Che valore ha la PEC dell’Agenzia delle Entrate? Come canta Fabrizio Moro con il brano Pensa: “Ci sono stati uomini che hanno scritto pagine, appunti di una vita dal valore inestimabile”. Tante sono le cose che hanno un valore così importante da poter avere un impatto diretto sulla nostra stessa esistenza o comunque su alcuni aspetti della nostra quotidianità, come ad esempio il bilancio familiare.
Basti pensare agli oggetti costosi, ma anche alle comunicazioni da parte del Fisco che possono portare con loro conseguenze, purtroppo, indesiderate.
Pec del Fisco ai titolari di partita IVA
Tra fine novembre e inizio dicembre l’Agenzia delle Entrate ha inviato una serie di comunicazioni tramite posta elettronica certificata a molti contribuenti. Attraverso quest’ultime il Fisco ha cercato di convincere le partite IVA ad aderire al concordato preventivo biennale. Una situazione che ha destato un bel po’ di polemiche, tanto da portare l’Agenzia delle Entrate a fornire delucidazioni in merito. In particolare, come è possibile leggere sul sito dell’ente di amministrazione finanziaria del nostro Paese, coloro che hanno ricevuto una comunicazione in merito ad una possibile anomalia inerente il reddito dal dichiarato, ma che non hanno riscontrato inesattezze, non devono fare nulla.
“La comunicazione ricevuta ha un valore puramente informativo, non anticipa un’attività di controllo e non richiede di attivarsi per fornire un riscontro all’Agenzia delle entrate”. L’obiettivo di tale comunicazione, viene sottolineato, è di “far conoscere gli strumenti introdotti dal Legislatore, l’Agenzia delle entrate condivide preventivamente i dati di cui dispone. L’intento dell’informativa è di richiamare l’attenzione sulla possibilità di verificare quanto dichiarato e consentire la correzione in autonomia di eventuali errori”.
Che valore ha la PEC dell’Agenzia delle Entrate?
Ma che valore ha effettivamente la PEC dell’Agenzia delle Entrate? Ebbene, come si evince dal sito dell’AGID, Agenzia per l’Italia digitale, la Posta Elettronica Certificata ha lo stesso valore legale di una tradizionale raccomandata con ricevuta di ritorno.
L’importanza di aprire la PEC del Fisco
Nel caso in cui si dovesse trovare nella propria casella di posta elettronica certificata un messaggio da parte dell’Agenzia delle Entrate o dell’Agenzia delle Entrate – Riscossione, si consiglia di aprirlo. Si tratta, infatti, di una notifica a tutti gli effetti di legge, così come quando il Fisco invia una raccomandata cartacea con ricevuta di ritorno. Non aprire il messaggio, ovviamente, equivale a non aver preso conoscenza della comunicazione. Questo, però, non salva il contribuente dalle eventuali conseguenze. Se il Fisco notifica tramite PEC un avviso bonario, il contribuente non potrà cercare di giustificarsi asserendo di non aver pagato poiché non ha aperto la PEC. Il contribuente è giustificato solamente nel caso in cui l’Amministrazione finanziaria abbia notificato su una PEC diversa da quella comunicata in precedenza dal soggetto interessato o diversa da quella indicata nel registro INI-PEC.