Il Decreto Fiscale 155/2024 (collegato alla manovra di bilancio 2025), approvato anche dalla Camera con 192 voti favorevoli e 112 contrari, diventa definitivo. Introduce importanti novità per i contribuenti italiani. Tra le disposizioni più rilevanti, spicca la possibilità di rinviare e rateizzare il secondo o unico acconto imposte 2024, scadenza cruciale per molte partite IVA.
Questa misura, del tutto analoga a quella che fu adottata anche per il 2023, rappresenta una risposta alle esigenze di liquidità di piccoli imprenditori e professionisti, seguendo la scia di provvedimenti simili adottati in passato.
Secondo acconto imposta 2024, rinvio e rateizzazione: beneficiari
La misura interessa esclusivamente i titolari di partita IVA (persone fisiche) con ricavi o compensi dichiarati per l’anno fiscale 2023, indicati nel Modello Redditi 2024, non superiori a 170.000 euro. Questi contribuenti possono optare per un rinvio del pagamento del secondo o unico acconto imposte 2024 al 16 gennaio 2025, senza alcuna penalità o interessi aggiuntivi, oppure scegliere un piano di rateizzazione.
La possibilità di rateizzare prevede il pagamento in cinque rate mensili di pari importo, con la prima scadenza fissata sempre al 16 gennaio 2025. Le rate successive seguiranno una cadenza mensile, con scadenza il giorno 16 di ogni mese fino a maggio 2025. Tuttavia, è importante notare che, a partire dalla seconda rata, saranno applicati interessi sugli importi dovuti.
Anche i contribuenti che operano in regime forfettario possono usufruire di questa opportunità, rendendo la misura particolarmente inclusiva per le piccole realtà economiche.
Per chi non è prevista alcuna agevolazione?
I contribuenti che non rientrano nei parametri sopra descritti, ovvero quelli con ricavi o compensi superiori a 170.000 euro, i NON titolari di partita IVA e le società, non hanno diritto al rinvio né alla rateizzazione. Per questi soggetti, il termine di pagamento del secondo o unico acconto imposte 2024 rimane invariato al 2 dicembre 2024, data che rappresenta la scadenza ordinaria stabilita dalla normativa fiscale.
Dunque, se questi soggetti non hanno rispettato detta scadenza, ora devono solo ricorrere al ravvedimento operoso (art. 13 D. Lgs. n. 13/1997) per rimediare.
Come funziona la rateizzazione?
Per chi sceglie di dilazionare il pagamento, è fondamentale rispettare le seguenti scadenze e condizioni:
- prima rata: da versare entro il 16 gennaio 2025, senza interessi;
- rate successive: le restanti quattro rate scadranno il 16 di ogni mese fino a maggio 2025.
Su queste verranno applicati interessi, calcolati secondo i tassi stabiliti dalla normativa fiscale vigente.
Questa flessibilità nel pagamento mira a ridurre l’impatto finanziario che la scadenza dell’acconto potrebbe avere su quei contribuenti che si trovano ad affrontare difficoltà di liquidità, soprattutto in un contesto economico caratterizzato da incertezze e costi crescenti.
Rinvio secondo acconto imposte 2024: confronto e considerazioni
Il rinvio e la rateizzazione dell’acconto non sono una novità assoluta nel panorama fiscale italiano. Provvedimento analogo fu previsto anche per il secondo o unico acconto imposte 2023, dimostrando l’efficacia di queste misure nel supportare le piccole e medie imprese. Stessi destinatari e stesse scadenze. Quindi, unica soluzione entro il 16 gennaio 2024, ovvero 5 rate dal 16 gennaio 2024 al 16 maggio 2024.
La decisione di rinviare o rateizzare anche il secondo o unico acconto imposte 2024 offre un margine di respiro importante per i titolari di partita IVA con redditi contenuti. Tuttavia, è essenziale valutare con attenzione le implicazioni finanziarie di ciascuna opzione:
- rinvio in soluzione unica: questa scelta consente di posticipare l’intero importo al 16 gennaio 2025 senza ulteriori oneri. È ideale per chi prevede di avere una maggiore disponibilità di liquidità all’inizio del nuovo anno;
- rateizzazione: offre una maggiore flessibilità, suddividendo il pagamento in cinque tranche. Tuttavia, l’applicazione degli interessi sulle rate successive alla prima può comportare un costo aggiuntivo, che deve essere considerato nella pianificazione finanziaria.
Nonostante i vantaggi offerti, la misura non è esente da critiche. L’esclusione dei contribuenti con ricavi superiori a 170.000 euro solleva, come lo scorso anno, dubbi sull’equità del provvedimento, lasciando fuori una fascia significativa di professionisti e imprese che, pur superando tale soglia, potrebbero comunque trovarsi in difficoltà.
Inoltre, l’applicazione di interessi sulle rate successive potrebbe rappresentare un ulteriore onere per chi opta per la dilazione. Ma lo Stato deve, comunque, fare i conti con il proprio bilancio. Rinviare per tutti significherebbe minore risorse disponibili per la fine di questo 2024 e un differimento di entrate erariali al 2025.
Riassumendo…
- Rinvio Acconto: secondo o unico acconto imposte 2024 rinviabile al 16 gennaio 2025.
- Rateizzazione: possibile suddividere il pagamento in cinque rate mensili, con interessi dal secondo mese.
- Beneficiari: titolari di partita IVA, persone fisiche, con ricavi/compensi 2023 fino a 170.000 euro.
- Regime Forfettario: anche i contribuenti in regime forfettario possono accedere a rinvio e rateizzazione.
- Esclusi: contribuenti sopra i 170.000 euro, società e NON titolari di partita IVA, devono rispettare la scadenza ordinaria del 2 dicembre 2024.
- Criticità: misura limitata per soggetti esclusi; interessi sulle rate possono essere un ulteriore costo.