Pensione a 70 anni per gli statali, firmato il decreto: ammessi ed esclusi

La manovra 2025 introduce la possibilità per i dipendenti pubblici di andare in pensione a 70 anni, valorizzando esperienza e competenze
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pensione 70 anni
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La legge di bilancio 2025 ha introdotto una misura innovativa che consente ai dipendenti pubblici di prolungare la propria attività lavorativa fino al compimento del settantesimo anno di età. Questa disposizione, che dunque premette la pensiona a 70 anni per gli statali, rappresenta una svolta significativa per il settore pubblico, offrendo un’opzione alternativa al pensionamento obbligatorio, pur mantenendo criteri selettivi e limiti stringenti.

Il provvedimento attuativo è stato formalizzato dal Ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo tramite specifiche indicazioni applicative, e si rivolge sia al personale dirigenziale che a quello non dirigenziale.

La misura, tuttavia, non è universale e si applica in un limite massimo pari al 10% delle facoltà assunzionali delle amministrazioni coinvolte. Questo tetto è stato stabilito per garantire un’applicazione circoscritta e mirata a soddisfare esigenze funzionali ben definite.

Settori esclusi dalla pensione a 70 anni

Non tutti i settori del pubblico impiego sono inclusi in questa iniziativa. Sono espressamente esclusi magistratura, forze armate, polizia e vigili del fuoco. Questa scelta riflette la natura peculiare di tali ambiti, caratterizzati da specifiche esigenze operative e da regolamenti già strutturati per garantire un ricambio generazionale e un’efficienza ottimale.

Per coloro che rientrano nei settori ammessi, l’estensione dell’attività lavorativa si configura come una risposta a particolari necessità organizzative, come ad esempio il tutoraggio e l’affiancamento del personale di nuova assunzione. L’intento è di valorizzare l’esperienza accumulata dai dipendenti più anziani, favorendo una trasmissione efficace delle competenze a vantaggio dell’intera amministrazione.

Criteri di selezione rigorosi

Il meccanismo di trattenimento in servizio non si basa su un diritto automatico del dipendente (pertanto è una facoltà), ma richiede la combinazione di tre fattori determinanti:

  • Esigenza dell’amministrazione: ogni amministrazione valuta internamente la necessità di trattenere in servizio specifici dipendenti, in relazione al Piano Integrato di Attività e Organizzazione (Piao). Questo documento guida le decisioni strategiche in materia di gestione del personale.
  • Disponibilità del dipendente: l’adesione alla possibilità di andare in pensione a 70 anni è subordinata alla volontà esplicita del lavoratore di posticipare il proprio pensionamento. Nessuno sarà obbligato a prolungare il servizio.
  • Valutazione delle performance: per essere selezionati, i dipendenti devono avere ricevuto valutazioni di performance di livello eccellente o equivalente secondo l’ordinamento interno dell’amministrazione. Questo requisito garantisce che solo il personale con un elevato rendimento possa accedere a questa opportunità.

L’applicazione della misura avviene, quindi, in un contesto di discrezionalità amministrativa, che consente alle amministrazioni di individuare i profili più idonei sulla base delle proprie necessità operative.

Non sono previste procedure di interpello, e la selezione avviene esclusivamente dopo un’attenta valutazione interna.

Benefici economici per chi aderisce

Un aspetto interessante per i dipendenti che scelgono di andare in pensione a 70 anni è l’incremento dell’assegno pensionistico. Restare in servizio più a lungo consente infatti di maturare ulteriori contributi previdenziali, aumentando così il trattamento economico percepito al momento del ritiro definitivo dal lavoro. Inoltre, dovrebbero esserci anche incentivi in busta paga.

Occorre sottolineare che questa misura non riguarda coloro che sono già in pensione. I dipendenti già collocati a riposo non verranno richiamati in servizio, mantenendo quindi separata la gestione del personale attivo da quella degli ex dipendenti.

Pensione a 70 anni: impatto organizzativo

L’introduzione della pensione a 70 anni per gli statali è stata concepita come una risposta pragmatica alla necessità di garantire continuità operativa in alcune aree del pubblico impiego. Attraverso questa misura, le amministrazioni hanno l’opportunità di trattenere figure chiave, evitando la perdita improvvisa di competenze strategiche e favorendo un’integrazione graduale delle nuove generazioni di lavoratori.

Tuttavia, il successo di questa iniziativa dipenderà dalla sua capacità di bilanciare le esigenze organizzative con il rinnovamento generazionale. La scelta di limitare il trattenimento in servizio al 10% delle facoltà assunzionali riflette un approccio prudente, volto a non ostacolare l’inserimento di nuovi talenti nel pubblico impiego.

Riassumendo

  • Estensione pensione a 70 anni: opportunità per i dipendenti pubblici di prolungare la carriera lavorativa (legge bilancio 2025).
  • Limiti e criteri: applicabile al 10% delle facoltà assunzionali, con requisiti stringenti.
  • Settori esclusi: Magistratura, forze armate, polizia e vigili del fuoco non inclusi.
  • Criteri di selezione: necessità amministrativa, volontà del dipendente e performance eccellenti.
  • Benefici economici: pensioni più alte grazie a contributi aggiuntivi accumulati e incentivi in busta paga.
  • Obiettivi: garantire continuità operativa, trasferire competenze e bilanciare rinnovamento generazionale.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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