Nuova emissione retail disponibile per il pubblico dei risparmiatori italiani e questa volta non parliamo di un titolo di stato emesso dal Tesoro. E’ disponibile in fase di collocamento dal 31 marzo scorso e lo sarà fino al 18 aprile prossimo il bond a 5 anni di Banca Mondiale, emesso in collaborazione con l’istituto francese BNP Paribas (ISIN: XS3037093716). Il taglio minimo è stato fissato in appena 1.000 euro, per cui parliamo di un investimento alla portata di tutti. L’obbligazione è già negoziabile all’EuroMoT di Borsa Italiana. Per il collocamento sono autorizzate anche le seguenti banche italiane: Banca Generali, BNL, Banca Sella, Cassa Lombarda, Intermonte e Mediobanca.
Condizioni della nuova emissione Banca Mondiale
Il ricavato del bond a 5 anni è finalizzato al finanziamento di progetti di sviluppo sostenibile. Quanto alle caratteristiche offerte, abbiamo una scadenza in data 25 aprile 2030. Per i primi 2 anni la cedola è fissa e pari al 2% lordo, mentre dal terzo al quinto anno sale al 2,25%. Tuttavia, l’emittente si riserva la facoltà di procedere al rimborso anticipato del capitale al 100% del valore nominale, ovviamente oltre agli interessi maturati sino ad allora. L’operazione avverrebbe tramite annuncio con almeno 5 giorni lavorativi di anticipo.
Trattandosi di un’emissione sovranazionale, anche il bond a 5 anni della Banca Mondiale sarà sottoposto a tassazione del 12,5% come i BTp e gli altri titoli di stato. I rendimenti delle altre obbligazioni in Italia scontano un’aliquota del 26%. Se l’investimento arrivasse alla scadenza senza alcun esercizio della call, il rendimento medio lordo annuale sarebbe del 2,15%. Esso si confronta con il 2,86% offerto ieri in chiusura di seduta dal BTp a 5 anni.
E lo stesso Bund a 5 anni rendeva il 2,30%. Dunque, la nuova emissione offre persino meno del titolo tedesco.
Bond a 5 anni poco generoso, ma asset solido
Perché così poco? La Banca Mondiale vanta rating tripla A, come del resto la Germania. Significa che per le agenzie internazionali presenta un rischio di credito sostanzialmente nullo. Dunque, risulterebbe più proficuo investire in titoli di stato italiani. Ad ogni modo, il bond a 5 anni incrementerebbe la qualità del portafoglio obbligazionario e consentirebbe all’investitore di puntare non soltanto su un asset solido, ma possibilmente anche di ridurre l’esposizione al mercato europeo, che nei prossimi mesi e anni si prospetta più incerto del passato per via delle vicende geopolitiche in corso.
Per quanto il rendimento di questo nuovo bond a 5 anni in euro sia magro, risulterebbe ancora positivo in termini netti reali, date le basse aspettative d’inflazione in Italia per il prossimo quinquennio. Queste si attestano al momento in area 1,30%. Considerate che la cedola media annua netta sarà dell’1,88%, ovvero dell’1,75% per i primi 2 anni e dell’1,97% per i 3 anni successivi.
giuseppe.timpone@investireoggi.it