Nel 2025 ecco chi parte già con oltre 1.900 euro da recuperare dall’Agenzia delle Entrate

Tasse sulla casa, sulle auto, sui risparmi e anche sui redditi prodotti. Siamo in Italia e le tasse da versare sono di ogni specie e tipo. Ma, così come sono molte le tasse, sono molte anche alcune agevolazioni da sfruttare per pagare di meno. E proprio sulle imposte sui redditi, cioè sull’IRPEF che ogni anno i contribuenti versano sui redditi che producono, alcune agevolazioni non mancano. Nel 2025 ecco chi parte già con oltre 1.900 euro da recuperare dall’Agenzia delle Entrate, perché ci sono normative che avvantaggiano alcuni contribuenti che hanno operato scelte particolari nel corso del 2024. Nel 2025
11 minuti fa
4 minuti di lettura
Nel 2025 ecco chi parte già con oltre 1.900 euro da recuperare dall’Agenzia delle Entrate
© Licenza Creative Commons

Tasse sulla casa, sulle auto, sui risparmi e anche sui redditi prodotti. Siamo in Italia e le tasse da versare sono di ogni specie e tipo. Ma, così come sono molte le tasse, sono molte anche alcune agevolazioni da sfruttare per pagare di meno. E proprio sulle imposte sui redditi, cioè sull’IRPEF che ogni anno i contribuenti versano sui redditi che producono, alcune agevolazioni non mancano. Nel 2025 ecco chi parte già con oltre 1.900 euro da recuperare dall’Agenzia delle Entrate, perché ci sono normative che avvantaggiano alcuni contribuenti che hanno operato scelte particolari nel corso del 2024.

Nel 2025 ecco chi parte già con oltre 1.900 euro da recuperare dall’Agenzia delle Entrate

Cos’è l’IRPEF, cioè l’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche? Si tratta dell’imposta che versano i produttori di reddito, sia chi è lavoratore dipendente sia chi svolge un’attività di lavoro autonomo, o chi percepisce redditi di varia natura tra quelli assoggettati a questa IRPEF.

Per chi è lavoratore subordinato, dal momento che il suo datore di lavoro ha il ruolo specifico di sostituto d’imposta, del versamento dell’IRPEF se ne occupa quest’ultimo, senza che il lavoratore stesso debba avere un collegamento diretto con l’Agenzia delle Entrate.

Per i lavoratori autonomi, invece, si fa tutto da soli. Ma le aliquote, le percentuali e ciò che devono versare non cambiano, perché il meccanismo è lo stesso per tutti. E nel 2024 come nel 2025, in attesa di qualche novità di cui tanto si parla ma che non sono ancora diventate ufficiali, il meccanismo è sempre a 4 fasce.

L’IRPEF si versa in maniera progressiva su quattro diversi scaglioni e quattro diverse aliquote. Quindi, più sale il reddito, più IRPEF si paga, ma solo sulla parte di reddito che eccede la soglia massima dello scaglione precedente. L’imposta segue il seguente schema:

  • 23% sui redditi fino a 15.000 euro;
  • 25% sui redditi oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro;
  • 35% sui redditi oltre 28.000 euro e fino a 50.000 euro;
  • 43% sui redditi oltre 50.000 euro.

Ecco come funziona il prelievo IRPEF su chi produce reddito

Tradotto in termini pratici, un contribuente che ha 28.000 euro di reddito annuo versa di IRPEF la bellezza di 6.700 euro all’Agenzia delle Entrate.

Chi ne ha 50.000 euro, invece, versa 14.400 euro, perché ai 6.700 euro fino a 28.000 euro si aggiungono i 7.700 euro per la parte eccedente e fino a 50.000 euro.

Un autentico salasso. Come dicevamo, un lavoratore autonomo versa da solo con le dichiarazioni dei redditi, mentre un dipendente versa per il tramite del datore di lavoro con trattenute mensili sulla busta paga. La normativa fiscale, però, prevede delle agevolazioni che si chiamano deduzioni e detrazioni. Le prime sono agevolazioni che incidono sul reddito, nel senso che abbassano il reddito imponibile su cui si calcola l’IRPEF.

Le seconde, invece, incidono direttamente sull’IRPEF. Ci sono spese che possono essere scaricate dai redditi e dall’IRPEF. Per esempio, se un contribuente ha 2.000 euro di spese deducibili, significa che, se ha 28.000 euro di reddito, grazie a questi 2.000 euro deducibili l’IRPEF verrà calcolata su 26.000 euro di reddito e non su 28.000 euro.

Invece, se ha 2.000 euro di spese detraibili, il vantaggio potrebbe essere il recupero del 19% (ma la percentuale cambia in base alla tipologia di spesa) di quanto speso direttamente sull’IRPEF.

Detrazioni, deduzioni e tutto ciò che riduce l’IRPEF da versare all’Agenzia delle Entrate

Chi ha già versato l’IRPEF, come per esempio il lavoratore dipendente che mese dopo mese si vede applicare dal datore di lavoro le trattenute, grazie alle detrazioni o alle deduzioni può arrivare a recuperare l’IRPEF versata in base a ciò che ha scaricato. Per il lavoratore autonomo, invece, si tratta di sfruttare direttamente ciò che recupera, versando meno IRPEF.

Ma se prendiamo il lavoratore dipendente, lui può godere anche di alcune detrazioni fisse che non riguardano spese sostenute. Per esempio, esistono quelle detrazioni per lavoro dipendente che già in partenza consentono di abbattere l’IRPEF dovuta.

Nel sistema fiscale italiano, fino a 8.174 euro un contribuente non versa l’IRPEF perché questa soglia viene definita no tax area. E questa è strettamente collegata alle detrazioni per lavoro dipendente, che sono pari esattamente a 1.880 euro. Se calcoliamo il 23% di aliquota IRPEF su 8.174 euro, otteniamo esattamente 1.880 euro. Significa che un contribuente che ha 8.174 euro di reddito, grazie alle detrazioni fisse per lavoro dipendente, ha un’imposta che viene completamente assorbita dalla detrazione. Ogni contribuente, sui primi 8.174 euro di reddito, non versa l’imposta.

Come funziona la detrazione per lavoro dipendente e perché nel 2025 ecco chi parte già con oltre 1.900 euro da recuperare dall’Agenzia delle Entrate

Per godere della detrazione per lavoro dipendente, però, deve essere il contribuente a dichiarare la volontà di goderne. Il lavoratore subordinato, infatti, all’inizio del rapporto di lavoro, presenta richiesta delle detrazioni d’imposta al proprio datore di lavoro al fine di ottenere la detrazione in busta paga mese dopo mese. In pratica, andando a scontare ogni mese di retribuzione la parte di detrazione per lavoro dipendente spettante.

La ritenuta IRPEF in busta paga, che viene definita in acconto perché il datore di lavoro effettua il prelievo solo sulla base dei redditi che lui stesso eroga al dipendente, viene abbattuta dalla detrazione. Se il dipendente non produce questa richiesta, significa che non vuole godere di questa agevolazione. Ma la stessa agevolazione, l’anno successivo, con il modello di dichiarazione dei redditi, sia esso il modello 730 o il modello Redditi PF, può essere recuperata direttamente dall’Agenzia delle Entrate.

Come godere delle detrazioni per lavoro dipendente l’anno successivo

Nel modello detrazioni che si consegna al datore di lavoro, infatti, il dipendente può barrare due differenti caselle.

Una è quella relativa alla richiesta di godere delle detrazioni per lavoro dipendente, l’altra invece è quella del rifiuto a goderne. Un caso emblematico può essere quello di un soggetto che ha due datori di lavoro. E che magari chiede le detrazioni solo a uno dei due.

In questo caso, la parte di detrazioni che spettano sul reddito ottenuto dal datore di lavoro a cui non si chiedono le detrazioni può essere recuperata nel modello 730. E se le detrazioni non vengono sfruttate per niente, ecco che c’è chi parte già con un cospicuo vantaggio per il 2025. Quindi, nel 2025 ecco chi parte già con oltre 1.900 euro da recuperare dall’Agenzia delle Entrate. Perché se ha pagato più IRPEF grazie alla detrazione da lavoro dipendente, c’è chi potrà recuperare questa cifra come rimborso fiscale l’anno successivo.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

pressione fiscale
Articolo precedente

Sulla pressione fiscale gli italiani sono tra i più tartassati d’Europa

Azione risarcitoria di Martingale Risk per perdite su azioni Juventus
Articolo seguente

Perdite da azioni Juventus: ecco come ottenere un risarcimento