Un emendamento presentato dalla Lega alla manovra del governo introduce una novità importante per i lavoratori italiani. Dall’anno prossimo, potranno percorrere un’altra strada per arrivare alla pensione anticipata già a 64 anni. Ma non riguarderà tutti e, anzi, così com’è scritta la norma prevede condizioni stringenti per avvalersi del beneficio.
Pensione anticipata a 64 anni, come funziona
Sappiamo che l’età pensionabile ufficiale è stata fissata da tempo a 67 anni per uomini e donne. Da cui la ricerca di vie per anticipare l’uscita dal lavoro, ove consentito.
Criteri vigenti
Può accadere, tuttavia, che alcuni abbiano iniziato a lavorare (in regola) in tarda età per una qualsiasi ragione e, quindi, si trovino oggi a ridosso dell’età pensionabile. Nel 2025 compiranno 64 anni coloro che nel 1996 ne avevano 35. Questo per darvi un’idea di massima. Ma la pensione a 64 anni è già consentita dalle norme vigenti, a due condizioni: il possesso di almeno 20 anni di contributi e un assegno mensile almeno pari a 2,8 volte l’assegno sociale. Da quest’anno è stato previsto un multiplo di 3 volte per gli uomini e le donne senza figli, che scende a 2,8 per le donne con almeno 1 figlio e a 2,6 per le donne con 2 o più figli. Esiste un altro limite, sempre da quest’anno: l’importo non deve superare le 5 volte il trattamento minimo fino al raggiungimento dell’età pensionabile dei 67 anni e fino al 31 dicembre del 2026.
L’assegno sociale è quest’anno di circa 534 euro al mese e salirà a 540 euro nel 2025.
Nuove regole dal 2025
Ragione per cui la maggioranza ha valutato la necessità di estendere la platea dei possibili beneficiari. Dal 2025 per raggiungere l’importo mensile il lavoratore potrà sommare anche l’eventuale rendita erogata da un fondo previdenziale privato. Sarà più semplice soddisfare la condizione relativa al multiplo (3, 2,8 o 2,6 volte l’assegno sociale). Tuttavia, nel caso specifico non basterebbero più i 20 anni di contributi, bensì 25 anni. E dal 2030 ne servirebbero 30. Sempre dal 2030, poi, il multiplo minimo salirebbe a 3,2 volte.
La pensione anticipata a 64 anni viene, dunque, estesa a una platea di lavoratori teoricamente più ampia. Allo stesso tempo, le condizioni si fanno più stringenti. Ad esempio, dal 2025 il beneficio potrà riguardare coloro che dal 1996 in avanti non abbiano trascorso più di 4 anni fuori dal mercato del lavoro. Successivamente al 2030 questa condizione diverrà relativamente più facile da raggiungere, poiché nel frattempo saranno trascorsi più anni dal 1996 e anche sul piano anagrafico ci saranno più lavoratori con un età pari o vicina ai 64 anni.
Pensione a 64 anni, novità per pochi lavoratori
Diciamo che la pensione anticipata a 64 anni, così com’è stata rivisitata, resta una buona possibilità di uscita dal lavoro per i prossimi decenni. Nell’immediato, saranno verosimilmente in pochi a poterne fare richiesta oltre a quelli che già vi sarebbero rientrati in base ai requisiti vigenti. Questa norma, caso mai, rimarca la necessità di ricorrere alla previdenza integrativa quando si è ancora giovani, perché in futuro il vero discrimine sarà proprio tra chi possiede una rendita aggiuntiva all’assegno Inps e chi dipende esclusivamente da quest’ultimo.