Molte volte accadono sorprese legate a specifiche misure di pensionamento, spesso sottovalutate perché presentano requisiti stringenti o limitazioni alla platea dei beneficiari. In questo modo, molti contribuenti non si rendono conto che, grazie a particolari regole, possono sfruttare tali misure anche se credono di esserne esclusi. Opzione Donna è sicuramente una delle misure che più confermano questa realtà. Infatti, la versione appena confermata dal governo con la legge di Bilancio è una misura limitata come requisiti e come categorie di possibili beneficiarie.
Perché la pensione per molte donne può arrivare prima?
Molte lavoratrici non sanno che, con il regime contributivo sperimentale donna, le possibilità di pensionamento sono più ampie di quanto si creda. Facendo il quadro definitivo delle lavoratrici che potranno andare in pensione con Opzione Donna nel 2025, emergono infatti diverse sorprese. Potrebbero essere molte di più le beneficiarie di quanto appaia a una prima occhiata, limitandosi cioè a considerare le platee ristrette dell’attuale versione di Opzione Donna.
“Buongiorno, sono Stefania e sono una ormai ex lavoratrice ed inoccupata da 3 anni. Non lavoro più e sto per compiere 62 anni a febbraio. Sento spesso parlare di cristallizzazione del diritto ad Opzione Donna ma non comprendo come funzioni. Credo di avere oltre 35 anni di contributi. Non rientro in nessuna delle categorie che nel 2025 vengono considerate utili per Opzione Donna. Non è che posso sfruttare la cristallizzazione e nemmeno lo so?”
Pensioni a 62 anni, ecco quante donne possono farcela e nemmeno lo sanno
Opzione Donna ha cambiato veste nel corso degli anni. Da misura aperta alla generalità delle lavoratrici, è diventata (dopo alcune profonde modifiche) una misura con una platea notevolmente ridotta. Ciò è avvenuto a partire dalla legge di Bilancio 2022, che ha introdotto novità dal 1° gennaio 2023.
Le modifiche hanno comportato un aumento dell’età di uscita, oltre a restringere la misura a sole 4 particolari categorie di lavoratrici.
Questi requisiti erano validi fino al 2022, da perfezionare entro il 31 dicembre 2021. Allora, tutte le dipendenti (58 anni) e tutte le autonome (59 anni) con 35 anni di contributi potevano anticipare la pensione. Adesso, per sfruttare Opzione Donna bisogna essere invalide al 74% almeno, oppure caregiver che da almeno 6 mesi convivono con un parente invalido con legge 104 a cui prestano assistenza. Inoltre, con Opzione Donna possono andare in pensione anche le lavoratrici licenziate o ancora in servizio in grandi aziende di interesse nazionale con tavoli di crisi aperti presso il Ministero del Made in Italy.
I tanti cambiamenti di Opzione Donna
Come accennato, la misura presenta platee limitate ed età modificate. Si può uscire a 59 anni di età con 35 anni di contributi versati entro il 31 dicembre 2024, ma tale possibilità è riservata alle licenziate e alle addette di aziende in crisi. Per invalide e caregiver servono ulteriori requisiti: almeno 2 figli per mantenere l’uscita a 59 anni, mentre con un solo figlio si sale a 60 anni e senza figli a 61 anni.
Rispetto alla versione di Opzione Donna valida per chi ha raggiunto i requisiti entro la fine del 2021, le differenze sono notevoli e penalizzano chi guarda oggi a questa misura. Un conto era uscire con 58 anni (dipendenti) o 59 anni (autonome) e 35 anni di contributi, un altro è dover rientrare in queste platee molto più ristrette.
In pensione a 62 anni, quando Opzione Donna fa terminare la rincorsa a queste lavoratrici
Tuttavia, come ricorda la nostra lettrice, con Opzione Donna vale la regola della cristallizzazione del diritto alla pensione. In altre parole, chi ha già maturato i requisiti con la versione “aperta” della misura, può accedervi anche in seguito.
Non possiamo fornire una risposta definitiva senza sapere se la lettrice abbia effettivamente completato i 35 anni di contributi entro il termine del 2021. Ma se avesse compiuto 58 o 59 anni entro il 31 dicembre 2021 e avesse anche i 35 anni di contributi, potrebbe ancora uscire con Opzione Donna nel 2025. E senza rientrare nelle categorie che oggi sono richieste dalla nuova versione della misura pensionistica per le donne.