Con le cartelle esattoriali i contribuenti italiani, o almeno molti di loro, hanno sempre a che fare. Di conseguenza, la materia è di dominio comune ed interessa una vasta fetta della popolazione. Il 2024 passerà agli annali come l’anno in cui il governo ha deciso di completare la cosiddetta riforma della riscossione. Diverse sono state le novità introdotte con la riforma della riscossione.
Sicuramente, molto popolari sono le novità che riguardano le rate ordinarie con cui pagare le cartelle. Perché i piani di dilazione sono divenuti più appetibili per i contribuenti.
Un provvedimento dentro la riforma della riscossione delle cartelle esattoriali che è passato in secondo piano, perché superato come notorietà dai due appena citati, è quello della compensazione dei crediti fiscali con i debiti della stessa natura. Infatti, una novità che è stata introdotta dalla riforma della riscossione riguarda anche la compensazione tra le cartelle esattoriali dei contribuenti italiani e crediti fiscali da modello 730.
Addio alle cartelle esattoriali ma anche ai rimborsi del 730, le novità della riscossione
Da questo punto di vista, la riforma della riscossione porta in dote una grande novità che sicuramente finirà con il riguardare una grande fetta di popolazione. Parliamo del cosiddetto pignoramento dei rimborsi fiscali, perché adesso cambiano alcune regole relative alle operazioni di compensazione.
In parole povere, diventa più semplice per l’Agenzia delle Entrate-Riscossione recuperare i crediti di un contribuente che ha delle cartelle esattoriali. Si tratta di uno strumento che è già attivo ma che viene parzialmente modificato, fermando sul nascere gli eventuali rimborsi fiscali che un contribuente deve ricevere dall’Agenzia delle Entrate dopo aver presentato le dichiarazioni dei redditi.
Molti contribuenti alle prese con le cartelle esattoriali, infatti, hanno anche dei rimborsi fiscali provenienti dal 730 o dal modello Redditi PF da incassare.
Una cosa sono i crediti su cui c’è il rimborso, un’altra sono i debiti su cui c’è una cartella esattoriale
In linea di massima, sono due cose distinte e separate: da un lato ci sono i debiti contenuti nelle cartelle esattoriali, dall’altro lato ci sono i crediti che derivano dai modelli di dichiarazione dei redditi. In questi casi è possibile che le due cose vengano unificate, con quel particolare istituto che si chiama compensazione.
Un contribuente che ha sia crediti fiscali che debiti con cartelle esattoriali scadute può sempre scegliere di compensare le due cose. In base al decreto legge numero 78 del 2010, tramite il modello F24, un contribuente può decidere di compensare i debiti con i crediti relativi alle imposte erariali. Ma con la riforma della riscossione, ciò che cambia è la compensazione su base volontaria.
La riforma della riscossione corregge l’istituto della compensazione
Con la riforma della riscossione, adesso assume rilevanza l’inadempimento sul pagamento di una cartella esattoriale e non semplicemente l’iscrizione a ruolo. In presenza di rimborsi fiscali sopra i 500 euro, la compensazione volontaria dei crediti d’imposta con gli importi iscritti a ruolo si semplifica.
Fino ad oggi, infatti, è previsto che l’Agenzia delle Entrate, in presenza di crediti da liquidare ai contribuenti, verifichi se questi contribuenti hanno delle iscrizioni a ruolo, ovvero se hanno delle cartelle esattoriali pendenti. In questo caso, tramite segnalazione diretta, le Entrate informano il concessionario alla riscossione di questo credito dello stesso contribuente che ha cartelle esattoriali da saldare.
La compensazione delle cartelle esattoriali oggi
In pratica, mettono le somme del rimborso fiscale da erogare al contribuente a disposizione dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione. Ciò affinché quest’ultima segnali la possibilità di compensazione al contribuente.
Nel primo caso, crediti e debiti si compensano, e se rimane ancora qualcosa da liquidare al contribuente, l’Agenzia delle Entrate provvederà a rimborsare la differenza. In caso di rigetto della proposta o di mancata risposta nei 60 giorni, il concessionario informerà l’Agenzia delle Entrate.
E si materializzeranno due diversi effetti: il rimborso fiscale spettante al contribuente sarà liquidato dall’Agenzia delle Entrate. Mentre per le cartelle, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione tornerà ad avviare le azioni di riscossione forzosa che erano state sospese durante il già citato iter di segnalazione di possibile compensazione.
Ecco cosa cambia effettivamente adesso
La riforma della riscossione modifica la compensazione volontaria dei crediti d’imposta con gli importi iscritti a ruolo. Prima di tutto fissando a 500 euro di rimborso fiscale la soglia minima a partire dalla quale la compensazione può trovare posto. Oggi non ci sono limiti di importo. E la compensazione si può usare anche per rimborsi fiscali meno elevati di 500 euro.
Inoltre, come già detto, nella compensazione volontaria che esce dalla riforma della riscossione si parla di cartelle scadute. Cioè di inadempimenti agli obblighi di pagamento, e non di semplici iscrizioni a ruolo. Infine, novità dalla riforma della riscossione è il fatto che le somme dei crediti da rimborsare al contribuente sono lasciate nella disponibilità dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione fino al 31 dicembre dell’anno successivo per l’eventuale avvio della riscossione forzata.