Sulle emissioni delle auto in Europa si combatte una battaglia per la sopravvivenza del settore

Il tetto per le emissioni di CO2 delle auto vendute in Europa si abbassa drasticamente e rischia di devastare il settore.
6 ore fa
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Emissioni auto europee 2025, limiti e sanzioni
Emissioni auto europee 2025, limiti e sanzioni © Licenza Creative Commons

L’Acea, l’associazione che raggruppa i costruttori automobilistici europei, punta al rinvio delle sanzioni legate al mancato rispetto dei nuovi target sulle emissioni di CO2 delle auto. Nel mirino c’è il Corporate Average Fuel Economy (CAFE), una norma dell’Unione Europea, in base alla quale, in media, i veicoli venduti nel 2025 da ciascuna casa non potranno eccedere i 93,6 grammi/km di anidride carbonica prodotta. Si tratta di un taglio superiore di oltre il 19% rispetto al target di 116 fissato per quest’anno.

Ed è praticamente certo che la maggior parte dei costruttori non sarà in grado di rispettare l’obiettivo. Le sanzioni saranno salatissime: 95 euro per ciascun grammo per km eccedente il limite, moltiplicato per il numero delle auto vendute sul mercato europeo.

Emissioni auto, multe miliardarie in vista per Volkswagen e altri

Solo per darvi conto di quello che potrebbe significare: Volkswagen nel 2023 ha venduto 2,7 milioni di veicoli nell’Unione Europea. Immaginiamo che questo fosse il dato anche per l’anno prossimo. Sempre lo scorso anno le sue emissioni di CO2 per km furono pari a una media di 120 grammi. Se i tedeschi non fossero capaci di tendere all’obiettivo fissato da Bruxelles, per l’anno prossimo si ritroverebbero a pagare 2.375 euro per ciascuna vettura venduta, cioè un totale di 6,4 miliardi di euro di multa.

Il target nello specifico per Wolfsburg sarà di 95 grammi per km, in quanto dipende da vari fattori. Cambia poco. Stellantis non dovrà eccedere i 96 grammi per km dai 105 del 2023. La casa italo-francese parte molto meglio di molte sue rivali. Volvo e Tesla già soddisfano di gran lunga i limiti imposti, attestandosi rispettivamente a 70 e 45 gr/km. La svedese già scendeva a 56 gr/km nel primo trimestre di quest’anno.

Pooling rimedio momentaneo

La stessa Unione Europea consente alle case di abbattere le emissioni ufficiali di CO2 sulle auto vendute attraverso il “pooling”.

In pratica, più costruttori possono presentarsi come se fossero un’unica entità. In questo caso, varranno i dati medi aggregati. Il rimedio conviene quando una casa eccede i limiti e un’altra riesce a starvi al di sotto. Mettendosi insieme, in media le emissioni risulteranno inferiori ai limiti e la prima potrà evitare la sanzione. Ovviamente, la seconda non offrirà il suo sostegno gratis. Pretenderà una contropartita, che verosimilmente consisterà in un pagamento in denaro.

Irrealistici obiettivi sulle auto elettriche

Ci sono due modi per abbassare le emissioni delle nuove auto vendute: migliorare la tecnologia dei motori a combustione per renderli meno inquinanti; aumentare la quota di auto elettriche. Da calcoli indipendenti, emerge che le immatricolazioni per queste ultime dovrebbero salire fino al 37% del totale. Una quota doppia rispetto alle ultime percentuali disponibili. E il trend è negativo, tant’è che la stessa Acea preme per rinviare il divieto dal 2035 di vendere auto diverse dalle elettriche. Non c’è mercato e difficilmente la ripresa potrà arrivare nei prossimi mesi.

Le stesse sanzioni sulle emissioni delle auto in Europa starebbero avendo l’effetto paradossale di frenare la transizione verso l’elettrico, devastando l’intero mercato. I maggiori investimenti richiesti per puntare sulla nuova linea, associati ai costi delle sanzioni previste, stanno portando ad una lievitazione generale dei prezzi. La domanda, già debole con la pandemia, non fa che flettere. I costruttori sono costretti a spalmare i maggiori costi su un parco macchine inferiore ed ecco essersi innescato un circolo vizioso.

Emissioni auto al test elettorale in Germania

Le possibili soluzioni? Si va dal rinvio del target per il 2025 al “congelamento” delle multe, passando per la loro riduzione sostanziosa e/o per la fissazione di obiettivi più morbidi e realistici per il prossimo anno. L’Italia sostiene l’Acea nella richiesta alla Commissione di rivedere la disciplina.

La Germania non ha una posizione chiara, anche perché è già in campagna elettorale e sulle emissioni delle auto si gioca uno scontro ormai identitario tra Verdi e tutti gli altri partiti. E il paradosso è che proprio le case tedesche risultano le più colpite, come segnalano i licenziamenti di questi mesi. D’altra parte c’è il timore a Berlino che un rinvio possa nuocere all’innovazione tecnologica dei costruttori domestici, i quali sono rimasti molto indietro nella competizione internazionale.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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