L’acquisto di un’abitazione in Italia da parte di cittadini italiani residenti all’estero solleva spesso dubbi in merito alla possibilità di beneficiare delle agevolazioni prima casa.
Grazie a un recente chiarimento dell’Agenzia delle Entrate, è stato confermato che, in presenza dei requisiti previsti, tali soggetti possono accedere ai vantaggi fiscali, indipendentemente dalla posizione del nuovo immobile rispetto alla loro ultima residenza in Italia.
Il contesto normativo delle agevolazioni prima casa
L’agevolazione prima casa è un beneficio fiscale che consente di accedere a imposte ridotte sull’acquisto di un immobile. In particolare, chi ne usufruisce paga l’imposta di registro al 2% anziché al 9% (se l’acquisto avviene da un privato) o l’IVA al 4% invece che al 10% (nel caso di acquisto da un’impresa costruttrice).
Inoltre, le imposte ipotecaria e catastale ammontano a 50 euro ciascuna, invece di essere calcolate con aliquote ordinarie.
Per accedere a queste agevolazioni, è necessario rispettare specifici requisiti, tra cui, ad esempio,:
- L’immobile non deve appartenere alle categorie catastali A1, A8 e A9 (abitazioni di lusso, ville e castelli);
- Il soggetto acquirente non deve essere titolare di altri immobili acquistati con agevolazione prima casa, salvo cessione del precedente entro un anno;
- L’abitazione deve trovarsi nel Comune in cui l’acquirente ha la residenza o si impegna a trasferirla entro 18 mesi dall’acquisto.
Residenti all’estero e benefici fiscali
Un dubbio comune riguarda la possibilità per i cittadini italiani che vivono stabilmente all’estero di accedere all’agevolazione prima casa. Il recente chiarimento pubblicato sul portale dell’Agenzia delle Entrate, fornito con la risposta n.
28/2025, ha sciolto ogni incertezza in merito.
Secondo l’Amministrazione finanziaria, il cittadino italiano residente fuori dal territorio nazionale può beneficiare delle agevolazioni previste, a condizione che l’immobile acquistato si trovi in un Comune in cui l’acquirente ha avuto la residenza in passato o in cui ha svolto un’attività lavorativa. Non è necessario che il nuovo immobile si trovi nello stesso Comune dell’ultima residenza italiana prima del trasferimento all’estero.
Agevolazione prima casa: il requisito del legame con il Comune
Un aspetto cruciale per l’ottenimento dell’agevolazione prima casa riguarda il legame con il Comune in cui si trova l’immobile. Non è richiesto che l’acquirente sia attualmente residente in Italia né che trasferisca la propria residenza nel Comune in cui acquista la casa. È sufficiente dimostrare di aver avuto, in passato, la residenza o di aver lavorato in tale Comune.
Questo aspetto rappresenta un’importante apertura per i cittadini italiani residenti all’estero, consentendo loro di acquistare un’abitazione in un Comune in cui abbiano vissuto o lavorato in precedenza, senza necessità di rientrare stabilmente in Italia.
Riassumendo
- Beneficio fiscale: l’agevolazione prima casa riduce le imposte su acquisti immobiliari destinati all’abitazione principale.
- Requisiti principali: l’immobile non deve essere di lusso, né già acquistato con lo stesso beneficio.
- Residenti all’estero: possono accedere all’agevolazione se l’immobile è in un Comune di residenza/lavoro precedente.
- Nessun obbligo di residenza: non è necessario trasferirsi nel Comune dell’immobile per ottenere il beneficio.
- Vantaggi economici: imposta di registro ridotta al 2%, IVA al 4%, imposte ipotecarie e catastali minime.