Che fine ha fatto il bonus verde? Come canta Adriano Celentano con il brano Il ragazzo della via Gluck: “Questa è la storia di uno di noi, anche lui nato per caso in via Gluck, in una casa, fuori città, gente tranquilla, che lavorava. Là dove c’era l’erba ora c’è una città. E quella casa in mezzo al verde ormai dove sarà”.
Nel corso degli anni l’uomo ha costruito a tutto spiano, togliendo sempre più spazio all’ambiente naturale. Tutto ciò ha un impatto non indifferente sull’ecosistema, che ha bisogno di essere tutelato e difeso, onde evitare di dover fare i conti con situazioni poco piacevoli.
Proprio per questo motivo i governi delle varie nazioni studiano puntualmente delle misure ad hoc, volte a incentivare azioni green. Ne è un chiaro esempio il bonus verde che è stato introdotto nel 2018 al fine di favorire la valorizzazione e il miglioramento degli spazi verdi privati e condominiali. Ma tale misura è ancora attiva? E, soprattutto, come fare a recuperare le spese già fatte?
Che fine ha fatto il bonus verde 2025
Incentivo introdotto con l’intento di promuovere delle pratiche eco-sostenibili, il bonus verde è valido per la sistemazione a verde di aree scoperte private di edifici già esistenti, unità immobiliari, ma anche pertinenze o recinzioni, impianti di irrigazione e per la realizzazione pozzi.
Ma non solo, rientrano tra le spese ammissibili anche quelle per la realizzazione di coperture a verde e di giardini pensili. Come sottolineato sul sito dell’Agenzia delle Entrate:
“Il bonus verde spetta anche per le spese sostenute per interventi eseguiti sulle parti comuni esterne degli edifici condominiali, fino a un importo massimo complessivo di 5.000 euro per unità immobiliare a uso abitativo. In questo caso, ha diritto alla detrazione il singolo condomino nel limite della quota a lui imputabile, a condizione che la stessa sia stata effettivamente versata al condominio entro i termini di presentazione della dichiarazione dei redditi”.
Nonostante si tratti di una misura molto apprezzata, la legge di Bilancio 2025 non ha confermato il bonus verde.
Salvo eventuali ripensamenti futuri, quindi, l’era del bonus verde è terminata con le spese sostenute fino al 31 dicembre 2024. Ma come fare a recuperare le spese già sostenute?
Come recuperare le spese già fatte
In attesa di vedere se il governo introdurrà nuove misure volte a favorire il miglioramento degli spazi verde nelle aree private e condominiali, poniamo l’attenzione sulle modalità di recupero delle spese già sostenute. A tal proposito ricordiamo che il bonus verde consiste in una detrazione pari al 36% su un importo massimo di 5 mila euro. Ne consegue che la detrazione massima è pari a 1.800 euro per immobile.
Tale detrazione viene ripartita in dieci quote annuali di pari importo. Il calcolo, come già detto, viene effettuato su un importo massimo di 5 mila euro per unità immobiliare a uso abitativo. Tale importo comprende anche le eventuali spese di progettazione e manutenzione collegate all’esecuzione degli stessi interventi.
Per beneficiare di tale agevolazione, il soggetto interessato deve denunciare le spese in sede di dichiarazione dei redditi, tramite modello 730 o modello Redditi PF. Il tutto a patto di rispettare alcune condizioni previste dalla normativa di riferimento. In particolare, per accedere al bonus verde, è necessario aver sostenuto spese per interventi ammessi all’agevolazione.
Ma non solo, i pagamenti devono risultare effettuati attraverso strumenti tracciabili.
Tra questi, ad esempio, si annoverano carta di credito, assegni, bonifico bancario o postale. È inoltre fondamentale che attraverso la causale del bonifico sia specificato che si tratta di un pagamento per interventi di sistemazione e manutenzione del verde. Non sono considerati validi i pagamenti effettuati con denaro contante.
Cosa fare dei documenti di pagamento
Si devono sempre conservare le fatture e le ricevute inerenti i lavori svolti. Onde evitare spiacevoli inconvenienti in caso di controlli fiscali, infatti, è fondamentale che tale documentazione presenti una descrizione dettagliata degli interventi effettuati e dei costi sostenuti. Nel caso in cui non si rispettino i requisiti appena citati, l’Agenzia delle Entrate potrebbe non concedere la detrazione.
Si invita pertanto a conservare in modo corretto tutta la documentazione necessaria. In caso di dubbi è sempre possibile rivolgersi direttamente all’Agenzia delle Entrate oppure ad un professionista del settore per ottenere maggiori delucidazioni in merito.