L’ordinamento fiscale italiano prevede una serie di agevolazioni destinate ai contribuenti con familiari a carico, tra cui la detrazione per i figli.
La Legge di Bilancio 2025 (Legge n. 207/2024) ha introdotto modifiche significative alla disciplina delle detrazioni per carichi di famiglia, con particolare riferimento ai figli del coniuge deceduto che convivono con il superstite.
Figli fiscalmente a carico: il nuovo quadro normativo
Con l’entrata in vigore della nuova normativa, l’articolo 1, comma 11, della Legge n. 207/2024 ha apportato modifiche all’articolo 12 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR).
Nello specifico, è stata ampliata la platea dei soggetti che possono beneficiare delle detrazioni fiscali per figli a carico.
In particolare, la nuova formulazione della norma prevede che l’agevolazione sia riconosciuta non solo ai figli biologici e adottivi, ma anche ai figli del coniuge defunto che continuano a convivere con il superstite.
Requisiti per ottenere la detrazione
Secondo quanto stabilito dalla normativa aggiornata, la detrazione spetta per ciascun figlio fiscalmente a carico nelle seguenti situazioni:
- figli di età compresa tra 21 e 30 anni e con un reddito inferiore al limite previsto dalla legge per essere considerati a carico;
- figli di età pari o superiore a 30 anni, purché affetti da una disabilità riconosciuta ai sensi dell’articolo 3 della Legge n. 104/1992.
L’importo della detrazione è fissato a 950 euro per ogni figlio a carico, senza distinzioni tra figli biologici, adottivi, affiliati o affidati. L’agevolazione si applica anche nel caso dei figli del coniuge deceduto, purché permanga la convivenza con il coniuge superstite.
Implicazioni fiscali della modifica normativa
L’innovazione normativa risulta particolarmente rilevante per i nuclei familiari in cui un coniuge viene a mancare e i figli di quest’ultimo continuano a convivere con il superstite.
Prima della modifica introdotta dalla Legge di Bilancio 2025, non vi era una disposizione esplicita che riconoscesse il diritto alla detrazione in questi specifici casi, creando incertezze interpretative.
Ora, con la revisione dell’articolo 12 del TUIR, la situazione è più chiara e garantisce una maggiore equità fiscale, riconoscendo il ruolo di sostegno economico che il coniuge superstite continua a svolgere nei confronti dei figli del partner scomparso.
Detrazione figli del coniuge deceduti: i requisiti
Per accedere alla detrazione, il contribuente deve rispettare alcuni requisiti essenziali:
- la figlia o il figlio del coniuge deceduto deve risultare fiscalmente a carico e convivente con il richiedente;
- il reddito del figlio non deve superare il limite previsto per essere considerato a carico, attualmente fissato a 2.840,51 euro annui (elevato a 4.000 euro per i figli di età fino a 24 anni);
- se il figlio ha un’età superiore a 30 anni, oltre a rispettare i predetti requisiti reddituali, deve avere una disabilità riconosciuta ai sensi della normativa vigente.
Riassumendo
- Figli del coniuge deceduto: possono beneficiare della detrazione se conviventi con il coniuge superstite.
- Requisiti di età: spetta per figli tra 21 e 30 anni o con disabilità oltre i 30 anni.
- Importo detrazione: è fissato a 950 euro per ogni figlio fiscalmente a carico.
- Come richiederla: va indicata nella dichiarazione dei redditi (Modello 730 o Redditi PF).
- Obiettivo della norma: favorire l’equità fiscale e sostenere economicamente le famiglie colpite da un lutto.