Nella mattinata di lunedì 13 gennaio Banca Intesa Sanpaolo ha acquistato direttamente 11 Bitcoin, spendendo una cifra intorno a 1 milione di euro. La notizia non è stata data dall’istituto, che si è limitato a confermare uno scoop giornalistico basato sulla pubblicazione del contenuto di una chat tra dipendenti. E’ il primo caso del genere in Italia, forse nel mondo. L’operazione è avvenuta ad un anno di distanza dal lancio ufficiale dei primi ETF per Bitcoin dopo il via libera della Securities and Exchange Commission.
Non è la prima operazione in assoluto che vede una banca italiana scommettere sulle criptovalute. Di pochi giorni fa l’annuncio dell’ingresso di Banca Popolare di Cortona nel capitale di una exchange domestica, Cryptosmart.
Ambiente ostile in Italia
L’affaire di Intesa su Bitcoin nei numeri resta ancora un business marginale. La banca piemontese al 30 settembre scorso risultava con impieghi per 422 miliardi e attività finanziarie della clientela per 1.400 miliardi. Cosa volete che sia un milioncino speso? Ma il solo fatto che sia avvenuto in un ambiente non favorevole alle criptovalute, è già degno di nota. La posizione della Banca d’Italia rimane contraria. Il governatore Fabio Panetta non può impedire che le banche italiane acquistino token digitali, ma anche di recente ha confermato la sua opera di dissuasione morale. Ha avvertito che questi asset sarebbero “privi di valore intrinseco” e scambiati su piattaforme o non sicure o soggette a controlli insufficienti.
Sfidare questa posizione non è semplice per un istituto sottoposto a vigilanza. Ma il passo compiuto da Intesa con Bitcoin è solo il primo di un lungo percorso avviato negli Stati Uniti un anno fa e che sta avvicinando la finanza tradizionale al nuovo business.
Test Bitcoin per Intesa
L’ingresso delle banche in questo mercato può costituire un punto di svolta nella diffusione dell’asset tra i portafogli degli investitori. Intesa ha acquistato Bitcoin a prezzi non bassi. In base alle indicazioni temporali emerse dalla chat, possiamo immaginare che il prezzo di carico sia stato di circa 90.000 euro. In ogni caso, ben sotto i massimi di oltre 105.000 euro toccati nelle settimane scorse. Con Trump tornato alla presidenza le aspettative del mercato sono per un ulteriore apprezzamento nel medio e lungo termine. Quelle che per adesso appaiono sporadiche operazioni di singoli investitori istituzionali, potranno diventare la norma entro i prossimi anni. E Ca’ de Sass potrebbe avere testato la possibilità di ricavare valore da un un asset estraneo alle principali fonti di reddito della banca.