Bond Fiat al 7%: un successo per il Lingotto

Richieste quasi tre volte superiori per l’emissione obbligazionaria del Lingotto. Rendimento elevato e attraente, ma la produzione italiana di auto continua ad andar male in tutta Europa
13 anni fa
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Se il Lingotto riuscisse a vendere tanto bene le auto come le obbligazioni, problemi non ne avrebbe di sicuro. Il gruppo automobilistico torinese è infatti riuscito a piazzare sul mercato un altro prestito obbligazionario Fiat, da 850 milioni di euro, raccogliendo richieste per oltre 2,2 miliardi da ben 300 investitori istituzionali. Già il mese scorso Fiat, tramite la controllata Fiat Finance and Trade Ltd, aveva collocato con successo un titolo in franchi svizzeri da 425 milioni ma ora, grazie al momento favorevole dei mercati obbligazionari, ha fatto il bis.

Del resto – come sottolineano gli operatori di Morgan Stanley – il momento per potersi affacciare sul mercato dei capitali è propizio, soprattutto per quelle società che hanno una buona visibilità a livello internazionale. La domanda di obbligazioni corporate non è mai stata così sostenuta come quest’anno – precisano gli esperti della banca d’affari americana – poiché i problemi legati al debito pubblico degli stati sovrani e di molte banche direttamente collegate ad essi ha spostato l’attenzione degli investitori verso industrie e multinazionali di blasone internazionale che vantano conti in ordine e prospettive di crescita credibili. I tassi d’interesse relativamente bassi, fanno poi il resto dando un’ulteriore indicazione agli investitori, sempre alla ricerca di rendimenti interessanti, per l’allocazione dei loro capitali.

 

Le caratteristiche della nuova obbligazione Fiat

 

Fiat Fin. & Trade 6,375% 2016

L’emissione da 850 milioni, da quanto si apprende, è stata fatta nell’ambito del programma di Global Medium Term Notes garantito da Fiat S.p.A. e curata da Barclays, Banca Imi, Credit Agricole, Commerzbank, Unicredit, Natixis e Goldman Sachs. L’obbligazione, emessa alla pari, ha durata 5 anni (scadenza 2017), cedola annuale del 7% lordo, un taglio minimo da 100.000 euro con multipli superiori da 1.000 euro, e codice Isin XS0764640149. Il rating assegnato dalle agenzie internazionali aell’emittente è ‘Ba2’ per Moody’s e ‘BB’ per S&P’s e Fitch.

Fonti bancarie spiegano che, molto probabilmente, il nuovo titolo di debito Fiat, riconoscendo un rendimento con un premio superiore a quanto sta riconoscendo in questo momento sul secondario il titolo benchmark Fiat 2016 (rendimento al 6,2%) sarà molto richiesto anche sul secondario una volta listato sull’Irish Stock Exchange. Del resto, si tratta di un deal in linea con il mercato – è il commento degli operatori – perché c’è molta liquidità in giro e, nonostante il rating junk, il nuovo bond sarà ben trattato. Fiat ha sul mercato anche un’emissione con scadenza 2018 che rende il 7,31%. e il titolo appena emesso, con cedola 7%, sta giusto a metà strada come rendimento fra i sue bond già quotati sul mercato.

 

Immatricolazioni Fiat ancora in rosso a febbraio (-16,5%) e quota mercato al 7,2%

 

Intanto, a livello industriale, Fiat continua ad andare male. A febbraio il gruppo torinese ha immatricolato in Europa 66.249 nuove vetture, segnando un calo del 16,5% rispetto alle 79.309 dello stesso mese del 2011 (il calo generale in Europa è stato del 9,7%). Nel gennaio scorso le vendite del Lingotto in Europa erano scese del 15,9% a 69.479 unità. Per quanto riguarda i singoli brand del Gruppo del Lingotto, secondo i dati forniti dall’Acea, Fiat a febbraio ha immatricolato in Europa 46.671 vetture, in calo del 18,3% rispetto alle 57.112 unità del febbraio 2011. Alfa Romeo ha venduto 8.102 unità, segnando un calo del 29,4%. In controtendenza, invece Lancia/Chrysler, che ha venduto 8.887 vetture, in crescita del 3,1%; e Jeep, con 2.257 immatricolazioni, in aumento del 58,1%. Sempre a febbraio, la quota di mercato in Europa di Fiat Group Automobiles si e’ attestata al 7,2%, in calo dal 7,8% di febbraio 2011, ma in progresso rispetto al 6,9% del gennaio scorso. Per quanto riguarda i singoli marchi, Fiat a febbraio ha segnato in Europa una quota di mercato del 5,1%, in calo rispetto al 5,6% dell’anno precedente.

In flessione anche la quota di Alfa Romeo, allo 0,9% dall’1,1% del febbraio 2011. Aumentano invece le quote di mercato di Lancia/Chrysler, salita all’1% dallo 0,8% dell’anno precedente, e di Jeep, cresciuta allo 0,2% dallo 0,1% del 2011.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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