La domanda è molto comune tra i lavoratori. Se da un lato c’è grande interesse sui requisiti di accesso alle pensioni, dall’altro ciò che conta davvero è quanto si percepirà effettivamente di pensione. Sia nel sistema retributivo sia in quello contributivo, infatti, è fondamentale lo stipendio: nel primo caso perché contano le ultime retribuzioni percepite durante la carriera lavorativa, nel secondo perché è importante la percentuale dello stipendio destinata all’INPS.
Ma quanto prenderà di pensione chi ha percepito mediamente 1.500 euro al mese durante tutta la vita lavorativa? Abbiamo scelto questa cifra perché rappresenta una media plausibile di stipendio. Vediamo, quindi, come funzionano i conti.
Cosa aspettarsi di pensione con uno stipendio di 1.500 euro dopo 20, 30 o 40 anni di contributi
Lo stipendio percepito è fondamentale per calcolare l’importo della pensione spettante a un lavoratore, ma altrettanto determinanti sono gli anni di contributi versati, specialmente nel sistema contributivo, che si basa sull’ammontare totale dei contributi accumulati. Maggiore è lo stipendio, maggiori saranno i contributi versati. Ad esempio, nel Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti (FPLD) la percentuale destinata ai contributi è del 33% dello stipendio.
Con uno stipendio medio di 1.500 euro mensili, il contributo mensile al montante pensionistico è di circa 495 euro. Tuttavia, indipendentemente dal metodo di calcolo, chi percepisce 1.500 euro al mese non raggiungerà mai una pensione pari a questo stipendio, nemmeno applicando interamente il più favorevole calcolo retributivo.
Anche considerando gli ultimi cinque anni con retribuzioni più elevate, la pensione non potrebbe mai essere equivalente al 100% della retribuzione, e con il sistema contributivo, notoriamente meno generoso, la situazione peggiora ulteriormente.
Pensioni calcolate con il sistema contributivo, ecco come si fa a determinare l’importo
Il sistema contributivo riguarda ormai la maggior parte dei lavoratori non ancora in pensione e influisce significativamente anche sulle pensioni di chi deve ancora ritirarsi dal lavoro.
Sempre meno sono i lavoratori che, avendo maturato 18 o più anni di contributi entro il 31 dicembre 1995, possono sfruttare il più favorevole calcolo retributivo fino al 31 dicembre 2011.
Quindi, chi ha diritto al calcolo misto della pensione lo applica ormai solo per il periodo antecedente al 31 dicembre 1995. Ovvero per una parte più limitata rispetto alla quota contributiva.
Questa realtà, se da un lato rappresenta uno svantaggio economico, dall’altro facilita il calcolo della pensione per chi ha avuto uno stipendio medio di 1.500 euro mensili durante tutta la carriera. Con il sistema contributivo è infatti relativamente semplice calcolare il montante contributivo e di conseguenza stabilire l’importo pensionistico sulla base degli anni di contributi versati.
Gli esempi pratici di calcolo della pensione, ecco i conti e gli importi con stipendio di 1.500 euro al mese
Uno stipendio lordo di 1.500 euro mensili corrisponde a uno stipendio lordo annuale di 19.500 euro. Applicando l’aliquota contributiva del 33%, il lavoratore accumula annualmente 6.435 euro nel montante contributivo. Dopo 10 anni di contributi, il montante raggiunge 64.350 euro. Dopo 20 anni (la soglia minima per la pensione di vecchiaia) si arriva a 128.700 euro. Mentre con 30 e 40 anni di contributi si arriva rispettivamente a 193.050 euro e 257.400 euro.
Considerando il pensionamento a 67 anni e il coefficiente di trasformazione aggiornato per il 2025 al 5,608%, il montante contributivo – rivalutato al tasso di inflazione – deve essere moltiplicato per questo coefficiente per ottenere l’importo annuale della pensione, che diviso per 13 mensilità determina la pensione mensile.
Molto dipende dal numero di anni di contributi versati
Un lavoratore con 20 anni di contributi e un montante di 128.700 euro, considerando la rivalutazione, potrebbe raggiungere circa 150.000 euro di montante lordo. Questo darebbe diritto a una pensione annuale di circa 8.412 euro, ovvero circa 647 euro al mese.
Con 30 anni di contributi, il montante potrebbe raggiungere circa 220.000 euro. Determinando così una pensione annuale di 12.337 euro, pari a circa 950 euro al mese. Infine, con 40 anni di versamenti, il montante lordo salirebbe a circa 300.000 euro. Corrispondenti a una pensione annuale di 16.824 euro, circa 1.294 euro mensili.
Salve in Italia non si può vivere con pensioni basse perché i politici sono dei ladroniiiiiiiii autorizzati dal popolo che non riesce a capire che il nostro governo e una massa di corrotti adesso si sono aumentati anche gli stipendi di che vogliamo parlare e il popolo che autorizza a questi corrotti di speculare sui cittadini ci vorrebbe una rivoluzione per sanare queste corruzioni autorizzate.
Buon giorno,mi chiamo Cinzia.
Sono invalida 100x 100.
Ho tre malattie una non c’è cura,l’altra ci sono medicine poco effetto e si muore.
Insomma sono peggiorata non sto quasi camminando,striscio le gambe,poi ho ostoporosi,poi attrte e, severa fibromuagia su tutto il corpo mi porta dolori 24 su 24 ore,da impazzire poi il morbo di parchinson e li idem dolori tremore e camminare davvero poco 750 prendo, non riesco più, ha pagare casa mi è arrivata la lettera, x andarmene via,ci sarà il processo.
Il giorno tre,paga luce ecc ,stesso giorno non avevo più soldi.
Penso sempre una cosa brutta,nessuno mi aiuta.ho detto tutta la verità
Peccato tutti paesi sostanzialmente di m… ammesso che ce ne sia qualcun altro che si salva… come lo so? Informatevi su come si comportano con gli animali…. animali, donne, bambinii, deboli e indifesi, da lì si evince la civiltà di un popolo…