Neanche in Giappone l’inflazione ne vuole sapere di scendere. Al contrario, nel mese di gennaio è salita ancora al 4%, il livello più alto esattamente da due anni. Era al 3,6% a dicembre. Su base mensile, i prezzi al consumo sono aumentati dello 0,5%. Al netto di energia e generi alimentari, crescita del 3,2% annuale e ai massimi da 19 mesi. In considerazione di questi dati, gli stessi tassi di interesse in Giappone potrebbero continuare a salire e anche prima del previsto.
Tokyo prosegue la stretta monetaria
La Banca del Giappone ha alzato i tassi per tre volte. La prima fu a marzo dell’anno scorso, quando pose termine alla lunga era dei tassi negativi. Poi a luglio il governatore Kazuo Ueda portava il costo del denaro allo 0,25% e a gennaio di quest’anno allo 0,50%.
Livelli bassissimi nel confronto internazionale, ma non guardando alla storia di Tokyo negli ultimi anni. L’inflazione sarebbe ancora sotto controllo per l’istituto, ma è chiaro che di questo passo i tassi dovranno essere ritoccati ancora una volta all’insù.
Yen e rendimenti in ripresa
Il mercato prevede che il prossimo annuncio in tal senso arrivi solamente a luglio. Tuttavia, dopo la pubblicazione del dato di gennaio, è probabile che sarà prima. E si rafforza lo yen, che scambia contro il dollaro a poco più di 150, ai livelli più forti da quasi due mesi e mezzo. Dai minimi di gennaio segna una ripresa del 5%. E’ il segno che il mercato sconti un aumento dei tassi in Giappone, mentre i tassi americani rimarrebbero fermi per i prossimi mesi e scendere 1-2 volte verso la fine dell’anno.
C’è un altro dato che lascia intendere questo: il rendimento sovrano a 10 anni è salito fino a un massimo dell’1,45% l’altro ieri, mai così alto da decenni. Formalmente, la Banca del Giappone ha fissato un tetto dell’1% su questo tratto della curva delle scadenze. Il fatto che il rendimento venga fatto salire ben oltre tale soglia confermerebbe la volontà di lasciar lavorare le forze del mercato e di ridurre la repressione finanziaria di questi anni ai danni del mercato obbligazionario.
Tassi in Giappone rischio per Eurozona
Per l’Europa il rialzo dei tassi in Giappone non è una bella notizia. Molti investitori domestici, prevedendo un cambio in risalita e approfittando dei maggiori rendimenti interni, potrebbero abbandonare il nostro mercato per rimpatriare i loro capitali. I bond in euro rimarrebbero a corto di domanda dal Sol Levante, che trabocca di risparmi e capitali. Agli inizi di agosto dello scorso anno, la Borsa di Tokyo subì un improvviso tracollo, per molti conseguenza del cessato “carry trade“ tra mercato nipponico e americano. Fu il segnale delle forti implicazioni che rischia di avere la stretta monetaria controcorrente di Tokyo dopo anni di stimoli senza precedenti e paragoni nel mondo.