I mercati sembrano profetizzare la caduta dei rendimenti americani

I mercati starebbero profetizzando la caduta dei rendimenti americani, se è vero che gli spread per i bond emergenti stringono.
3 ore fa
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Rendimenti americani giù per i mercati?
Rendimenti americani giù per i mercati? © Licenza Creative Commons

Il mercato crede che la Federal Reserve taglierà i tassi di interesse solamente una o al massimo due volte quest’anno e dello 0,25% per volta. I rendimenti americani sono scesi dai massimi raggiunti meno di un mese fa, prima dell’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca. E le aspettative d’inflazione restano ai massimi da quasi due anni, a circa il 2,60%, ben sopra il target del 2%. Eppure, gli spread tra i bond sovrani emergenti denominati in dollari e i Treasuries lungo la curva sono diminuiti a una media di 314 punti base, come riportava ieri Bloomberg in base ai dati forniti dagli indici di JP Morgan. Mai così bassi dal febbraio 2020, mese in cui la pandemia irruppe in Occidente, arrivando per prima in Italia.

Treasuries sono safe asset

Quando gli spread sui rendimenti americani salgono, significa che gli investitori pretendono un premio più alto per acquistare bond emergenti al posto dei Treasuries. E questo accade quando la propensione al rischio sui mercati si riduce. I titoli di stato emessi dal Tesoro di Washington sono considerati “safe asset” e massimamente affidabili. Oltretutto, sono denominati in dollari, valuta di riserva mondiale.

Sale propensione al rischio

Il fatto che gli spread siano scesi ai minimi da inizio pandemia, segnalerebbe che la propensione al rischio sui mercati sia in ripresa. Ma questo a sua volta si tira dietro altre considerazioni. In primis, che il dollaro sarebbe già troppo forte e destinato nel prossimo futuro ad indebolirsi contro le altre valute mondiali. Infatti, il super dollaro costituisce un rischio per gli emittenti non americani, in quanto aumenta il peso dei loro debiti.

Gli spread si riducono anche nella probabile previsione di un calo dei rendimenti americani, che ridurrebbe i costi di emissione futuri. Rendimenti emergenti più bassi riducono i rischi sovrani. Affinché ciò accadesse, dovremmo supporre che le premesse in base alle quali i rendimenti americani sono risaliti negli ultimi mesi non si concretizzino. In altre parole, non ci sarebbe alcuna guerra dei dazi o perlomeno ciò non condurrebbe alla temuta reflazione americana, mentre la Fed si troverebbe nella condizione di dover tagliare i tassi. Perché? Forse il quadro economico si sta deteriorando anche negli Stati Uniti.

Rendimenti americani e dollaro giù

La previsione di rendimenti americani in calo sarebbe coerente con l’indebolimento del dollaro: la Fed taglierebbe i tassi, i Treasuries diverrebbero meno allettanti e il cambio si deprezzerebbe nei confronti delle altre divise.

Il mercato sta scommettendo sui bond emergenti sulla considerazione che nei prossimi mesi e anni si apprezzeranno, sovra-performando i bond sui mercati avanzati.

Un azzardo, perché se qualcosa andasse storto, nei portafogli ci sarebbero tanti titoli di bassa qualità che sconfesserebbero le premesse iniziali. In pandemia sono saltati in aria diversi debiti emergenti. E lo scorso anno stava per arrivare il turno dell’Egitto, salvato in extremis dal soccorso internazionale di alleati emiratini e Fondo Monetario.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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