Riforma delle pensioni: a tutti il contributivo ma con 3 anni di uscita anticipata

Cosa succede con una riforma delle pensioni con il metodo contributivo? Ecco i vantaggi e gli svantaggi, fermo restando la possibilità di uscita a 64 anni per tutti.
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Cosa succede con una riforma delle pensioni con il metodo contributivo? Ecco i vantaggi e gli svantaggi, fermo restando la possibilità di uscita a 64 anni per tutti.
Foto © Investireoggi

Come si andrà in pensione nei prossimi anni? Una domanda alla quale, per rispondere, ci vorrebbe una sfera di cristallo. Al momento possiamo soltanto ipotizzare alcuni scenari, alcuni dei quali con risvolti chiaramente negativi, come un possibile inasprimento dei requisiti. Al contrario, si può sperare anche in qualcosa di più favorevole, come una vera riforma delle pensioni degna di questo nome.

Va però ribadito che non c’è ancora nulla di certo, anche se alcuni indizi suggeriscono che probabilmente il futuro delle pensioni si orienterà sempre più verso il sistema contributivo, con tutti i suoi pro e contro, ma anche con discreti vantaggi per chi oggi rischierebbe di restare escluso dalle uscite anticipate.

Riforma delle pensioni: a tutti il contributivo ma con 3 anni di uscita anticipata

Non tutti vengono penalizzati da una pensione calcolata interamente con il sistema contributivo. Già questo dovrebbe sollevare molti dubbi, specialmente quelli legati a questioni strutturali che emergono quando si parla di pensioni contributive.

Infatti, soprattutto per chi negli ultimi anni della carriera ha percepito retribuzioni molto inferiori rispetto agli stipendi iniziali, una pensione mista, calcolata in parte con il sistema retributivo, potrebbe trasformarsi in uno svantaggio invece che in un beneficio.

Potrà sembrare paradossale, considerando il luogo comune secondo cui le pensioni contributive siano sempre penalizzanti, ma a volte è proprio il metodo retributivo ad essere meno conveniente.

La nuova riforma delle pensioni con il contributivo, ecco come tra vantaggi e svantaggi

Non bisogna dunque aver paura a priori degli effetti sulla propria pensione, qualora questa ipotetica nuova riforma obbligasse a un ricalcolo contributivo della prestazione pensionistica.

Infatti, è proprio verso questa direzione che si stanno muovendo tutte le novità riguardanti il sistema pensionistico.

Estendere a tutti il sistema contributivo non significa necessariamente subire solo tagli degli assegni, che certamente riguardano la maggior parte delle persone coinvolte, ma vuol dire anche poter sfruttare alcuni vantaggi che, con anzianità contributiva antecedente il 1996, non sarebbero altrimenti disponibili.

Tra questi, ci sono benefici come la maggiorazione contributiva per i lavoratori precoci, cioè coloro che hanno versato contributi prima dei 18 anni di età. Solo nel sistema contributivo, infatti, questi versamenti valgono 1,5 volte. Inoltre, vi è il vantaggio previsto per le donne, che possono godere di una riduzione di 4 mesi sull’età pensionabile per ogni figlio, fino a un massimo di 16 mesi complessivi. Questo beneficio attualmente è riservato esclusivamente ai contributivi puri.

Uscite a partire dai 64 anni di età

La nuova riforma offrirebbe anche il vantaggio di poter lasciare anticipatamente il lavoro. Infatti, l’idea di riformare il sistema, favorendo le uscite tra i 64 e i 72 anni di età, deriva proprio dall’estensione della pensione anticipata contributiva a tutti i lavoratori. Ciò che oggi è possibile esclusivamente per chi ha iniziato a versare dopo il 31 dicembre 1995 potrebbe diventare una realtà per tutti.

Si tratta di una uscita anticipata a 64 anni di età con almeno 20 anni di contributi. A condizione però di accettare il ricalcolo interamente contributivo e di raggiungere un assegno pensionistico pari ad almeno 1,5 volte l’assegno sociale.

Questa novità rappresenterebbe un significativo miglioramento rispetto all’attuale pensione anticipata contributiva, che richiede come importo minimo almeno tre volte l’assegno sociale.

In aggiunta, per chi decidesse di rimandare il pensionamento, sarebbero previsti bonus e agevolazioni in grado di garantire una reale flessibilità del sistema. Tuttavia, è opportuno considerare che, di contro, ci saranno regole di calcolo meno vantaggiose per chi sceglierà di lasciare anticipatamente il lavoro.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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