Che ne dite di inserire in portafoglio un bond in lire turche con cedola 35% (ISIN: XS2539430095) e rischio di credito quasi nullo? Ad emetterlo è stata nel 2022 la Banca Asiatica per gli Investimenti Infrastrutturali. L’istituto sovranazionale gode dei rating tripla A, assegnati dalle principali agenzie internazionali. L’investimento espone chiaramente l’obbligazionista a un rischio valutario altissimo. Sappiamo quanto la lira turca abbia sofferto in questi anni. Dall’emissione ad oggi, ad esempio, contro l’euro ha perso circa il 51% del suo valore.
Rischio valutario molto alto
Questo bond in lire turche giunge a scadenza il 29 settembre prossimo, cioè tra meno di otto mesi. Il prezzo di emissione fu molto sotto la pari, di 90,23 centesimi. Dunque, il costo di acquisto di un lotto minimo di 20.000 lire con il cambio di allora fu di 995 euro. In questi quasi due anni e mezzo ha corrisposto cedole, incluso il rateo attivo sino ad oggi maturato, per circa 491 euro. Se l’investitore volesse rivendere oggi il capitale, complessivamente incasserebbe poco più di 1.026 euro.
A conti fatti, realizzerebbe un guadagno di appena il 3% lordo dopo oltre 28 mesi. La fregatura è stato proprio il cambio.
E se acquistassimo il bond in lire turche in questo momento? La quotazione è scesa nuovamente sotto la pari nelle ultime sedute, chiudendo ieri a 97,70 e per un rendimento del 35%. Un lotto minimo ci costerebbe 19.540 lire, cioè 523 euro. E il rateo passivo da riconoscere al venditore sarebbe di altri 66 euro e passa. Totale: 590 euro. Alla scadenza tra pochi mesi riscuoteremo il capitale da 20.000 lire e l’intera cedola di 7.000 lire. Quelle 27.000 lire dovranno almeno essere pari ai 590 euro spesi in controvalore, altrimenti l’operazione avverrebbe in perdita.
Ciò sarebbe possibile solo con un cambio euro/lira inferiore a 45,82.
Bond lire turche, guadagno possibile
Secondo Walleinvestor.com, il cambio tra settembre e ottobre di quest’anno sarà di quasi 43. In questo caso, il bond in lire turche ci esiterebbe un rendimento effettivo prossimo al 7%. Non sarebbe poco, anche se siamo lontani dalle percentuali che formalmente il titolo sembra offrirci. In pratica, al fine di non rimetterci nulla dovremmo auspicare che la lira turca perda contro la moneta unica non oltre il 18,5% da oggi a fine settembre. Nello stesso periodo, andando a ritroso, ha ceduto il 7%. Mantenendo questi ritmi, l’investimento andrebbe a buon fine.