La conferenza di Monaco dei giorni scorsi è stata l’occasione per cristallizzare le differenze tra le due sponde dell’Atlantico e per capire che il futuro dell’Europa sarà assai diverso da quello che abbiamo vissuto dopo il Secondo Dopoguerra. Il vicepresidente americano James David Vance non le ha mandate a dire ai leader del Vecchio Continente, che a suo dire hanno abiurato ai valori fondamentali come la libertà di parola e aperto all’immigrazione incontrollata.
Futuro in Europa senza ombrello USA
Con la rielezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti, finisce una lunga era in cui l’Occidente ha vissuto sotto l’ombrello della superpotenza.
Una protezione fornita “gratuitamente” sul piano strettamente economico e finanziario, ma che ha comportato una sovranità limitata sul piano geopolitico per gli stati protetti. Il futuro dell’Europa non sarà questo e lo hanno chiarito senza tentennamenti gli esponenti dell’amministrazione americana. Ciò avrà riflessi anche dal punto di vista della nostra economia.
Quando facciamo il confronto tra Stati Uniti e Unione Europea, sentiamo spesso affermare che noi avremmo una maggiore responsabilità fiscale. In effetti, il debito americano ammonta sopra il 120% del Pil contro il poco più dell’80% medio nell’UE. Se restringiamo il discorso all’Area Euro, saliamo a quasi il 90%, ma pur sempre 30-35 punti percentuali sotto i livelli USA. Lo scorso anno a Washington il deficit è stato chiuso al 6,7% del Pil contro il 2,9% dell’UE e il 2,6% dell’Eurozona.
Difesa carente in UE
Questi dati ci portano a pensare che siamo più bravi a gestire i conti pubblici.
E il paradosso è che gli americani non posseggono neppure il nostro welfare, tant’è che la loro sanità è perlopiù privata, anche se lo stato spende ogni anno sostanzialmente quanto noi europei per coprire una minoranza della popolazione per l’accesso alle cure. Ma la verità è più complessa e meno confortante. Se in questi decenni siamo riusciti a sembrare più bravi, è perché abbiamo vissuto senza assumerci le nostre responsabilità.
La Germania ha imposto al resto dell’UE una politica fiscale basata sul contenimento di deficit e debito pubblico e ciò è stato possibile perché la sua e la nostra sicurezza sono state garantite da zio Sam. I tedeschi non hanno solamente infrastrutture carenti per un’economia avanzata, ma anche una struttura militare pressoché assente. I loro stessi leader hanno ammesso di recente che, nel caso di attacco esterno, non sarebbero capaci di difendersi. Finora ci hanno pensato gli americani, che in Germania mantengono un massiccio dispiegamento di truppe. Grazie a ciò, la sicurezza è stata per Berlino un non costo. E lo stesso dicasi per il resto del continente.
Verso maxi-aumento della spesa militare
La spesa militare nell’UE era all’1,9% del Pil nel 2024, circa 1,5 punti più bassi degli USA. E non fatevi ingannare da questa differenza percentuale apparentemente colmabile. Il ritardo accumulato da noi europei sul piano militare richiederà notevoli investimenti per molti anni, tant’è che ormai l’obiettivo del 2% della NATO sulle spese per la difesa è considerato blando.
Si punta al 3%. E c’è un altro problema, se vogliamo più grosso. Senza l’ombrello USA, il mondo ci vedrà per quello che siamo sempre stati e siamo ancora: un ammasso di stati in competizione tra di loro e senza alcuna coordinazione credibile. Questo fatto ci rende il ventre molle del pianeta sul piano della sicurezza.
L’Europa è una realtà geografica, non statuale. Se uno dei suoi Paesi venisse attaccato da un nemico esterno, siamo così sicuri che tutti gli altri accorrerebbero a difenderlo? Le regole sono regole, ma la realtà è ben diversa. Per renderci credibili e allontanare i malintenzionati sarà necessario investire pesantemente sulla difesa per decenni. E questo porterà irrimediabilmente a un aumento del debito pubblico nel futuro dell’Europa. Molti eccepiranno che l’aumento delle spese militari potrà essere coperto con tagli ad altre voci di spesa e/o un aumento delle imposte. Il ragionamento è ragionieristico, ma poco politico. Li vedete i governi a tagliare scuola, pensioni e sanità o ad aumentare le tasse per la difesa?
Più debiti e inflazione
Se c’è una cosa che i leader europei non si possono permettere in questa fase delicatissima, è di accrescere la loro impopolarità dinnanzi alle rispettive opinioni pubbliche nazionali. L’aumento della spesa militare arriverà o da emissioni di debito comune sul piano comunitario o da aumenti degli stanziamenti nazionali avallati da Bruxelles. In ogni caso, il futuro dell’Europa sarà all’insegna di più debiti. E non solo. La Banca Centrale Europea sarà verosimilmente chiamata a tenere a bada i tassi per evitare che la spesa per interessi esploda con l’aumento delle emissioni di debito. E ciò equivale a prospettare ufficiosamente una maggiore tolleranza verso l’inflazione. Sta accadendo già, anche se in maniera più confusa che convinta.
Sin qui abbiamo prospettato uno scenario, tutto sommato, ordinato. Potrebbe andare peggio. Senza l’ombrello americano, l’UE può deflagrare, essendo stata ad oggi l’entità eterodiretta da Washington per avere un’interlocuzione agevole con il Vecchio Continente dopo la caduta del Muro di Berlino.
Ma agli americani non interessa più, perché ripongono da tempo le loro attenzioni su un’area per loro divenuta ben più strategica: il Pacifico. E’ lì che assistiamo alle mire espansionistiche della Cina, nuova superpotenza globale. E lì che si trova anche l’India, la nazione più popolosa al mondo. E’ sempre lì che si affaccia la stessa Russia.
Futuro dell’Europa caotico
Il futuro dell’Europa può essere più caotico di quanto immaginiamo. E caos fa spesso o sempre rima con debiti e inflazione. Quella medaglia al petto che ci siamo cuciti addosso da soli per essere più fiscalmente responsabili, molto presto dovremmo togliercela. La Germania cadrà dal pero quando capirà definitivamente cosa significhi provvedere da sé alla gestione della propria sicurezza. Sono finiti i tempi in cui gli USA erano la mucca da spremere per avere esportazioni facili e zero spese per vivere in pace. L’Europa sarà costretta a diventare grande tutta ad un tratto. E sarà costoso e doloroso per un continente che da decenni propina ai propri cittadini amenità ideologiche sconnesse dalla storia.
Semplice basta andare con la coda tra le gambe dai Russi e dai Cinesi e dire che abbiamo sbagliato tutto, con la speranza che si possano portare indietro le lancette dell’ orologio.