicista iscritto all’ordine regionale della Calabria, in InvestireOggi da giugno 2020 in qualità di redattore specializzato, scrive per la sezione Fisco affrontando tutte le questioni inerenti i vari aspetti della materia. Ha superato con successo l'esame di abilitazione alla professione di Dottore Commercialista, si occupa oramai da diversi anni, quotidianamente, per conto di diverse riviste specializzate, di casi pratici e approfondimenti su tematiche fiscali quali fatturazione, agevolazioni, dichiarazioni, accertamento e riscossione nonché di principi giurisprudenziali espressi in ambito di imposte e tributi.

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