La pensione può essere considerata come l’obiettivo di una vita intera per tutti i lavoratori. Anni di lavoro, lunghi periodi di sacrifici e contributi, soldi spesi per l’obiettivo futuro di andare in pensione. E una volta raggiunto l’obiettivo, cosa si fa? Riposo, certo, tranquillità anche. Ma è importante provare a ottenere qualcosa in più del solo trattamento standard. In effetti, dopo la pensione, un contribuente può ottenere ulteriori prestazioni dall’INPS: somme aggiuntive che possono consistere nel trattamento minimo, nella maggiorazione sociale o nel supplemento di pensione.
Cosa prendere dopo la pensione dall’INPS: ecco cosa chiedere all’Istituto
C’è un elemento comune tra trattamento minimo, maggiorazione sociale, supplemento di pensione e così via. Si tratta, infatti, di somme aggiuntive a favore dei pensionati, le quali richiedono, però, la presentazione di apposite domande all’INPS.
Si parla di pensionati che si trovano in condizioni economiche difficili, tali da avere diritto a determinati emolumenti aggiuntivi e prestazioni di sostegno, oppure di pensionati che dispongono di contributi non utilizzati alla data di decorrenza della pensione, o ancora di contributi versati successivamente. Anche il trattamento minimo sulle pensioni INPS va richiesto con un’apposita domanda.
Il trattamento minimo sulle pensioni INPS
In queste settimane, il trattamento minimo sulle pensioni INPS è diventato un argomento molto caldo. Con l’aumento delle pensioni 2025, infatti, il trattamento minimo passerà dagli attuali 598,61 euro al mese a circa 603 euro.
Per integrazione al trattamento minimo si intende un incremento dell’importo della pensione, a condizione che il pensionato presenti determinati requisiti reddituali, in genere molto bassi e prossimi al cosiddetto “minimo vitale”. L’integrazione al trattamento minimo è una prestazione aggiuntiva spettante solo ai pensionati che hanno ottenuto una pensione con calcolo misto, poiché non è prevista per le pensioni contributive.
I limiti di reddito per ottenere l’integrazione della pensione
Per ottenere l’integrazione al trattamento minimo sulle pensioni INPS, il titolare deve disporre di un reddito proprio non superiore al doppio del trattamento stesso, se la pensione ha avuto inizio entro il 31 dicembre 1993. Per le pensioni con decorrenza successiva al 1993, invece, si considera anche il reddito del coniuge. In tal caso, l’integrazione spetta solo se il reddito cumulato non supera un limite pari a quattro volte il trattamento minimo annuo.
Maggiorazione sociale, ecco di cosa si tratta per le pensioni INPS
Un’altra prestazione aggiuntiva è la maggiorazione sociale, anch’essa rivolta a pensionati con trattamento calcolato con il sistema misto. Non è infatti prevista per le pensioni contributive. La maggiorazione sociale si applica alle pensioni di importo basso ed è cumulabile con l’integrazione al trattamento minimo. I limiti di reddito da non superare per godere delle maggiorazioni vengono stabiliti annualmente e adeguati secondo la rivalutazione.
La domanda di ricostituzione per far valutare anche i contributi non versati prima
Una soluzione utile ai pensionati che, alla data di decorrenza della pensione, non hanno fatto valere tutti i contributi (effettivi o figurativi) esistenti, è la domanda di ricostituzione di pensione. Con questa procedura è possibile ricalcolare la pensione tenendo conto di contribuzioni precedentemente non considerate, ottenendo così un possibile incremento dell’importo complessivo.
Il supplemento di pensione, ecco cos’è
Sulle pensioni esiste anche la possibilità di ottenere il supplemento di pensione. Questo strumento serve per farsi ricalcolare la pensione, includendo i contributi relativi a periodi di versamento successivi alla data di decorrenza della stessa.
Si tratta di un’opzione particolarmente utile per chi, dopo il pensionamento, ha continuato a lavorare e a versare contributi.
I contributi versati dopo il pensionamento consentono di richiedere, previa domanda, un supplemento di pensione che si aggiunge all’importo già percepito.