Stellantis Pomigliano, così Elkann può evitare i 90 licenziamenti

Crisi Stellantis a Pomigliano: 90 lavoratori rischiano il licenziamento. Proteste e soluzioni possibili per evitare il dramma occupazionale.
18 ore fa
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Stellantis Pomigliano

Lo stabilimento Stellantis di Pomigliano d’Arco è al centro di una crisi lavorativa che rischia di avere pesanti ripercussioni per decine di famiglie. A pochi giorni dalla fine dell’anno, il mancato rinnovo del contratto per 90 lavoratori della Trasnova, azienda di logistica che opera all’interno del sito produttivo, ha scatenato proteste e blocchi. La mobilitazione ha portato all’attenzione nazionale il problema della precarietà occupazionale e ha messo sotto pressione la dirigenza Stellantis, guidata da John Elkann, affinché trovi una soluzione concreta per evitare questi licenziamenti.

Proteste e tensioni nello stabilimento

Le manifestazioni hanno avuto un impatto significativo, con i lavoratori che hanno bloccato l’accesso allo stabilimento, impedendo la normale circolazione di mezzi e personale. Questa protesta, organizzata dai dipendenti della Trasnova, ha trovato il sostegno di rappresentanti sindacali e di alcune realtà politiche locali, sottolineando il timore di una ricaduta sociale e occupazionale nella regione. La questione non è nuova: le tensioni a Pomigliano si trascinano da mesi. Lo sciopero dello scorso aprile, che fermò per otto ore la produzione, fu un chiaro segnale delle difficoltà interne. A luglio, il caldo estremo nei reparti contribuì a esacerbare il malcontento, spingendo i lavoratori a protestare per condizioni di lavoro più sicure e dignitose. Ora, però, la situazione è ancora più grave: a rischio ci sono posti di lavoro concreti.

Le difficoltà dell’automotive non sono cosa nuova, ma le ragioni specifiche hanno motivazioni ulteriori. La crisi nasce dalla decisione di Stellantis di non rinnovare il contratto con Trasnova, che ha gestito per anni la logistica dello stabilimento. Questo taglio, apparentemente legato a strategie di razionalizzazione dei costi, impatterebbe direttamente su 90 lavoratori, molti dei quali con famiglie a carico. Da una parte, Stellantis giustifica la scelta come necessaria per mantenere la competitività globale; dall’altra, i lavoratori e i sindacati denunciano una gestione insensibile alle esigenze del territorio.

L’impatto economico e sociale di questa scelta potrebbe essere devastante, non solo per i dipendenti interessati ma anche per l’intera comunità locale, che da decenni dipende dallo stabilimento come fonte primaria di occupazione.

Stellantis di Pomigliano, cosa può fare Elkann per evitare i licenziamenti

Si prospetta un Natale davvero terribile per i lavoratori dello stabilimento di Pomigliano, ma c’è ancora speranza. John Elkann, presidente di Stellantis, ha la possibilità e la responsabilità di intervenire per evitare i licenziamenti e trovare soluzioni alternative. Diverse strategie potrebbero essere messe in campo per affrontare questa crisi senza sacrificare 90 posti di lavoro:

  • Internalizzare la logistica: Stellantis potrebbe decidere di assorbire direttamente i lavoratori di Trasnova, integrandoli nella propria organizzazione. Questa mossa non solo garantirebbe la continuità occupazionale, ma potrebbe anche migliorare l’efficienza gestionale a lungo termine.
  • Redistribuzione delle mansioni: Invece di licenziare, l’azienda potrebbe formare i lavoratori per impiegarli in altri reparti dello stabilimento, specialmente in vista di una possibile riconversione verso modelli più sostenibili o elettrici.
  • Contratti a tempo determinato con garanzia di rinnovo: Elkann potrebbe proporre una proroga dei contratti per il 2024, dando il tempo necessario per valutare alternative meno drastiche.
  • Dialogo con il governo: Stellantis potrebbe collaborare con il governo italiano per accedere a fondi o incentivi che agevolino la gestione della crisi occupazionale. In passato, lo stabilimento di Pomigliano ha già beneficiato di aiuti statali, e una nuova intesa potrebbe rappresentare una soluzione praticabile.

Il ruolo delle istituzioni

La politica non può restare a guardare. La crisi di Pomigliano rappresenta un banco di prova per il governo italiano, che deve dimostrare di saper intervenire in difesa del lavoro e delle famiglie. Incentivare Stellantis a mantenere i posti di lavoro attraverso agevolazioni fiscali o contributi economici potrebbe essere una leva efficace per risolvere la situazione.

Allo stesso tempo, le istituzioni locali devono continuare a sostenere le richieste dei lavoratori, rafforzando il dialogo tra le parti e vigilando sull’applicazione delle normative a tutela dell’occupazione.

La vicenda di Pomigliano d’Arco non è solo una questione di numeri o di strategie aziendali. Si tratta di una sfida che coinvolge la responsabilità sociale di un grande gruppo industriale come Stellantis e il suo impegno verso le comunità che da anni sostengono la sua crescita. John Elkann ha davanti a sé una scelta importante: continuare su una strada che rischia di alienare lavoratori e territorio, o dimostrare che un colosso globale può essere anche un modello di inclusione e rispetto. La risposta a questa crisi non sarà solo un banco di prova per l’azienda, ma un esempio per l’intero settore industriale italiano.

Riassumendo…

  • A Pomigliano 90 lavoratori della logistica rischiano il licenziamento entro fine anno, causando proteste e blocchi.
  • La crisi nasce dalla mancata proroga del contratto di Trasnova, con gravi conseguenze per l’occupazione locale.
  • Stellantis potrebbe evitare i licenziamenti attraverso soluzioni come l’internalizzazione o il dialogo con le istituzioni.

Daniele Magliuolo

Redattore di InvestireOggi.it dal 2017 nella sezione News, si occupa di redazione articoli per il web sin dal 2010.
Tra le sue passioni si annoverano cinema, filosofia, musica, letteratura, fumetti e altro ancora. La scrittura è una di queste, e si dichiara felice di averla trasformata in un vero e proprio lavoro.
Nell'era degli algoritmi che archiviano il nostro sentire al fine di rinchiuderci in un enorme echo chamber, pone al centro di ogni suo articolo la riflessione umana, elemento distintivo che nessuna tecnologia, si spera, potrà mai replicare.

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