Previsioni sui titoli di stato italiani nel 2025: occhio ai primi mesi e soprattutto all’estate

Ecco le nostre previsioni sui titoli di stato italiani nel 2025. L'attenzione dovrà essere massima soprattutto in estate, ma anche all'inizio dell'anno.
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Previsioni sui titoli di stato nel 2025
Previsioni sui titoli di stato nel 2025 © Licenza Creative Commons

Il 2024 è ormai agli sgoccioli ed è tempo di previsioni sui titoli di stato italiani per l’anno prossimo. Sappiamo che le famiglie italiane ne hanno fatto incetta negli ultimi tre anni, approfittando dell’aumento dei rendimenti seguito al rialzo dei tassi di interesse. Ma gli acquisti negli ultimi mesi stanno rallentando, mentre accelerano le esposizioni degli investitori stranieri. Un passaggio di consegne che può riportarci alla situazione precedente al 2022, quando il canale retail era pressoché marginale sul fronte degli investimenti netti sul mercato sovrano.

Previsioni titoli di stato

La Banca Centrale Europea dovrebbe continuare a tagliare i tassi di interesse nel corso del 2025. Il mercato si aspetta che entro l’anno prossimo li riduca all’1,75-2% dal 3,25% attuale. Grazie a questa aspettativa, lo spread con i bond francesi è sceso fin sotto i 44 punti base nella seduta di ieri. Il rendimento decennale italiano offriva lo 0,44% in più rispetto a quello transalpino. Le distanze non erano mai state così corte sin dalla primavera del 2010. Sulla Francia ci torneremo tra poco.

Nuova emissione retail a inizio 2025?

Stando alla legge di Bilancio, le previsioni sui titoli di stato sono per emissioni nette nell’ordine dei 75 miliardi di euro. Come sempre, i primi mesi dell’anno saranno i più affollati per le aste. La liquidità sui mercati tende a concentrarsi nella parte iniziale, quando le disponibilità tra gli investitori istituzionali abbondano. Ed è proprio nel primo trimestre o al più tardi entro maggio che ci aspettiamo il collocamento di un quinto BTp Valore. Si tratta del bond con cedola crescente riservato alle famiglie e che tanto successo ha riscosso nelle edizioni. La terza segnò un record assoluto con ordini per 18,32 miliardi.

Anzi, è probabile che il Tesoro lanci anche un nuovo BTp Italia. L’inflazione italiana ha rallentato la corsa fino a scendere sotto l’1%. E’ stata dello 0,7% ad ottobre nel confronto annuale.

L’instabilità dei prezzi non è più l’assillo delle famiglie, le quali puntano adesso a recuperare il potere di acquisto perduto negli anni recenti. Tuttavia, nei portafogli c’è sempre l’esigenza di un asset che protegga dall’inflazione futura. E manca attualmente una scadenza a 8 anni. Il bond indicizzato all’indice FOI dell’Istat più lungo ha ancora scadenza nel giugno 2030. Probabile che il Tesoro senta l’esigenza di offrirne uno con scadenza nel 2033 per puntellare questo tratto scoperto della curva dei tassi.

Fattore Trump

A gennaio ci sarà l’insediamento della nuova amministrazione di Donald Trump. Già annunciati maxi-dazi contro Cina, Canada e Messico. Il prossimo obiettivo sarà l’Europa. C’è già tensione per le ripercussioni che questa svolta commerciale avrà sull’economia continentale. I primi mesi del 2025 saranno verosimilmente all’insegna del nervosismo sui mercati. Le previsioni sui titoli di stato italiani contemplano un rialzo dello spread, probabilmente contenuto. A meno che nel frattempo la BCE non acceleri il taglio dei tassi, prospettando per Paesi come l’Italia un beneficio relativamente più alto sui conti pubblici.

Superati i primi mesi, si spera al meglio, massima attenzione all’estate. La prossima rischia di essere più calda di quella passata. E non ci stiamo riferendo al clima. La Costituzione francese prevede che tra uno scioglimento dell’Assemblea Nazionale e l’altro debba trascorrere almeno un anno. Il presidente Emmanuel Macron mandò i francesi a votare il 30 giugno per il primo turno e il 7 luglio per i ballottaggi. Ne è scaturito il caos. L’assenza di una maggioranza ha portato alla nascita di un governo instabile, presieduto dal premier Michel Barnier. I bond francesi pagano pegno, anche a causa del deficit elevato per abbassare il quale servirebbero politiche sostenute dai deputati.

Previsioni titoli di stato, estate 2025 calda

Poiché l’impasse potrebbe non sbloccarsi, probabile che l’Eliseo richiami al voto i cittadini per la terza volta in tre anni.

I mercati saranno nervosissimi, come lo furono la volta scorsa. Temono la vittoria di Marine Le Pen, evitata solamente dalle desistenze nei collegi tra centristi e sinistra. Difficili da replicare, visto il clima di scontro sorto con la nascita di un governo nei fatti sostenuto dalla destra sovranista e che la gauche vede come fumo negli occhi, oltre che illegittimo. Tra le previsioni sui nostri titoli di stato che possiamo azzardare, nel caso di uno scenario simile lo spread con i Bund si amplierebbe, mentre si ridurrebbe con ogni probabilità con la Francia. Il resto lo faranno le agenzie di rating, che nel 2025 potranno promuovere i nostri bond e declassare quelli francesi.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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