E alla fine si torna a parlare ancora una volta di pensioni minime e di aumento delle pensioni 2025. Nessuna novità al riguardo, perché fino a quando la Legge di Bilancio non vedrà definitivamente i natali, tutto può ancora succedere. Come si legge su diversi siti, per esempio, pare che tra i vari emendamenti che stanno ritardando l’approvazione definitiva della manovra (che approderà in aula domani per il voto di fiducia), c’è una proposta di aumentare di 8 euro le pensioni già soggette a maggiorazione sociale.
Parliamo di pensioni minime, quindi, le stesse che hanno scatenato polemiche e manifestazioni con quegli aumenti inferiori ai 2 euro di cui si parla da tempo.
Prima di analizzare cosa sta succedendo e chi saranno i beneficiari ipotizzati da questa proposta, è meglio capire bene come si è arrivati a questo punto.
Gli aumenti delle pensioni del 2023, del 2024 e lo scenario 2025
Ogni anno le pensioni vengono adeguate al tasso di inflazione. A gennaio di ogni anno vengono applicati gli aumenti in base al tasso di inflazione di previsione che l’ISTAT certifica tra novembre e dicembre. Un tasso provvisorio, basato sui dati degli aumenti del costo della vita e dell’indice dei prezzi dei primi tre trimestri.
Il tasso di previsione 2022 da gennaio a settembre di quell’anno, che ha generato aumenti a partire da gennaio 2023, è stato del 7,3%. Poi, quando l’ISTAT certifica il tasso definitivo comprensivo dell’ultimo trimestre del 2022, l’inflazione definitiva di quell’anno fu confermata all’8,1%.
In quel caso, oltre agli aumenti del 7,3% di gennaio, ai pensionati a dicembre 2023 arrivò il conguaglio con arretrati da gennaio 2023 a dicembre 2023 per la differenza tra 8,1% e 7,3%.
Nel 2024, a gennaio, le pensioni sono salite del 5,4%, come da tasso provvisorio di inflazione 2023. Nel 2024 niente conguagli perché il 5,4% di tasso di previsione è diventato anche tasso definitivo. Il problema è che le percentuali di inflazione del 2022 e del 2023 sono nettamente superiori a quelle registrate nel 2024.
Il meccanismo della rivalutazione delle pensioni
Nel 2024, le pensioni sono state aumentate del 5,4% ma con un discutibile e discusso meccanismo che, tra le altre cose, è finito pure davanti alla Corte Costituzionale per una sua presunta incostituzionalità. Infatti, le pensioni salirono con il seguente meccanismo:
- 100% di rivalutazione (5,4%) sulle pensioni fino a 4 volte il trattamento minimo;
- 85% del 5,4% sulle pensioni sopra 4 e fino a 5 volte il trattamento minimo;
- 53% del 5,4% sulle pensioni sopra 5 e fino a 6 volte il trattamento minimo;
- 47% del 5,4% sulle pensioni sopra 6 e fino a 8 volte il trattamento minimo;
- 37% del 5,4% sulle pensioni sopra 8 e fino a 10 volte il trattamento minimo;
- 22% del 5,4% sulle pensioni sopra 10 volte il trattamento minimo.
Nel 2025 il meccanismo verrà cambiato. E, come detto, riguarda l’aumento dello 0,8% di inflazione. Nel dettaglio, abbiamo:
- 100% di rivalutazione (0,8%) sulle pensioni fino a 4 volte il trattamento minimo;
- 90% dello 0,8% sulla parte di pensione sopra 4 e fino a 5 volte il trattamento minimo;
- 75% del 5,4% sulla parte di pensione sopra 5 volte il trattamento minimo.
Come è evidente, un meccanismo migliore sarà usato nel 2025 rispetto al 2024. Ma essendo nettamente più bassa la percentuale di aumento delle pensioni, gli incrementi saranno irrisori. Nulla cambia tra i due meccanismi per le pensioni minime, che sono sempre aumentate al 100%.
Aumento pensioni 2025 da 8 euro al mese? Ecco cosa c’è di vero per le pensioni minime
Le polemiche si sono scatenate sul fatto che tra 2024 e 2025 le pensioni minime salirebbero, stando ai calcoli, solo di 1,80 euro al mese. Nel 2024, le pensioni minime dopo l’aumento del 5,4% di gennaio passarono a 598,61 euro al mese. Il governo, però, sulle pensioni integrate al trattamento minimo, decise di concedere una extra rivalutazione del 2,7%, così da portare il trattamento minimo a 614,77 euro al mese.
Aumento previsto però solo per il 2025, perché si trattava di un aumento straordinario. Nel 2025, questo incremento è confermato, ma passando dal 2,7% al 2,2%. Un 2,2% che, sommato allo 0,8%, farà salire le pensioni minime del 3%. Ma partendo da un importo al netto dell’extra aumento precedente, cioè partendo da quello che doveva essere il vero trattamento minimo 2024 pari a 598,61 euro, in questo modo le pensioni minime nel 2025 saliranno fino a 616,57 euro. Ed ecco che arriviamo ai già citati 1,80 euro di incremento.
Aumento pensioni 2025 da 104 euro
Adesso, però, pare che un emendamento tra quelli che sono ancora in discussione e che hanno portato due giorni di ritardo nel calendario dell’approdo in aula della Legge di Bilancio, porterebbe alcuni trattamenti minimi ad aumentare di 8 euro. Sarebbero esattamente 104 euro di aumento annuo.
L’aumento in questione, stando alle ipotesi e alle indiscrezioni, riguarderebbe solo i pensionati al minimo, con trattamenti su cui ci sono le maggiorazioni sociali e solo per chi ha compiuto già 70 anni di età. Come tutti sanno, infatti, le maggiorazioni sociali sono appannaggio di pensionati a partire dai 60 anni. Questo aumento, in base all’ipotesi, riguarderebbe solo quelli più anziani.
In definitiva, sarebbe l’importo mensile della maggiorazione sociale del trattamento pensionistico a salire di 8 euro. E naturalmente salirebbero anche i limiti di reddito utili a godere delle maggiorazioni, sempre di 104 euro.