NASPI per chi era in cassa integrazione zero: l’INPS detta indicazioni di calcolo

La NASPI garantisce un sostegno economico ai lavoratori disoccupati, anche a situazioni particolari come la cassa integrazione a zero
3 ore fa
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naspi e dis-coll
Foto © Investireoggi

La Nuova prestazione di Assicurazione Sociale per l’Impiego (NASpI) rappresenta un importante strumento di sostegno al reddito per i lavoratori che perdono involontariamente il proprio impiego. Il decreto legislativo 4 marzo 2015, n. 22, stabilisce le regole fondamentali per il calcolo NASPI, in particolare all’articolo 4, comma 1, dove viene descritto il metodo per calcolare l’importo spettante.

Secondo questa norma, l’indennità è determinata sulla base della retribuzione imponibile ai fini previdenziali percepita nei quattro anni precedenti la cessazione del rapporto di lavoro.

Tale retribuzione viene divisa per il numero di settimane di contribuzione nel medesimo periodo e successivamente moltiplicata per il coefficiente 4,33. Questo metodo consente di ottenere un importo mensile che riflette in modo equo le condizioni economiche pregresse del lavoratore.

Calcolo NASPI: il problema della Cassa Integrazione a zero.

In alcuni casi, però, l’applicazione di questa formula standard di calcolo NASPI risulta complessa o addirittura impossibile. Un esempio tipico è rappresentato dai lavoratori che, durante l’intero quadriennio di riferimento, non hanno percepito alcuna retribuzione imponibile. Questo può verificarsi, ad esempio, quando un dipendente è stato posto in cassa integrazione a zero ore per tutto il periodo in questione.

In tali situazioni, non essendoci giornate lavorative registrate nei flussi contributivi/retributivi (Uniemens), non è possibile calcolare un imponibile previdenziale utile. Inoltre, non è applicabile il cosiddetto “meccanismo di neutralizzazione”, utilizzato in altre circostanze per estendere il quadriennio di osservazione e verificare il soddisfacimento dei requisiti contributivi minimi (ad esempio, le tredici settimane di contribuzione necessarie per accedere alla NASpI).

L’intervento dell’INPS: la soluzione applicabile

In risposta a segnalazioni specifiche riguardanti questa problematica, l’INPS ha fornito indicazioni operative per gestire i casi in cui non siano disponibili retribuzioni utili per il calcolo della NASpI. In accordo con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, l’Istituto prevede che, in assenza di imponibili previdenziali diretti, si possano utilizzare i dati relativi alla contribuzione figurativa derivante dalle integrazioni salariali.

Questa contribuzione figurativa, riconosciuta per i periodi di cassa integrazione sostitutiva della retribuzione, rappresenta una base utile per determinare l’importo della NASpI. Le somme figurative, erogate dall’azienda e successivamente conguagliate, oppure pagate direttamente dall’INPS, vengono valorizzate per ricostruire un imponibile previdenziale di riferimento. In questo modo, si riesce a garantire un calcolo equo anche per chi, pur avendo diritto alla prestazione, non presenta retribuzioni dirette nel periodo considerato.

Calcolo NASPI: implicazioni pratiche del metodo alternativo

L’utilizzo della contribuzione figurativa per il calcolo della NASpI offre una soluzione concreta per i lavoratori che si trovano in situazioni particolari, come quella della cassa integrazione a zero ore. Tuttavia, è importante considerare che l’applicazione di questa metodologia richiede una precisa ricostruzione dei dati contributivi da parte dell’azienda e/o dell’INPS.

In particolare, le aziende devono garantire l’esattezza dei flussi contributivi trasmessi all’INPS, assicurandosi che le integrazioni salariali siano correttamente riportate e valorizzate. Allo stesso tempo, l’Istituto deve verificare la coerenza di tali dati con le richieste di NASpI presentate dai lavoratori, per evitare errori o ritardi nell’erogazione delle prestazioni.

L’INPS, comunque, fa sapere che al messaggio di chiarimento sul calcolo NASPI per chi era in cassa integrazione zero (Messaggio n. 4254/2024) ne seguirà un altro con istruzioni operative per tutti gli uffici territoriali.

Riassumendo

  • Base calcolo NASPI: retribuzione imponibile degli ultimi quattro anni divisa per settimane di contribuzione.
  • Casi complessi: problemi sorgono se nel quadriennio non ci sono retribuzioni utili registrate.
  • Cassa integrazione: integrazioni salariali sostitutive usate in assenza di retribuzioni imponibili dirette.
  • Contributo figurativo: rilevante per calcolare la NASPI in periodi di sospensione lavorativa prolungata.
  • Ruolo INPS: indica procedura per casi senza retribuzioni imponibili nel quadriennio.
  • Obiettivo NASPI: garantire equità e sostegno economico ai lavoratori in situazioni lavorative difficili.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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