Quante birre posso bere prima di guidare? E cosa c’entra l’economia?

Birre alla guida, rischi legali, economici e sociali. Ecco limiti, sanzioni e l'impatto sul bilancio economico.
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birre alla guida

Ebbene sì, anche chiedersi quante birre posso bere prima di mettermi al volante ha attinenza con l’economia. E in fondo, la risposta è presto detta; non si tratta solo di punti decurtati, ma anche di pesanti sanzioni, oltre che Malus che vanno a influire sul proprio premio assicurativo. Per non parlare del fatto che poi tali somme di denaro (le sanzioni) vanno nelle casse dello Stato, quindi in qualche modo rifocillano il Paese. Insomma, c’è materia da approfondire.

La guida in stato di ebbrezza è una delle principali cause di incidenti stradali in Italia.

Per questo motivo, il Codice della Strada prevede limiti rigorosi al tasso alcolemico e sanzioni severe per chi guida sotto l’effetto dell’alcol. Ma quanto è possibile bere prima di mettersi al volante? E quali sono le implicazioni economiche di questa scelta? Analizziamo il problema da diverse prospettive, includendo una visione economica per comprendere appieno le conseguenze di un comportamento irresponsabile.

Birre alla guida: una questione individuale?

In Italia, il limite legale di tasso alcolemico per i conducenti è fissato a 0,5 grammi per litro (g/l). Tuttavia, per i neopatentati (coloro che hanno conseguito la patente da meno di tre anni) e i conducenti professionali, il limite è pari a zero. Questo significa che per queste categorie è vietato assumere alcol prima di guidare. Per gli altri conducenti, il quantitativo di alcol consumabile senza superare il limite legale varia in base a fattori come il peso corporeo, il sesso, la velocità del metabolismo e se l’alcol è assunto a stomaco pieno o vuoto.

Ad esempio, una birra media da 0,33 litri, con una gradazione alcolica del 5%, potrebbe non far superare il limite a un uomo adulto di circa 75 kg che ha mangiato, ma potrebbe essere sufficiente a portare una donna di corporatura minuta oltre il valore consentito. La variabilità individuale rende impossibile stabilire una regola universale, motivo per cui la scelta più sicura resta sempre quella di astenersi completamente dal bere se si intende guidare.

Naturalmente, sappiamo bene che c’è chi beve be più di semplici birre. Le sanzioni per guida in stato di ebbrezza dipendono dal tasso alcolemico rilevato. Tra 0,5 e 0,8 g/l, la multa varia tra 543 e 2.170 euro, con la sospensione della patente da 3 a 6 mesi. Per valori tra 0,8 e 1,5 g/l, la multa sale a una cifra compresa tra 800 e 3.200 euro, con la sospensione della patente fino a un anno e il rischio di arresto fino a sei mesi. Superando 1,5 g/l, la sanzione può arrivare a 6.000 euro, accompagnata da arresto fino a un anno, revoca della patente e confisca del veicolo. Questi costi diretti, già di per sé rilevanti, sono solo una parte delle conseguenze economiche di una guida irresponsabile.

L’impatto economico della guida in stato di ebbrezza

Oltre alle multe e alle sanzioni penali, chi viene sorpreso a guidare in stato di ebbrezza affronta altre pesanti ripercussioni economiche. Ad esempio, una delle conseguenze più immediate è l’aumento dei premi assicurativi. Le compagnie assicurative considerano i conducenti con precedenti infrazioni per guida in stato di ebbrezza come soggetti ad alto rischio. Di conseguenza, i premi possono aumentare anche del 50-100%, oppure l’assicurazione può rifiutarsi di rinnovare la polizza.

A questo si aggiungono i costi legali. Affrontare un processo penale per guida in stato di ebbrezza comporta spese per avvocati e consulenze tecniche, che possono ammontare a migliaia di euro. In alcuni casi, se l’incidente causato dall’ebbrezza alcolica provoca danni a terzi, il responsabile può essere obbligato a risarcire personalmente, poiché l’assicurazione può rifiutare la copertura.

Bere birra e mettersi al volante è davvero rischioso. Un altro aspetto spesso trascurato è la perdita di produttività.

La sospensione o la revoca della patente può limitare gravemente la capacità di recarsi al lavoro, soprattutto per chi non ha accesso a mezzi di trasporto alternativi. Questo può influire negativamente sulla carriera e, di conseguenza, sulle entrate economiche personali.

Un problema sociale e culturale: il costo collettivo

Oltre alle conseguenze individuali, la guida in stato di ebbrezza ha un costo significativo per la collettività. Gli incidenti stradali causati dall’alcol rappresentano un onere per il sistema sanitario nazionale, con spese mediche e riabilitative che gravano sulle risorse pubbliche. Inoltre, il danno economico legato alla perdita di vite umane e alla riduzione della produttività lavorativa ha un impatto sul PIL nazionale.

Secondo i dati ISTAT, gli incidenti stradali correlati all’alcol costano al Paese miliardi di euro ogni anno. Questo include costi diretti, come quelli sanitari e legali, e costi indiretti, come l’impatto sulle famiglie delle vittime e sulla comunità. La prevenzione, dunque, non è solo una questione di sicurezza stradale, ma anche una necessità economica.

La guida in stato di ebbrezza non è solo una scelta irresponsabile dal punto di vista della sicurezza, ma anche un grave errore economico. Tra sanzioni, costi legali, premi assicurativi più alti e conseguenze lavorative, l’impatto sul bilancio personale può essere devastante. Inoltre, il peso economico collettivo di questa pratica è un motivo in più per promuovere politiche di prevenzione e sensibilizzazione.

I punti chiave…

  • Il limite legale di tasso alcolemico in Italia è 0,5 g/l, ma è pari a zero per neopatentati e conducenti professionali.
  • Le sanzioni per guida in stato di ebbrezza includono multe fino a 6.000 euro, sospensione della patente e costi legali elevati.
  • L’impatto economico è significativo: aumentano i premi assicurativi, ci sono costi sanitari e legali, e la perdita di produttività personale e collettiva.

Daniele Magliuolo

Redattore di InvestireOggi.it dal 2017 nella sezione News, si occupa di redazione articoli per il web sin dal 2010.
Tra le sue passioni si annoverano cinema, filosofia, musica, letteratura, fumetti e altro ancora. La scrittura è una di queste, e si dichiara felice di averla trasformata in un vero e proprio lavoro.
Nell'era degli algoritmi che archiviano il nostro sentire al fine di rinchiuderci in un enorme echo chamber, pone al centro di ogni suo articolo la riflessione umana, elemento distintivo che nessuna tecnologia, si spera, potrà mai replicare.

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