L’Ape Sociale si configura come un’indennità economica destinata a determinate categorie di lavoratori che necessitano di un accesso anticipato alla pensione. Questa misura offre un supporto finanziario fino al raggiungimento dell’età prevista per la pensione di vecchiaia, attualmente fissata a 67 anni.
La recente proroga fino al 2028 ne conferma il ruolo cruciale nel sistema previdenziale italiano, garantendo un sostegno concreto a coloro che si trovano in condizioni di particolare difficoltà lavorativa e personale.
In redazione è giunto un quesito.
Salve, mio marito percepiva Ape sociale ma è deceduto qualche settimana fa. Aveva 65 anni. Sono a chiedere se in qualità di coniuge superstite ho diritto a percepire io Ape sociale come reversibilità.
Destinatari dell’Ape Sociale
L’accesso ad APE sociale è riservato a specifiche categorie di lavoratori, sia dipendenti che autonomi, compresi gli iscritti alla Gestione Separata. Per poter beneficiare dell’Ape Sociale, occorre rientrare in una delle seguenti condizioni:
- Disoccupati: possono accedere coloro che hanno perso il lavoro a seguito di licenziamento, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale.
Per soddisfare i requisiti, è necessario aver usufruito interamente dell’indennità NASPI e dimostrare almeno 18 mesi di attività lavorativa nei tre anni precedenti la cessazione del rapporto di lavoro.
- Caregiver: lavoratori che assistono un familiare convivente affetto da grave disabilità per almeno sei mesi continuativi. L’assistenza deve essere rivolta al coniuge o a un parente di primo grado. In circostanze particolari, il beneficio può essere esteso ai parenti o affini di secondo grado, qualora il soggetto assistito abbia genitori o coniuge ultra-settantenni con invalidità.
- Lavoratori con invalidità civile: possono accedere coloro ai quali è stato riconosciuto un grado di invalidità pari o superiore al 74%.
- Lavoratori impiegati in mansioni gravose: chi svolge attività particolarmente pesanti può fare richiesta se ha accumulato almeno sette anni di attività negli ultimi dieci, oppure sei anni negli ultimi sette, in professioni classificate come gravose dalla normativa vigente.
Requisiti contributivi e anagrafici
L’accesso all’Ape Sociale è subordinato al compimento di almeno 63 anni e 5 mesi di età e al possesso di una contribuzione minima, che varia in base alla categoria di appartenenza:
- 30 anni di contributi per disoccupati, caregiver e lavoratori con invalidità civile.
- 36 anni di contributi per coloro che svolgono mansioni gravose. Tuttavia, per alcune professioni specificamente individuate, il requisito contributivo scende a 32 anni.
Una caratteristica importante dell’Ape Sociale riguarda la sua cumulabilità con eventuali redditi da lavoro. Attualmente, è possibile integrare questa indennità con redditi derivanti da attività di lavoro autonomo occasionale, a condizione che non si superi la soglia di 5.000 euro lordi annui. Questa limitazione mira a garantire che il sostegno sia rivolto a chi effettivamente si trova in una condizione di difficoltà lavorativa e non può contare su fonti di reddito significative.
L’Ape Sociale e la pensione di reversibilità
Uno degli aspetti di maggiore interesse riguarda la destinazione dell’Ape Sociale in caso di decesso del beneficiario. Secondo quanto chiarito dall’INPS nella circolare n.
100 del 2017, l’indennità non prevede la reversibilità ai superstiti.
In altre parole, alla morte del titolare, l’Ape Sociale cessa immediatamente e non può essere trasferita al coniuge superstite. Tuttavia, il coniuge superstite potrà avere diritto alla pensione di reversibilità quando il lavoratore avrebbe maturato i requisiti per la pensione ordinaria, ovvero al compimento dei 67 anni.
Vi ringrazio per noi pensionati al Estero.trovo anticostituzionale che sta facendo il governo.siamo a vostra disposizione.Fateci sapere Grazie
Vi ringrazio per noi pensionati al estero.trovo
anticocostituzionale che sta facendo il governo.soamo a vostra disposizione Fateci sapere Grazie