Esistono due diverse pensioni anticipate da sfruttare, ecco le differenze e i requisiti

Pensione anticipata ordinaria e pensione anticipata contributiva cosa cambia? Ecco le differenze tra due diverse misure.
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19 ore fa
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Esistono due diverse pensioni anticipate da sfruttare, ecco le differenze e i requisiti
Foto © Investireoggi

La pensione anticipata, in linea di massima, viene considerata quella particolare misura che ha preso il posto della pensione di anzianità, in vigore prima della riforma Fornero. In pratica, nell’immaginario collettivo, la pensione anticipata ordinaria è la misura che consente il pensionamento a prescindere dall’età del diretto interessato.

Tuttavia, così come in Italia esistono due pensioni ordinarie (pensione di vecchiaia e pensione anticipata), è altrettanto vero che anche le pensioni anticipate ordinarie sono due.

Una, effettivamente, non ha limiti anagrafici e può essere percepita a prescindere dall’età.

Mentre l’altra prevede un limite anagrafico ben definito. E, soprattutto, una netta limitazione della platea di beneficiari. Ed è ciò che andremo a vedere.

Esistono due diverse pensioni anticipate da sfruttare, ecco le differenze e i requisiti

La pensione anticipata ordinaria è quella misura che possono sfruttare tutti i lavoratori. Indipendentemente da quando hanno iniziato a versare i contributi. E senza limiti di età. Basta soltanto raggiungere la giusta carriera contributiva. Chi ha versato 42 anni e 10 mesi di contributi (se uomo) o 41 anni e 10 mesi di contributi (se donna) può andare in pensione con questa misura. E semplicemente arrivando a tale soglia di versamenti. Proprio come accadeva in passato con le pensioni di anzianità, per le quali, però, ne bastavano 40.

Per questa misura, sono utili tutti i contributi versati a qualsiasi titolo (compresi volontari, figurativi o riscatti). L’unico vincolo è quello dei 35 anni di contributi effettivi, che vanno raggiunti senza utilizzare i contributi figurativi da disoccupazione o da malattia.

Tra pensione anticipata ordinaria e quella contributiva cosa cambia?

Sempre rimanendo nell’ambito delle pensioni anticipate ordinarie, rientra anche la pensione anticipata contributiva. Come indica il nome, questa misura è destinata soltanto a chi rientra nel sistema contributivo. Parliamo di coloro che sono definiti nuovi iscritti. Ossia i lavoratori con il primo versamento di contributi, a qualsiasi titolo, successivo all’entrata in vigore della riforma Dini nel 1996.

Tali soggetti sono considerati contributivi puri, poiché non hanno versamenti antecedenti la data di introduzione del sistema contributivo di Lamberto Dini.

La pensione anticipata contributiva è piuttosto particolare, in quanto, oltre a prevedere una limitazione di platea, introduce un’altra importante restrizione riguardante l’importo minimo della pensione. Per accedere alla misura occorrono 64 anni di età e 20 anni di contributi. Inoltre, la pensione, alla data di decorrenza, non può essere inferiore a tre volte l’assegno sociale.

Il pesante fardello dell’importo minimo di pensione da centrare

Significa che, nel 2025, uomini e donne con il primo accredito dopo il 1995, per poter andare in pensione con questa misura, devono raggiungere una prestazione superiore a 1.600 euro al mese. Sebbene la misura non preveda differenze di genere (a differenza della pensione anticipata ordinaria), per le donne che hanno avuto figli è possibile uscire dal lavoro con la pensione anticipata contributiva anche se raggiungono una pensione pari a 2,8 volte l’assegno sociale (nel caso di un figlio) o 2,6 volte (nel caso di più figli).

In ogni caso, sia per la pensione anticipata ordinaria che per quella anticipata contributiva, il sistema prevede una finestra di 3 mesi per la decorrenza del primo rateo di trattamento.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

2 Comments

  1. Egr. Dott. Mazzarella, non le sembra che questi governi degli ultimi trent’anni siano dei veri e propri vampiri che si accaniscano sempre più verso la classe più debole? Ovvero pensionati e lavoratori. Oggi è assolutamente vergognoso percepire pensioni da terzo mondo dopo ben 40 e oltre anni di lavoro. Mentre i disonorevoli parlamentari con pochi anni di contributi percepiscono pensioni superiori a un funzionario dello stato che ha lavorato per più di 40 anni. Penso che verrà il giorno di una vera rivoluzione sociale contro questa classe dirigente e politica (veri e propri zerbini) pilotati da massoni e gente senza scrupoli che si accaniscono sempre più verso il popolo in tutti i sensi. Ogni cosa a suo tempo!

  2. Verrà ma quando, dopo morti tta la classe operaia,loro con 7.000 euri al mese, nessuno si è degnato di fare casino, neanche i sindacati, noi italiani siamo bravi solo a fare bla bla bla bla,

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