Chi può ottenere 538,68 euro in più sulla pensione di reversibilità? Come canta Niccolò Fabi con il brano Essere speciale: “Voglio che tu sia diverso, io voglio che tu sia speciale. Voglio che tu abbia qualcosa in più della media nazionale”.
Ogni persona è speciale a modo suo. Ognuno di noi, d’altronde, ha nel proprio cuore alcune persone che sono più care di altre, come ad esempio i figli e i genitori. Proprio quest’ultimi, in caso di morte della persona amata, hanno diritto in determinati casi al riconoscimento della pensione di reversibilità.
Si tratta di un trattamento davvero molto importante, volto a garantire un valido aiuto ai superstiti della persona purtroppo deceduta. Ma non solo, se in possesso di determinati requisiti possono ottenere anche un importo aggiuntivo rispetto alla pensione di riversibilità. Ma di cosa si tratta e chi ne ha diritto? Entriamo nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.
Requisiti per l’assegno di reversibilità
Prima di vedere chi ha diritto a 538,68 in più, ricordiamo che la pensione ai superstiti viene riconosciuta in caso di morte “del pensionato (pensione di reversibilità) o dell’assicurato (pensione indiretta)” a favore dei familiari superstiti. Tra questi si annoverano il coniuge e i figli. Ma non solo, come spiegato sul sito dell’Inps, ne hanno diritto:
“In assenza del coniuge e dei figli o se, pur esistendo essi non abbiano diritto alla pensione ai superstiti, i genitori dell’assicurato o pensionato che al momento della morte di quest’ultimo abbiano compiuto il 65° anno di età, non siano titolari di pensione diretta o indiretta e risultino a carico del lavoratore deceduto”.
In assenza delle figure prima citate, ne hanno diritto i fratelli celibi e le sorelle nubili del pensionato o dell’assicurato che al momento della dipartita siano inabili al lavoro, non percepiscano alcun assegno pensionistico e risultino fiscalmente a carico del lavoratore deceduto.
Chi può ottenere 538,68 euro in più sulla pensione di reversibilità
La pensione di reversibilità è pari ad una quota percentuale della pensione già liquidata o che sarebbe stata erogata a favore dell’assicurato defunto. La percentuale differisce a seconda del grado di parentela con la persona deceduta. Anche i limiti di reddito personale per poter accedere a tale trattamento non possono essere definiti a priori. Questo perché sono ogni anno oggetto di modifiche.
In base a quanto stabilito dalla legge numero 335 dell’8 agosto 1995, infatti, l’importo è stabilito tenendo conto della situazione economica della persona superstite. A tal proposito è bene sapere che, se il superstite percepisce dei redditi sotto determinate soglie, ha diritto ad un trattamento aggiuntivo, ovvero l‘assegno sociale.
Quest’ultimo è riconosciuto a coloro che vivono una situazione di disagio economico e registrano un reddito inferiore a determinate soglie. Ne consegue che è molto probabile che, chi percepisce la pensione di reversibilità, superi le soglie reddituali. In linea generale, comunque, la pensione di reversibilità e l’assegno sociale sono cumulabili tra loro. Sull’importo dell’assegno sociale, però, possono essere applicate delle riduzioni tenendo conto dei redditi complessivi.
Entrando nei dettagli, l’assegno sociale è riconosciuto a favore di coloro che hanno un’età pari almeno a 67 anni e un reddito inferiore a determinate soglie. Nel corso del 2025 l’importo dell’assegno sociale è pari a 538,68 euro al mese, per 13 mensilità. Per ottenerlo è necessario registrare un reddito inferiore al valore annuo del trattamento, ovvero quota 7002,84 euro.