Pensioni 2025, i conti delle rivalutazioni

Le pensioni 2025 vedranno un modesti aumenti, guidati da inflazione e regole di indicizzazione a scaglioni
1 giorno fa
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rivalutazione pensioni
Foto © Pixabay

Nel 2025, il tema delle pensioni sarà caratterizzato da una serie di modifiche influenzate principalmente dall’adeguamento all’acquisto. Questi cambiamenti, sebbene contenuti, avranno un impatto differenziato sui pensionati in base all’importo del loro trattamento pensionistico.

Ecco una panoramica dettagliata di cosa aspettarsi e quali meccanismi regolano le rivalutazioni in arrivo.

Rivalutazione pensioni 2025: inflazione bassa

A partire da gennaio 2025, le pensioni minime subiranno un incremento di 1,8 euro al mese , passando dagli attuali 614,77 euro a 616,57 euro. Si tratta di un modesto adeguamento, legato al tasso di aumento registrato quest’anno, ma che influirà comunque sul reddito di milioni di pensionati.

Il tasso di rivalutazione delle pensioni è fissato al 0,8% , una cifra inferiore rispetto all’1% che molti auspicavano. Questo tasso è calcolato sulla base dell’indice FOI (Indice dei Prezzi al Consumo per le Famiglie di Operai e Impiegati), esclusi i tabacchi, come stabilito dall’Istat.

Per il 2025, il governo ha deciso di mantenere un’ulteriore del 2,2% per garantire una rivalutazione complessiva del 3% . Si tratta di una misura leggermente inferiore rispetto al 2,7% applicata nel 2024, ma comunque necessaria per evitare una riduzione degli assegni pensionistici.

Una strategia si inserisce in un contesto di continui aggiustamenti, in cui il governo punta a mitigare gli effetti dell’inflazione senza gravare eccessivamente sul bilancio pubblico.

La rivalutazione per scaglioni

Dopo due anni colpiti da tagli e controversie legali, culminati con ricorsi alla Corte Costituzionale, il governo tornerebbe al modello di indicizzazione introdotto durante l’amministrazione Draghi. Questo sistema prevede un meccanismo progressivo, simile a quello utilizzato per l’imposta sul reddito (Irpef), con percentuale di rivalutazione che variano in base agli importi degli assegni pensionistici.

Ecco come funzionerebbe il sistema di indicizzazione per il 2025:

  • pensioni fino a quattro volte il minimo (fino a 2.400 euro): rivalutazione al 100%, pari all’intero tasso di inflazione dello 0,8%;
  • pensioni tra 2.400 e 3.000 euro: Rivalutazione al 90%, corrispondente a uno 0,72% di aumento;
  • pensioni superiori a 3.000 euro: rivalutazione al 75%, equivalente a un incremento dello 0,6% .

Pensioni 2025: alcuni esempi di indicizzazione

Questa politica di indicizzazione avrà effetti diversi a seconda dell’importo delle pensioni.

Di seguito alcuni esempi pratici degli aumenti previsti per il 2025:

  • una pensione lorda di 1.200 euro al mese vedrà un incremento di 9,60 euro;
  • per un assegno da 1.800 euro , l’aumento sarà di 14,40 euro lordi;
  • chi percepisce 2.800 euro avrà un’aggiunta di 20,16 euro lordi;

Per importi più elevati, ad esempio 4.500 euro lordi , l’incremento mensile raggiungerà i 27 euro.

Riassumendo…

  • Pensioni minimi 2025: incremento di 1,8 euro al mese, raggiungendo 616,57 euro.
  • Inflazione: rivalutazione fissata allo 0,8%, inferiore alle aspettative dell’1%.
  • Addizionale governativa: 2,2% per garantire un adeguamento complessivo del 3%.
  • Indicizzazione progressiva: rivalutazione differenziata in base all’importo, dal 100% al 75%.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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