Congelamento degli asset russi in Europa, cosa può succedere dopo le parole di Trump su Zelensky

Il congelamento degli asset russi in Europa va avanti da tre anni e per Bruxelles è arrivato il momento di scegliere cosa fare.
2 giorni fa
2 minuti di lettura
Congelamento asset russi in Europa
Congelamento asset russi in Europa © License Creative Commons

Tra il presidente americano Donald Trump e quello ucraino Volodymyr Zelensky sono volati gli stracci e il danno appare irreparabile. Il secondo aveva accusato il primo di “vivere nella bolla della disinformazione russa” e la replica è stata durissima: “comico modesto e dittatore non eletto”. L’Ucraina non siede nemmeno al tavolo delle trattative USA-Russia per trovare un accordo di pace. L’Europa reclama uno strapuntino, ma adesso si trova più che mai con il cerino in mano del congelamento degli asset russi.

Nuovo pacchetto di sanzioni UE contro Russia

Gli ambasciatori dei 27 stati comunitari presso l’Unione Europea hanno appena approvato il 16-esimo pacchetto di sanzioni contro la Russia. Un modo per riaffermare la propria “autonomia” rispetto alla Casa Bianca. Il segretario di Stato USA, Marco Rubio, ha confermato le sanzioni americane fino a quando non sarà trovato un accordo. Formalmente, però, Bruxelles sostiene che nessun esito possa essere recepito automaticamente dall’Ucraina senza il coinvolgimento della stessa e del continente europeo.

La divergenza tra USA ed Europa non è affare da poco. All’indomani dell’invasione ordinata da Vladimir Putin, l’Occidente congelò asset russi per circa 300 miliardi di dollari, quasi la metà delle intere riserve valutarie di Mosca. Di questi, circa 270 miliardi si trovano investiti in Europa. La mossa avrebbe dovuto soffocare finanziariamente il Cremlino, spingendolo alla resa. Questi i propositi, ma che non si sono concretizzati. Prova ne è che la guerra prosegue dopo 3 anni.

Divergenza con USA grave per Europa

Il congelamento degli asset russi è problematico dal punto di vista del diritto internazionale. Se è vero che la Russia abbia invaso l’Ucraina, infrangendo la sovranità di un altro stato indipendente, d’altra parte non si capisce quale sia l’autorità con cui l’Unione Europea abbia negato alla sua banca centrale di disporre dei propri asset.

Sin dall’inizio abbiamo evidenziato che questa operazione avrebbe minato alle basi del sistema finanziario europeo. Il nostro continente si è rivelato rischioso per i capitali provenienti da Paesi potenzialmente ostili sul piano geopolitico. E questo ha già portato le banche centrali in Asia ad accumulare oro e ad allentare la dipendenza da dollari ed euro.

In altre parole, il congelamento degli asset russi rischia di passare alla storia come un “auto-embargo” europeo. Anziché essere considerati uno spazio sicuro per investire, siamo percepiti oramai persino più insicuri della superpotenza americana, che ha fatto sempre suo il motto latino “pecunia non olet”. Ora che Trump ha mandato a quel paese Zelensky e tratta in autonomia la pace in Ucraina, l’Europa può rimanere potenzialmente l’unica area al mondo a procrastinare le sanzioni contro Mosca. E questo ne evidenzierebbe la sua inaffidabilità agli occhi di buona parte del mondo non rientrante nell’orbita occidentale.

Su asset russi in gioco credibilità europea

Avanza persino l’ipotesi di usare parte degli asset russi per finanziare la ricostruzione ucraina. Questo presupporrebbe il passaggio dal congelamento all’esproprio vero e proprio, in assenza di una pronuncia giuridica in tal senso.

Se poi l’America nel frattempo “scongelasse” gli altri russi sotto la propria custodia, il danno d’immagine per l’Europa sarebbe ancora più grave, rimanendo l’unica nei panni del poliziotto cattivo. Per questo sarà importante nelle prossime settimane coadiuvarsi con Washington, al di là delle differenze di vedute. Non possiamo permetterci la sfiducia di gran parte degli investitori mondiali.

[email protected] 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
Il suo motto è “Il lettore al centro grazie a una corretta informazione”; ogni suo articolo si pone la finalità di accrescerne le informazioni, affinché possa farsi un'idea dell'argomento trattato in piena autonomia.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Aumenti Assegno di Inclusione e SFL e il Reddito di Cittadinanza è dimenticato, cifre alte di sussidi
Articolo precedente

Aumenti Assegno di Inclusione e SFL e il Reddito di Cittadinanza è dimenticato, cifre alte di sussidi

bonus genitori separati
Articolo seguente

Bonus 800 Euro per genitori separati: stanno davvero arrivando i pagamenti?