Strategia contrarian sul mercato dei bond? Puntate sui Gilt in piena tempesta

Una strategia contrarian in questa fase potrebbe consistere nell'inserire in portafoglio i bistrattati Gilt emessi dal governo britannico.
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Strategia contraria acquistando Gilt
Strategia contraria acquistando Gilt © Licenza Creative Commons

Comprare quando tutti gli altri vendono e vendere quando tutti gli altri comprano. In gergo si definisce strategia “contrarian” e l’espressione di per sé appare esaustiva: fare l’esatto contrario del mercato. Una scommessa rischiosa, specie per l’investitore individuale. Un po’ come cercare di navigare col vento contrario o nuotare contro le onde del mare. Ma se si azzecca l’investimento, il guadagno può essere elevato. E in questa fase potrebbe diventare appetibile puntare sui Gilt, i bond emessi dal Tesoro britannico e che in queste settimane sono nell’occhio del ciclone.

Il rendimento decennale si è portato al 4,85% e il trentennale quasi al 5,50%, rispettivamente ai massimi dal 2008 e dal 1998.

Strategia contrarian con Gilt al collasso

I Gilt hanno reagito male negli ultimi mesi a tre fenomeni che si sono intrecciati tra di loro e stanno ancora continuando ad impattare negativamente sul mercato obbligazionario. Il primo riguarda il bilancio per il 2025 presentato dal primo governo laburista dopo 14 anni. Ha aumentato le entrate di 40 miliardi di sterline, ma accresciuto in misura ancora maggiore la spesa pubblica. Gli investitori stanno scontando un maggiore ricorso all’indebitamento, quando già per quest’anno le emissioni attese sfiorano i 300 miliardi di sterline, secondo dato più alto di sempre.

Inflazione in ripresa

Il secondo fenomeno negativo ha a che fare con l’inflazione, che un po’ ovunque sta risalendo dopo che è sembrata convergere verso i target delle banche centrali. Nel Regno Unito era al 2,6% a novembre. Ciò comporta che gli obbligazionisti pretendano rendimenti nominali più alti e che i tassi di interesse rimarranno probabilmente più alti delle passate previsioni nel medio termine.

Infine, il fattore Trump. A giorni s’insedia per la seconda volta alla Casa Bianca il presidente eletto Donald Trump, la cui politica economica si fonda essenzialmente sulla minaccia di dazi e stimoli fiscali.

Entrambi sono considerati di stimolo all’inflazione, per cui i rendimenti americani sono risaliti drasticamente. Il Treasury a 10 anni offre ormai il 4,7% e il Treasury a 20 anni ha sfondato la soglia del 5%.

Sterlina preoccupante

A preoccupare Downing Street non c’è soltanto il mercato dei Gilt. La sterlina è ai minimi da 15 mesi contro il dollaro, malgrado il boom dei rendimenti. C’è il rischio di una spirale negativa che trascini il debito sul mercato negli abissi, innescando una classica crisi fiscale. Considerate che se aveste investito nel Gilt 2073 ai massimi di ottobre, oggi riportereste una perdita effettiva di quasi il 20%. Trattasi della scadenza sovrana più lunga nel Regno Unito. E per fortuna (si fa per dire) che anche l’euro è sceso contro il dollaro, per cui il cambio con la sterlina si è mantenuto abbastanza stabile negli ultimi mesi.

Ha senso ipotizzare una strategia contrarian che abbia ad oggetto i titoli del Tesoro di Londra? Sì, se crediamo che gli investitori stiano eccedendo con il pessimismo e che la situazione finanziaria britannica migliori con il passare dei mesi. Un recupero della fiducia porterebbe sia a un repricing dei bond, sia a un apprezzamento della sterlina. E dopo essere sprofondati, i Gilt incrementerebbero il valore dell’ipotetico portafoglio obbligazionario di un investitore dell’Eurozona.

Strategia contrarian vincente con ritorno della fiducia

Cosa renderebbe vincente la strategia contrarian? Se l’inflazione nel Regno Unito e/o nelle altre principali economie mondiali sorprendesse al ribasso a inizio anno, potrebbero mettersi in moto meccanismi opposti a quelli scatenatisi nelle ultime settimane. E già oggi sarà importante leggere il dato americano di dicembre. E se Trump si mostrasse intento a dialogare, anziché imporre sin da subito dazi sulle merci straniere, gli stessi rendimenti americani arretrerebbero insieme al dollaro. Il compito per le banche centrali diverrebbe più semplice nel proseguire con il taglio dei tassi.

Infine, se il governo di Keir Starmer segnalasse con i fatti di volere tenere i conti pubblici in ordine, qualcuno inizierebbe a concedergli di nuovo fiducia come era avvenuto nelle primissime settimane dal suo insediamento.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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