Siamo quasi arrivati alla fine del 2024 e anche quest’anno chi è in regime forfettario dovrà verificare il permanere dei requisiti per continuare ad applicarlo.
In primis la verifica riguarda i ricavi/compensi conseguiti nel 2024. E’ stato superato o no il limite di 85.000 euro? E se si supera anche la soglia di 100.000 euro?
In applicazione del principio di cassa, dovranno essere considerati solo i ricavi o compensi effettivamente incassati durante l’anno, indipendentemente da quando sono stati maturati.
Oltre ai ricavi a fine anno andrà verificata anche un altro importante requisito.
Il limite dei ricavi per rimanere nel forfettario 2025
Possono sfruttare il regime forfettario 2025 coloro i quali:
- hanno conseguito ricavi ovvero hanno percepito compensi, ragguagliati ad anno, non superiori a euro 85.000;
- hanno sostenuto spese per un importo complessivo non superiore a 20.000 euro lordi per lavoro accessorio, lavoro dipendente e compensi a collaboratori, anche a progetto.
Si tratta di requisiti che devono essere verificati non solo al momento dell’ingresso nel regime forfettario ma anche in corso di regime.
Se i ricavi o compensi incassati superano la soglia di 100.000 euro durante l’anno, il regime forfettario cessa di applicarsi già nell’anno in corso. In tale caso si applicheranno le regole e gli obblighi ordinarii in materia di Irpef e IVA. Ciò a partire dalle operazioni effettuate che comportano il superamento del predetto limite di 100.000 euro).
Si pagherà l’Irpef per tutto l’anno del forfettario. Ossia anche per il periodo in cui si operava legittimamente in forfettario.
Se si rimane sotto i 100.000 euro ma si supera il limite di 85.000 euro, il regime forfettario cessa di applicarsi a partire dall’anno successivo.
Forfettari e limite ricavi: Perchè conviene rimandare alcuni incassi al 2025?
Per i contribuenti che si avvicinano al limite di 85.000 euro, è fondamentale gestire attentamente i flussi di cassa.
La normativa sul forfettario prevede l’applicazione del principio di cassa. E non di quello della competenza.
Questo significa che i ricavi o compensi incassati nel 2024 concorreranno a determinare il limite, mentre quelli rimandati al 2025 non influenzeranno il calcolo per l’anno in corso.
Per alcuni contribuenti che si stanno avvicinando al limite di 85.000 euro dunque potrebbe essere molto conveniente rimandare alcuni ricavi/compensi al prossimo anno.
In tal modo ci si garantirebbe la possibilità di rimanere nel forfettario. Con tutti i vantaggi che ne derivano in termini di adempimenti semplificati e carico fiscale. Soprattutto per chi è ancora nella fase di start-up con aliquota al 5%.
Naturalmente non si devono perdere di vista gli obblighi di fatturazione.
Infatti, le tempistiche per l’emissione della fattura devono essere sempre rispettate. Dunque, si fa riferimento alle regole di cui all’art.6 del DPR 633/72, c.d decreto IVA.
Da qui:
- le cessioni di beni si considerano effettuate nel momento della stipulazione se riguardano beni immobili e nel momento della consegna o spedizione se riguardano beni mobili;
- le prestazioni di servizi si considerano effettuate all’atto del pagamento del corrispettivo.
Una volta individuato il momento di effettuazione dell’operazione, la fattura ordinaria deve essere emessa entro 12 giorni. Salvo i casi in cui è possibile emettere fattura differita.
Come gestire al meglio gli incassi?
Detto ciò, rimandare gli incassi permette di distribuire meglio i ricavi tra gli anni fiscali, mantenendo la continuità delle agevolazioni del regime forfettario.
Rappresentano modalità pratiche per rimandare gli incassi:
- concordare dilazioni di pagamento: Per esempio, emettere fatture a fine 2024 con scadenze di pagamento a gennaio 2025.
- evitare incassi anticipati: Rinviare la ricezione di bonifici o altri pagamenti fino al nuovo anno.
Dunque, per coloro che prevedono di avvicinarsi al limite dei 85.000 euro nel regime forfettario, la gestione oculata degli incassi rappresenta uno strumento lecito e strategico per continuare a beneficiare di questo regime agevolato, sfruttando al meglio il principio di cassa.
Un’ulteriore verifica: da chi provengono i maggiori incassi?
In premessa abbiamo accennato al fatto che oltre ai ricavi a fine anno andrà verificato anche un altro importante requisito.
Infatti, il regime forfettario non può essere applicato da chi lavoratore dipendente o ex lavoratore dipendente apre la partita iva ed esercita prevalentemente l’attività:
- nei confronti di datori di lavoro con i quali sono in corso rapporti di lavoro o erano in corso nei due precedenti periodi d’imposta;
- nei confronti di soggetti agli stessi direttamente o indirettamente riconducibili.
Da qui, la verifica del requisito della prevalenza in termini di ricavi/compensi va effettuata solo al termine del periodo d’imposta.
Dunque se nel 2024 il Sig. Rossi ha incassato ricavi per più del 50% dal datore di lavoro ( o ex datore di lavoro dei due anni precedenti) nel 2025 non sarà possibile rimanere nel forfetario.
Non dovrà effettuare alcuna verifica il lavoratore che: ha cessato il rapporto di lavoro anteriormente ai due periodi d’imposta precedenti a quello di applicazione del regime forfetario; è andato in pensionamento obbligatorio.
Al contrario, dovrà verificare la causa ostativa colui che si è dimesso o è stato licenziato e apre la partita iva fatturando all’ex datore di lavoro. Ovvero con soggetti direttamente o indirettamente a esso
riconducibili. Si veda la circolare n°9/2019 sul regime forfettario.
Riassumendo.
- Verifica del limite di ricavi/compensi: per mantenere il regime forfettario nel 2025, i ricavi o compensi percepiti nel 2024 non devono superare gli 85.000 euro.
- Principio di cassa: per il calcolo del limite, si considerano solo i ricavi o compensi effettivamente incassati nel 2024, indipendentemente dalla loro maturazione;
- Rimandare l’incasso di alcune fatture al 2025 può essere una strategia utile per rimanere sotto il limite di 85.000 euro e conservare i vantaggi del regime forfettario.
- Gestione degli incassi: modalità pratiche includono concordare dilazioni di pagamento o evitare di incassare anticipatamente, nel rispetto delle regole di fatturazione (fattura entro 12 giorni dall’operazione).
- Verifica di altri requisiti: bisogna verificare la causa ostativa della prevalenza, non si può applicare il regime se oltre il 50% dei ricavi proviene dall’ex datore di lavoro.