Il dovere di ogni banca italiana è quello di mettere il risparmiatore nelle condizioni di effettuare scelte d’investimento consapevoli e di guidarlo, con informazioni veritiere ed accurate, lungo tutta la vita dell’investimento.
Purtroppo la maggior parte degli Intermediari non adempie ai propri doveri, ma si limita esclusivamente a dare consigli che fanno i propri interessi e non quelli del cliente. Conseguentemente, tutte le volte che subiamo perdite dai nostri investimenti, dobbiamo domandarci se la causa risieda realmente nella ‘sfortuna’ di aver avuto il mercato contro oppure nella responsabilità della banca, che non ha rispettato la normativa vigente.
Come sancito infatti anche dalla Suprema Corte di Cassazione con la sentenza n.35789, qualora le negligenze della banca comportino danni economici agli investitori, questi hanno diritto al giusto risarcimento.
Cassazione: la sentenza che tutela gli investitori
Con la Sentenza n.35789 del 6 Dicembre 2022, avente per oggetto la compravendita di obbligazioni argentine, la Corte Suprema ha individuato diverse criticità imputabili alla banca che danneggiano l’investitore.
Tale sentenza tutela i diritti di tutti coloro che hanno subito perdite su investimenti a causa di comportamenti inadeguati e inadempienti della banca. Inoltre consente agli stessi investitori di ottenere il giusto risarcimento. I comportamenti scorretti violano i principi di correttezza, diligenza e trasparenza richiesti agli intermediari. Quest’ultimi sono infatti tenuti a rispettare tali principi sia prima che dopo la stipula del contratto, per tutta la vita dell’investimento.
Prima di dare corso ad un investimento e di stipulare un contratto, la banca ha inoltre l’obbligo di raccogliere dal cliente tutte le informazioni sul suo profilo MiFID. In particolare deve verificare conoscenze finanziarie, esperienze pregresse ed obiettivi d’investimento, così da avere una profilatura corretta e dettagliata dell’investitore.
Spesso non è così perché per accedere a determinati investimenti, le banche forzano le risposte del questionario: creano profili falsati in grado di garantire ogni tipo di investimento, andando contro la vera natura finanziaria del risparmiatore.
Obbligo informativo sui rischi dell’investimento
Per di più, sempre in capo all’intermediario, vi è l’obbligo di informare dettagliatamente il cliente sugli specifici rischi del singolo investimento che si appresta ad eseguire. L’assenza di una completa informativa sui rischi indurrà nel cliente uno stato di “disorientamento” che gli preclude ingiustamente una conoscenza dell’esposizione dei propri risparmi.
Le banche non danno aggiornamenti sullo stato di salute finanziaria e patrimoniale dell’emittente dei titoli causando evidenti ambiguità. Ciò è successo nel caso delle obbligazioni Astaldi, bond Venezuela e delle obbligazioni argentine, quest’ultime oggetto della Sentenza della Cassazione.
Ogni volta che l’intermediario non fornisce al cliente tutte queste informazioni necessarie, avrà commesso un inadempimento che legittima l’investitore ad ottenere il risarcimento del danno subito.
Altre criticità imputabili all’intermediario bancario
Il principio ribadito dalla Cassazione è che anche l’investitore più esperto o colui che predilige operazioni rischiose, ha diritto al risarcimento del danno qualora l’intermediario non abbia fornito tutte le informazioni sui rischi dell’investimento. L’inosservanza dei doveri informativi da parte dell’intermediario è fattore di disorientamento dell’investitore, che condiziona quindi le sue scelte.
Inoltre, in questo specifico caso, a seguito del default dello stato argentino, la Cassazione ha chiarito che l’obbligo di risarcimento del danno per inadempimento sarà costituito da due parti. Da un lato dalla rivalutazione monetaria sulla somma investita, dall’altro dagli interessi compensativi, che avrebbero generato utilità al creditore se l’evento negativo non si fosse verificato. Questa condizione vale anche per altri tipi di investimenti come quelli per i bond Venezuela, per le obbligazioni Astaldi, Portugal Telecom e molti altri.
Grazie a questa sentenza epocale della Corte di Cassazione, le possibilità dei risparmiatori di recupero di perdite subite su investimenti poggiano su basi giuridiche molto più sicure.