Arretrati pensione in attesa all’INPS, ecco come averli e perché sono fermi da mesi

Ecco quando gli arretrati di pensione INPS restano fermi per cifre indebitamente percepite tra pensione e Assegno Sociale.
3 settimane fa
5 minuti di lettura
pensione, arretrati INPS
Foto © Pixabay

Ci sono contribuenti che hanno degli arretrati di pensione in attesa all’INPS. Perché sono in credito con l’Istituto che invece deve per forza di cose erogare. Ma di cosa si tratta? Andare in pensione è qualcosa che molti nemmeno possono fare. Per esempio una casalinga non potrà andare in pensione se non ha mai versato contributi o se non li ha versati a sufficienza.

Senza i 20 anni minimi, nulla da fare. Però a 67 anni c’è l’Assegno Sociale. Una misura che non prevede limiti contributivi ma che prevede limiti reddituali. Però l’Assegno Sociale per chi non ha mai versato contributi è una cosa, per chi ne ha versati, ma in misura insufficiente è un’altra cosa.

Non sono paragonabili per esempio, quanti prendono l’Assegno Sociale senza aver mai versato nulla e chi prende l?Assegno Sociale nonostante abbia versato 10, 12 o 15 anni di contributi.

Nel primo caso è l’unica soluzione possibile, nel secondo, è un ripiego. Perché i 10, 12 o 15 anni di contributi sono praticamente buttati via. A meno che non siano tutti successivi al 1995. In questo caso, se il contribuente è privo di contribuzione prima del 1996, a 71 anni questi contributi possono tornare utili. Per passare dall’Assegno Sociale alla pensione di vecchiaia. Con tanto di arretrati anche a partire dai 70 anni e con l’Assegno Sociale che invece va restituito.

Arretrati pensione in attesa all’INPS, ecco come averli e perché sono fermi da mesi

Può sembrare una cosa strana, ma effettivamente è questo l’orientamento dell’INPS come accade per esempio ad una nostra lettrice.

“Buongiorno, mi chiamo Rosa, oggi pensionata che a settembre compie 73 anni.

Fino ad agosto del 2024 prendevo l’Assegno Sociale. L’ho preso a 67 anni perché i miei 13 anni di contributi non bastavano per la pensione. E visto che mio marito ha la sua pensione, ho preso l’Assegno Sociale da 220 euro al mese.

Tornando al mio Paese di origine sono andato da un Patronato per chiedere una cosa e analizzando la mia situazione, l’addetto mi ha comunicato che avevo diritto alla pensione al posto dell’Assegno Sociale. E che mi conveniva passare alla pensione perché avrebbe superato i 330 euro al mese. Tutto reale, i 13 anni di contributi che ho versato mi hanno portato ad una pensione mensile a partire da settembre 2024 pari a 340 euro circa al mese.

E poco più sono arrivata a prendere da gennaio 2025. Il patronato però mi ha detto di aver chiesto anche gli arretrati, perché a me la pensione spettava da 70 anni di età per via dei figli che ho avuto. Io non lo sapevo. L’INPS mi ha liquidato la pensione e mi ha scritto una lettera dove ci sono 12.000 euro di arretrati per la mia pensione di vecchiaia dai 70 anni di età. Solo che adesso l’INPS mi ha mandato una bolletta con un pagamento da effettuare che è di circa 9.000 euro. Perché vuole i soldi indietro dell’Assegno Sociale, presumo sempre dai 70 anni.

In pratica, anziché liquidare le differenze tra la pensione di vecchiaia che mi spettava a 70 anni e l’Assegno Sociale che prendevo, di circa 100 euro al mese, fà tutto questo strampalato meccanismo. Ma siamo in un Paese serio? Io nel frattempo sono mesi che sono a credito di oltre 3.000 euro dall’INPS e nessuno mi sa dire quando li prenderò.”

Dall’Assegno Sociale alla pensione di vecchiaia, ma arretrati pensione in attesa

In effetti la nostra lettrice si trova nel paradosso più assoluto di essere a credito con l’INPS, ma anche a debito. Con un saldo a suo vantaggio. Che però, vista la procedura abbastanza strana usata dall’Istituto, ritarda la corresponsione degli arretrati. Tutto nasce dal fatto che in regime contributivo, cioè per chi è senza contributi versati prima del 1996, c’è la possibilità di prendere una pensione a 71 anni, che è la pensione di vecchiaia contributiva. Bastano anche solo 5 anni di versamenti.

E questa cosa vale anche per chi, a 67 anni non avendo i 20 anni minimi richiesti, prende l’Assegno Sociale senza sfruttare in alcun modo la sua contribuzione. In termini pratici, vale anche per chi a 67 anni adotta il piano B, scegliendo di richiedere l’Assegno Sociale senza usare i contributi, che invece utilizzerà a 71 anni se sono almeno 5 anni.

In quel caso l’interessato passerà dal percepire una prestazione assistenziale come lo è l’Assegno Sociale, a prenderne una previdenziale. Con il vantaggio di non essere più assoggettato a conferma annuale del diritto. Perché l’Assegno Sociale si può prendere solo se ogni anno si detengono i requisiti reddituali prestabiliti. Se da un anno all’altro i redditi cambiano, anche se sono del coniuge, si rischia di perdere il diritto all’Assegno Sociale o di prendere cifre inferiori nel caso di un reddito in aumento.
A 71 anni se l’Assegno Sociale è più favorevole come importo, il passaggio non si materializza. Perché l’INPS rilascia al titolare il trattamento a lui più favorevole. Invece nel caso contrario, si passa dall’Assegno Sociale alla pensione di vecchiaia.

Serve una nuova domanda per passare dalla prestazione assistenziale alla pensione di vecchiaia contributiva

Chi a 71 anni non fa questa nuova domanda di pensione di vecchiaia, non perde il diritto alla stessa.

Infatti può richiederla anche successivamente. Ed è il caso della nostra lettrice che ci ha pensato solo a 72 anni di età. Per lei però il diritto scatta a 70 anni come gli hanno detto al patronato.

Il motivo è semplice. Per le pensioni di vecchiaia di chi non ha contributi versati prima del 1996, c’è la possibilità di scontare 4 mesi a figlio avuto dall’età pensionabile. Uno sconto che può arrivare fino a 16 mesi per chi ha avuto 4 o più figli. Questo fa anticipare la decorrenza del trattamento. E alla nostra lettrice, il cui diritto alla pensione scattava al compimento dei 71 anni ed a partire dal primo giorno del mese successivo al suo settantunesimo compleanno, ecco un altro anno di vantaggio perché evidentemente ha avuto 3 figli.

Arretrati INPS sulle pensioni, somme indebite percepite di Assegno Sociale e compensazione

Il problema che ci segnala, e che va risolto quanto prima all’INPS è questo. L’INPS di fatto ha liquidato la sua pensione di vecchiaia, come da richiesta, con una decorrenza anticipata a 70 anni. Gli ha assegnato la pensione di vecchiaia con annessa decadenza dall’Assegno Sociale. Perché lei aveva diritto alla pensione di vecchiaia e non alla ex pensione sociale. Significa che tutti i mesi di Assegno Sociale a partire dai 70 anni, devono essere restituiti.

La decadenza dall’Assegno Sociale per passaggio a nuova pensione parte da quando l’interessato ha maturato il diritto alla nuova pensione. Come se effettivamente tutto si fosse risolto, come doveva essere, a 70 anni e non a 72 anni. In parole povere, lei deve restituire tutti i mesi di Assegno Sociale presi, ma allo stesso tempo deve prendere tutti i mesi di arretrato della pensione di vecchiaia. Arretrati che adesso attendono all’INPS, che evidente blocca la pratica perché nessuno sollecita l’intervento.

Basta fare una semplice operazione matematica per capire che è la nostra lettrice che deve avere dei soldi dall’INPS e non il contrario. Solo che l’INPS evidentemente non ha la lungimiranza per adottare automaticamente la via della compensazione tra crediti e debiti. Secondo noi la lettrice farebbe bene a produrre una segnalazione al riguardo, chiedendo effettivamente una compensazione.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Fondo sovrano norvegese apre all'industria delle armi?
Articolo precedente

Il fondo sovrano norvegese pensa al riarmo, opposizioni in pressing sul governo

Sesta cedola del BTp Valore 2028
Articolo seguente

BTp Valore 2028, con la cedola in pagamento tra 7 giorni rendimento netto del 10%