Ci sono diverse misure che prevedono 35 anni di carriera contributiva come requisito per l’uscita dal lavoro e l’accesso alla pensione. E paradossalmente, sono due le misure che nel 2025 consentiranno il pensionamento a chi compie 62 anni di età. Oggi analizziamo queste due diverse misure che fissano proprio a 62 anni l’età di uscita.
In un caso si tratta di una misura attiva in via ordinaria, nel senso che permette di andare in pensione alla maturazione dei requisiti nel corso del 2025.
La pensione prima dei 62 anni con lo scivolo usuranti
La prima misura che consente di andare in pensione con 35 anni di contributi e 62 anni di età è, senza dubbio, lo scivolo lavoro usurante. A dire il vero, l’età di uscita è prima dei 62 anni, perché fissata a 61 anni e 7 mesi. Va detto, però, che la misura prevede, oltre al requisito anagrafico e a quello contributivo, anche il completamento di una quota. Parliamo di quota 97,6, che si raggiunge sommando età e contributi, comprese le frazioni di anno. È quindi probabile che molti contribuenti si ritrovino già a 62 anni nel momento in cui completano questa soglia.
Lo scivolo lavoro usurante si chiama così perché ha delle limitazioni di platea molto specifiche. Infatti, possono avere accesso alla misura coloro che svolgono un lavoro particolarmente logorante tra i seguenti:
- addetti alla linea a catena
- autisti di mezzi di trasporto pubblico con massa a pieno carico di almeno 9 persone
- lavoratori che, per parte dell’anno o per tutto l’anno, svolgono lavoro notturno tra le 24:00 e le 05:00
- addetti allo smaltimento dell’amianto
- palombari
- lavoratori di galleria, cave e miniere
- addetti a lavori svolti in spazi ristretti e angusti
- addetti a lavori con costante esposizione alle alte temperature
- lavoratori del vetro cavo
Tali attività, per essere valide ai fini del pensionamento anticipato con lo scivolo di quota 97,6, si devono essere svolte per almeno la metà della vita lavorativa, o in alternativa, per 7 degli ultimi 10 anni di lavoro.
A 62 anni anche le donne che hanno cristallizzato il diritto ad opzione donna in pensione con 35 anni di versamenti
Oggi c’è una misura, confermata dalla Legge di Bilancio, che permette alle lavoratrici di accedere alla pensione già dai 59 anni di età: si tratta di opzione donna. Ma nel 2025, come negli ultimi due anni, opzione donna risulta appannaggio solo di chi rientra in una di queste platee:
- lavoratrici licenziate o dipendenti di aziende in crisi
- lavoratrici invalide civili con almeno il 74% di disabilità certificata
- caregivers che da almeno 6 mesi convivono con un parente invalido civile in condizioni di non autosufficienza
A 62 anni di età nel 2025, chi ha completato 35 anni di contributi entro la fine del 2024 può accedere a opzione donna, andando in pensione anticipata se rientra in una di queste categorie. Ma se i 35 anni di contributi sono stati raggiunti entro la fine del 2021, l’accesso alla pensione con opzione donna è garantito a tutte le lavoratrici dipendenti. Questo perché, con la versione del 2022 di opzione donna, potevano andare in pensione tutte le lavoratrici dipendenti (e le autonome con un anno di età in più) che al 31 dicembre 2021 avevano già 58 anni di età e 35 anni di versamenti.
Quindi, chi compie 62 anni nel 2025 e nel 2021 era già arrivata a 35 anni di versamenti può evitare di restare esclusa dalla misura nel formato concesso oggi, limitato soltanto alle particolari platee prima citate.