Dichiarazione di successione e riforma fiscale. Come funziona l’autoliquidazione dell’imposta (il calcolo spetta agli eredi)?

La riforma dell'imposta di successione introduce l'autoliquidazione, obbligando gli eredi a calcolare e versare l’imposta sulla base della dichiarazione di successione
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La riforma dell’imposta sulle successioni e donazioni ad opera del D.Lgs 139/2024, ha introdotto un’importantissima novità sulle modalità di calcolo

Probabilmente in molti stanno sentendo parlare della c.d. autoliquidazione dell’imposta di successione.

Dal termine utilizzato, già possiamo capire che non sarà più l’Ufficio del Fisco a dire al contribuente quanto deve pagare sulla base della dichiarazione di successione ma è lo stesso erede o chi per lui a dover calcolare l’imposta.

Si tratta di una vera e propria rivoluzione che se non gestita nella giusta maniera potrebbe portare a conseguenze piuttosto pesanti per gli eredi che hanno diritto ai beni del defunto al quale è riconducibile tutto il lascito ereditario.

Vediamo in che modo gestire al meglio questa novità per evitare poi di ricevere un controllo da parte del Fisco con il quale ci contesta una maggiore imposta da versare.

La dichiarazione di successione. Un cenno

La dichiarazione di successione deve essere presentata dagli eredi quando una persona muore, per dichiarare i beni che lascia in eredità e calcolare le imposte dovute.

La dichiarazione deve essere presentata entro 12 mesi dalla data di apertura della successione, che generalmente coincide con la data del decesso del defunto.

Sono obbligati a presentare la dichiarazione di successione:

  • chiamati all’eredità e legatari: coloro che sono stati nominati eredi o beneficiari di un legato nel testamento;
  • rappresentanti legali: se gli eredi sono minorenni o incapaci, la dichiarazione deve essere presentata dai loro tutori o curatori;
  • amministratori dell’eredità e curatori dell’eredità giacente: se l’eredità è stata amministrata da una persona nominata dal tribunale;
  • esecutori testamentari: se nominati nel testamento per eseguire le volontà del defunto.

La dichiarazione di successione ha un costo.

Sono esonerati dall’obbligo di presentare la dichiarazione di successione i chiamati all’eredità ed i legatari che abbiano rinunciato all’eredità o al legato anteriormente alla scadenza del termine per la presentazione della dichiarazione di successione ed i chiamati che, non essendo nel possesso dei beni ereditari, abbiano nominato un curatore per l’eredità giacente ai sensi dell’articolo 528 c.c.

Si veda il portale dell’Agenzia delle entrate sulla dichiarazione di successione.

Franchigie e imposte

Le franchigie sono importi al di sotto dei quali non si paga l’imposta di successione.

In particolare, vengono applicate le aliquote:

  • 4% per i trasferimenti effettuati in favore del coniuge o di parenti in linea retta (ascendenti e discendenti) da applicare sul valore complessivo netto, eccedente per ciascun beneficiario, la quota di 1 milione di euro;
  • 6% per i trasferimenti in favore di fratelli o sorelle da applicare sul valore complessivo netto, eccedente per ciascun beneficiario, 100.000 euro;
  • 6% per i trasferimenti in favore di altri parenti fino al quarto grado, degli affini in linea collaterale fino al terzo grado, da applicare sul valore complessivo netto trasferito, senza applicazione di alcuna franchigia;
  • 8% per i trasferimenti in favore di tutti gli altri soggetti da applicare sul valore complessivo netto trasferito, senza applicazione di alcuna franchigia.

A ogni modo la dichiarazione di successione non va fatta ma sono sufficienti specifiche attestazioni laddove l’eredità presenti tutti i seguenti requisiti:

  • è devoluta al coniuge e/o ai parenti in linea retta del defunto ha un valore non superiore a 100.000 euro;
  • non comprende beni immobili o diritti reali immobiliari.

Si pensi alla situazione in cui nell’asse ereditario ci sono solo conti correnti, libretti di risparmio, ecc. In tale caso la banca non richiede la dichiarazione di successione. 

Dichiarazione di successione. Come funziona l’autoliquidazione dell’imposta?

La riforma dell’imposta sulle successioni e donazioni ad opera del D.

Lgs 139/2024, ha introdotto la c.d. autoliquidazione dell’imposta di successione.

Infatti, l’imposta non sarà più autoliquidata dall’ufficio, bensì dagli eredi obbligati al pagamento (autoliquidazione ex art.27-33 del TUS). Il nuovo comma 2-bis dell’art. 27 del TUS affida agli uffici il controllo dell’autoliquidazione (ai sensi del successivo art. 33 del TUS).

Il versamento dell’imposta di successione (risultante dalla dichiarazione) dovrà essere effettuato entro 90 giorni dal termine di presentazione della dichiarazione.

In applicazione della riforma fiscale sulle imposte indirette (Dlgs 139/2024), l’imposta di successione viene liquidata secondo le seguenti modalità:

  • per le successioni aperte a partire dal 01/01/2025 è il contribuente a dover autoliquidare l’imposta in sede di compilazione della dichiarazione di successione (quadro EF);
  • Per le successioni aperte prima del 01/01/2025, l’imposta, invece, continua ad essere liquidata dagli uffici competenti per la lavorazione.

Le aliquote e le franchigie per l’imposta sulle successioni e donazioni sono sempre quelle stabilite dall’articolo 7, comma 1, D.Lgs 346/1990 (vedi sopra).

Impatti per i contribuenti

L’autoliquidazione dell’imposta porta con se una serie di conseguenze per gli eredi:

  • maggiore responsabilità: con l’autoliquidazione, i contribuenti sono chiamati a gestire direttamente l’importo dell’imposta di successione. Sebbene questo processo semplifichi la procedura per alcune persone, pone maggiore responsabilità nel caso di errori nel calcolo dell’imposta, con il rischio di incorrere in sanzioni o interessi aggiuntivi;
  • controllo diretto: l’autoliquidazione permette ai contribuenti di avere un maggiore controllo sulla gestione della successione, eliminando il bisogno di un controllo da parte dell’Agenzia delle Entrate prima del pagamento;
  • possibilità di errori: poiché il contribuente è responsabile del calcolo, ci può essere il rischio di commettere errori, soprattutto per chi non ha familiarità con la materia fiscale. Questo potrebbe comportare il pagamento di importi errati, sia in eccesso che in difetto, con eventuali sanzioni.

In sintesi, l’autoliquidazione dell’imposta di successione è un sistema che semplifica il procedimento per i contribuenti più informati. Ma allo stesso tempo richiede attenzione nel calcolo e nel rispetto delle scadenze, per evitare problemi futuri.

Riassumendo…

  • Autoliquidazione dell’imposta di successione: la riforma del D.Lgs 139/2024 ha introdotto l’autoliquidazione dell’imposta di successione, spostando la responsabilità del calcolo e del pagamento dall’Agenzia delle Entrate agli eredi.
  • Modalità di calcolo e versamento: gli eredi sono tenuti a calcolare l’imposta direttamente nella dichiarazione di successione (quadro EF), con il versamento dell’imposta da effettuarsi entro 90 giorni dalla presentazione della dichiarazione.
  • Obbligo di presentazione: la dichiarazione di successione deve essere presentata dagli eredi o da altri soggetti designati, entro 12 mesi dal decesso, se l’eredità supera determinati importi o include beni immobili.
  • Franchigie e aliquote: le aliquote per l’imposta sulle successioni variano in base al grado di parentela e al valore del patrimonio, con franchigie che esentano dal pagamento in alcuni casi (ad esempio, eredità inferiori.

Andrea Amantea

Giornalista pubblicista iscritto all’ordine regionale della Calabria, in InvestireOggi da giugno 2020 in qualità di redattore specializzato, scrive per la sezione Fisco affrontando tutte le questioni inerenti i vari aspetti della materia. Ha superato con successo l'esame di abilitazione alla professione di Dottore Commercialista, si occupa oramai da diversi anni, quotidianamente, per conto di diverse riviste specializzate, di casi pratici e approfondimenti su tematiche fiscali quali fatturazione, agevolazioni, dichiarazioni, accertamento e riscossione nonché di principi giurisprudenziali espressi in ambito di imposte e tributi.

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