L’assegno di inclusione a gennaio è stato erogato regolarmente ai beneficiari della prestazione in base all’ISEE dello scorso anno e con gli aumenti previsti quest’anno dal Governo nella Legge di Bilancio. Chi, per esempio, ha sempre ricevuto 500 euro al mese di assegno di inclusione nel 2024, perché singolo, senza casa in affitto e senza nessun altro reddito, nel 2025 a gennaio ha preso 54 euro. E sarà questo l’importo che continuerà a percepire per l’intero 2025, o almeno fino a quando manterrà gli stessi requisiti di prima. Perché molto dipende dal nuovo ISEE del beneficiario.
Ma molto dipende anche dall’espletamento di alcuni adempimenti a cui i beneficiari sono chiamati.
Uno di questi è fondamentale e rischia seriamente di compromettere la fruizione dell’assegno di inclusione a partire da febbraio 2025. E non ci riferiamo al rinnovo dell’ISEE, che è una cosa scontata visto che parliamo di un sussidio strettamente legato proprio all’ISEE. Ci riferiamo invece a un adempimento periodico da rispettare.
Stop l’assegno di inclusione a febbraio, molti non riceveranno ricariche ecco perché
Come dicevamo, l’assegno di inclusione è una misura che anche nel 2025 sarà perfettamente operativa: infatti, già a gennaio, i beneficiari del 2024 hanno continuato a percepire il sussidio anche nel nuovo anno. Anzi, poiché il mese di gennaio è sempre in salvaguardia anche senza il rinnovo dell’ISEE, l’INPS lo ha liquidato comunque ai beneficiari.
Come ben sapranno coloro che hanno incassato la ricarica a gennaio, l’assegno di inclusione per chi prendeva 500 euro nel 2025 è passato a 541 euro. A febbraio, però, terminerà il periodo di salvaguardia e dunque solo chi avrà un ISEE in corso di validità 2025, riferito ai redditi e ai patrimoni 2023, continuerà a percepire il trattamento. Naturalmente, a condizione che i livelli di reddito e patrimonio siano in linea con quelli del 2022, e quindi dell’ISEE 2024.
ISEE da rinnovare, ma occhio alle soglie, gli importi dell’ADI possono cambiare
Come dicevamo, non tutto dipende dall’ISEE.
Cambiando l’anno di riferimento dal 2022 al 2023, il valore potrebbe variare e determinare un importo diverso per i beneficiari. Oltre a rinnovare l’ISEE e a mantenere i requisiti necessari per l’assegno di inclusione, ci sono alcuni adempimenti che gli interessati devono eseguire. Facciamo riferimento, in particolare, alla visita ai servizi sociali del Comune di residenza, che rappresenta l’adempimento principale per continuare a percepire il sussidio.
Va ricordato che l’assegno di inclusione ha una durata di 18 mesi, rinnovabili per ulteriori 12. Con un mese di pausa tra la fine del primo periodo e l’inizio del secondo. Chi sta percependo l’assegno di inclusione fin da gennaio 2024, nel 2025 si troverà nella necessità di effettuare il colloquio con l’assistente sociale che, come di consueto, cade ogni 90 giorni.
L’appuntamento ai servizi sociali da parete dei beneficiari dell’assegno di inclusione
Le regole in proposito sono ben precise. Dopo il primo appuntamento ai servizi sociali (entro 120 giorni dalla presentazione della domanda o dall’ingresso in piattaforma GEPI da parte del cittadino, operazione che effettuano proprio i servizi sociali), ci sono ulteriori appuntamenti periodici da rispettare, a cadenza trimestrale.
Ogni 90 giorni bisogna tornare dall’assistente sociale. Chi ha sostenuto l’ultimo appuntamento presso i servizi sociali tra settembre e ottobre 2024, avrebbe quindi dovuto provvedere a un nuovo incontro a gennaio. Incontro che, secondo le regole, serve a confermare la situazione di bisogno e a verificare i progressi nella inclusione sociale. Chi pensa di dover attendere la convocazione del Servizio Sociale rischia di sbagliare. Perché è il diretto interessato a dover prendere l’iniziativa, con o senza convocazione, per adempiere a questo obbligo. In caso contrario, è molto probabile che la ricarica del mese di febbraio possa saltare.