Pensione supplementare: la strada per ottimizzare i contributi pensionistici

La pensione supplementare consente ai pensionati di valorizzare contributi frammentati, integrando il reddito.
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La pensione supplementare rappresenta una soluzione utile per massimizzare i benefici dei contributi pensionistici versati in gestioni diverse rispetto a quella principale.

Si tratta di un’opportunità offerta dall’INPS che consente di recuperare contributi frammentati, spesso insufficienti per ottenere una pensione autonoma. Questa opzione è regolata da requisiti specifici e può fornire un supporto economico significativo per chi desidera integrare il proprio reddito durante la pensione.

Cos’è la pensione supplementare

La pensione supplementare è una prestazione aggiuntiva destinata ai pensionati che hanno versato contributi in una gestione diversa da quella della pensione principale.

Nonostante questi contributi possano essere insufficienti per garantire un trattamento pensionistico autonomo, possono comunque essere valorizzati attraverso questa formula. L’erogazione della pensione supplementare avviene su richiesta dell’interessato e richiede il soddisfacimento di alcune condizioni fondamentali.

Requisiti per la domanda

Per poter accedere a questa opportunità, è necessario rispettare alcune condizioni specifiche:

  • età pensionabile: il richiedente deve aver raggiunto l’età minima prevista per la pensione di vecchiaia, che attualmente è fissata a 67 anni;
  • titolare di una pensione principale – la persona interessata deve già percepire una pensione principale e aver concluso il proprio rapporto di lavoro;
  • contributi versati in una gestione diversa: è sufficiente aver versato almeno un contributo settimanale nella gestione in cui si richiede la pensione supplementare.

Questi requisiti garantiscono che i contributi frammentati vengano utilizzati per integrare il reddito pensionistico, valorizzando il lavoro svolto in diverse carriere o modalità occupazionali.

Come funziona nella pratica: due esempi

Per comprendere meglio il funzionamento della pensione supplementare, esaminiamo due situazioni pratiche che illustrano come i contributi versati in gestioni diverse possano essere valorizzati.

Il caso di francesco: una carriera diversificata

Francesco ha lavorato per 31 anni come dipendente di una società, versando i suoi contributi nella Gestione Lavoratori Dipendenti dell’INPS. Grazie a questo percorso, raggiunti i 67 anni, ha diritto alla pensione di vecchiaia.

Tuttavia, durante la sua carriera, Francesco ha anche svolto attività come consulente informatico (libero professionista) versando contributi nella Gestione Separata dell’INPS per alcuni mesi non continuativi.

Francesco, quando è in pensione vecchiaia (ossia 67 anni) può richiedere la pensione supplementare sfruttando anche i contributi della gestione separata, che si aggiungerà alla sua pensione principale (ossia quella di vecchiaia). Questo gli consente di valorizzare anche il periodo lavorativo come professionista autonomo.

Il Caso di Antonio: contributi da giovane lavoratore

Antonio, un ex dipendente statale, è andato in pensione anticipata a 63 anni dopo 42 anni e 10 mesi di servizio. Quindi, con la pensione anticipata ordinaria. Oggi ha 66 anni. Nei primi anni della sua carriera (quando era giovanissimo), Antonio ha svolto lavori anche come apprendista. Pertanto si ritrova anche contributi versati in altra gestione diversa da quello in cui sono i contributi dovuti quando era dipendente statale.

Sebbene Antonio percepisca già una pensione anticipata ordinaria, quando nel 2025 raggiungerà i suoi 67 anni potrà chiedere la pensione supplementare. Anche in questo caso, pertanto, i contributi versati in gestioni diverse non andranno persi, ma contribuiranno a migliorare la sua condizione economica.

Perché fare domanda di pensione supplementare

La pensione supplementare offre numerosi vantaggi per i pensionati con carriere variegate. Ecco alcune delle principali motivazioni per considerare questa opportunità:

  • recupero di contributi frammentati – i lavoratori con carriere discontinue o che hanno cambiato settore nel corso della vita lavorativa possono ottimizzare i contributi versati in gestioni diverse, evitando che vadano persi;
  • aumento del reddito pensionistico – la pensione supplementare rappresenta una fonte di reddito aggiuntiva che migliora la stabilità economica nella fase della pensione;
  • flessibilità nella valorizzazione dei contributi – questa prestazione consente di combinare i contributi di più gestioni, offrendo un approccio flessibile e personalizzato alla pensione.

La domanda per la pensione supplementare deve essere presentata all’INPS. E’ possibile anche rivolgersi al Patronato.

Riassumendo…

  • La pensione supplementare valorizza contributi versati in gestioni diverse dalla pensione principale.
  • Richiede età pensionabile, pensione principale e almeno un contributo nella gestione supplementare.
  • Integra il reddito pensionistico utilizzando contributi frammentati altrimenti non sufficienti per pensioni autonome.
  • Domanda da presentare all’INPS (anche tramite Patronato).
  • Ottimizza carriere diversificate, migliorando la stabilità economica durante la pensione.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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