Quanto prende di pensione a 64, 65 o 66 anni chi anticipa la vecchiaia con 20 anni di versamenti?

Calcolo, requisiti e regole per la pensione a 64, 65 o 66 anni sfruttando le varie alternative offerte dalla normativa in vigore oggi.
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Quando prende di pensione a 64, 65 o 66 anni di anticipa la vecchiaia con 20 anni di versamenti?
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Le pensioni in Italia hanno un’età pensionabile fissata per legge a 67 anni. Tuttavia, l’età media di uscita dal mondo del lavoro è più bassa. I dati statistici sul sistema previdenziale evidenziano che, nonostante l’età pensionabile sia a 67 anni, in Italia si esce molto prima. Questo fenomeno è merito di numerose misure pensionistiche attualmente in vigore o applicate in passato, che, operando in deroga ai requisiti ordinari, consentono a molti di andare in pensione senza necessariamente raggiungere i 67 anni. Uscire a 64, 65 o 66 anni con una pensione non è affatto una rarità: l’anticipo è possibile e le misure da sfruttare sono diverse.

Quanto prende di pensione a 64, 65 o 66 anni chi anticipa la vecchiaia con 20 anni di versamenti?

Le possibilità di uscire prima dei 67 anni sono numerose, anche se, per chi ha pochi contributi versati – ad esempio, se ne ha 20, come prevede la pensione di vecchiaia a 67 anni – le vie di uscita si assottigliano. Se, invece, l’interessato è un contributivo puro e ha versato per 20 anni, è possibile accedere alla pensione anticipata.

Tale misura consente il pensionamento anche a 64, 65 o 66 anni, a seconda di quando vengono completati i 20 anni di contributi. Tuttavia, è importante sottolineare che, in base all’età di uscita, vengono applicati nuovi meccanismi che possono comportare dei tagli alla pensione.

Un esempio esplicativo:

“Buonasera, sono una lavoratrice di 63 anni che nel dicembre 2025 completerà 20 anni di versamenti. Ho diversi quesiti relativi alla mia pensione anticipata contributiva a 64 anni, visto che compirò 64 anni e il mio compleanno cade a gennaio 2026.

1. Quali altri requisiti devo possedere, oltre ai 64 anni di età e ai 20 anni di contributi, per andare in pensione a 64 anni?
2. So che uscendo più tardi si percepisce una pensione maggiore: quali sono le differenze tra un’uscita a 64, 65 o 66 anni?
3. Avendo avuto 3 figli, quali vantaggi comporta questa situazione, considerando che si parla di pensioni migliorate in base al numero dei figli o uscite anticipate in relazione a essi?”

Pensione anticipata a 64, 65 o 66 anni: come sfruttare le occasioni

La nostra lettrice dimostra di essere molto attenta alle regole del sistema previdenziale, formulando un quesito dettagliato e preciso che svela numerosi aspetti rilevanti. Partiamo dalla misura che può sfruttare in qualità di lavoratrice, donna, madre e contributiva pura.

Pur non essendo esplicitamente dichiarato, si può presupporre che abbia iniziato a versare contributi dopo il 1995, poiché solo per i nuovi iscritti – cioè chi si è iscritto alla previdenza obbligatoria per la prima volta dopo l’entrata in vigore della riforma Dini – è prevista la possibilità di accedere alla pensione anticipata contributiva.

Questa misura si fonda sulla combinazione 64+20, dove 64 rappresenta l’età anagrafica e 20 gli anni minimi di contributi da detenere alla data di uscita.

Il requisito di importo per la pensione anticipata contributiva 2025

La misura prevede anche il raggiungimento di un importo minimo, definito “soglia”. Per poter usufruire della combinazione, è necessario aver raggiunto almeno i 64 anni e aver versato almeno 20 anni di contributi. Inoltre, l’importo della pensione deve essere pari ad almeno 3 volte l’assegno sociale.

Attualmente, l’assegno sociale ammonta a 538,69 euro al mese, il che significa che il trattamento pensionistico non può essere inferiore a circa 1.616 euro al mese.

Attenzione: questo vincolo riguarda solo gli uomini o le lavoratrici che non hanno mai avuto figli.

Infatti, per una lavoratrice che ha avuto un figlio, la pensione non può essere inferiore a 2,8 volte l’assegno sociale (circa 1.508 euro al mese). Se i figli sono di più, il requisito scende: basta una pensione pari a circa 1.400 euro al mese, ovvero 2,6 volte l’assegno sociale.

Pensione a 64 anni: in base ai figli avuti cosa cambia?

Se la nostra lettrice – o chi si trova nella sua situazione – soddisfa tutti e tre i requisiti descritti, compreso quello variabile in funzione dei figli avuti, potrà andare in pensione a gennaio 2026, al compimento dei 64 anni e con 20 anni di contributi.

Dal punto di vista del calcolo della pensione, ha ragione nel sostenere che uscendo più tardi si percepisce una pensione maggiore. Infatti, nel 2025 sono stati modificati i coefficienti di trasformazione del montante contributivo, peggiorandoli rispetto al 2024.

  • A 64 anni il coefficiente è del 5,088%;
  • A 65 anni diventa pari al 5,250%;
  • A 66 anni sale al 5,423%.

Queste percentuali si applicano al montante contributivo, preventivamente rivalutato al tasso di inflazione, per ottenere la pensione annuale, che, divisa per 13, consente di calcolare la pensione mensile.

Per una lavoratrice con più di un figlio, al fine di ottenere una pensione di circa 1.400 euro al mese (circa 18.000 euro annui), è necessario un montante di circa 350.000 euro o poco più. Con questo montante:

  • A 64 anni si percepisce una pensione vicina a 18.000 euro;
  • A 65 anni circa 18.400 euro;
  • A 66 anni si sfiorano i 19.000 euro.

Questo calcolo non tiene conto dei contributi aggiuntivi che, per esempio, verrebbero accumulati se la lavoratrice decidesse di proseguire l’attività per altri due anni.

L’importo del trattamento, le regole e i vantaggi nello sfruttare le normative in vigore

Chi ha avuto uno o due figli ha un’ulteriore possibilità di ottenere un trattamento più favorevole. Presentando la domanda di pensione, infatti, è possibile richiedere l’applicazione del coefficiente dei 65 anni anche se si esce a 64 anni. Se invece i figli sono stati più di due, si applica il coefficiente dei 66 anni. In altre parole, le cifre illustrate nel paragrafo precedente possono essere raggiunte anche a 64 anni, senza necessariamente dover rinviare l’uscita.

I figli rappresentano un elemento determinante per le pensioni dei contributivi, offrendo la possibilità di usufruire di agevolazioni importanti.

Ad esempio, chi ha avuto un figlio può beneficiare di uno sconto di 4 mesi sull’età pensionabile, per ogni figlio, fino a un massimo di 16 mesi (in presenza di 4 o più figli). Ciò significa che una lavoratrice con 4 figli potrebbe avere diritto alla pensione non a 64 anni, ma a 62 anni e 8 mesi, sempre che siano stati soddisfatti anche gli altri requisiti. Se i figli sono tre, l’uscita avverrebbe a 63 anni, mentre con due figli a 63 anni e 4 mesi.

Nel caso specifico della nostra lettrice, potrebbe non rientrare in questa opportunità se non ha ancora completato i 20 anni di versamenti. Tuttavia, se avesse già maturato un numero maggiore di contributi, una volta raggiunti i 64 anni, potrebbe richiedere il trattamento arretrato: ovvero la decorrenza anticipata della pensione, recuperando i mesi di sconto non sfruttati in precedenza sotto forma di arretrati di pensione.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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