Due nuove obbligazioni in dollari: Unicredit 6,375% e Nike 2,25%

Domanda quattro volte superiore all’offerta per il nuovo bond subordinato di Piazza Cordusio che offre un cedola del 6%. Successo anche per il noto marchio sportivo americano che raccoglie un miliardo in due tranches
12 anni fa
2 minuti di lettura

Non si placa la sete di obbligazioni in dollari da parte degli investitori. Le turbolenze finanziarie in Europa e le difficoltà della moneta unica spingono a diversificare i portafogli cercando soluzioni oltre oceano, nel biglietto verde, ritenuto sempre la valuta di riferimento del nuovo secolo. Ma per sbarcare in Usa sfruttando il mercato a stelle e strisce, non basta avere i conti a posto, occorre anche un’ottima visibilità internazionale, come Unicredit e Nike, società che non hanno certo bisogno di presentazioni.

 

Unicredit 6,375% 2023 in dollari, le caratteristiche del collocamento

 

Unicredit fa il pieno di dollari. Con un’operazione lampo, già pianificata da tempo, ha collocato sul mercato dei capitali un  titolo subordinato Lower Tier 2 decennale da 750 milioni (xs0925177130) riscuotendo i favori degli investitori internazionali. Le obbligazioni, collocate direttamente da Unicredit in collaborazione con Bnp Paribas e Citigroup (taglio minimo 200.000 Usd), sono state richieste da tutto il mondo al punto che il book si è chiuso in poche ore dall’apertura facendo registrare richieste per oltre 3 miliardi di dollari da parte di oltre 250 investitori. Più nel dettaglio – precisa l’agenzia Reuters – l’emissione è stata distribuita per circa il 74% a fondi, per 11% a società di private banking e per il 6% a banche con richieste che sono giunte principalmente dal Regno Unito (38%), Italia (10%), Stati Uniti (10%), Svizzera (9%), Francia (8%) e Asia (6%). Il successo dell’operazione – secondo Lara Sullivan di Ing Bank – è tutto riconducibile alla scelta della tempistica del collocamento: Unicredit ha saputo abilmente sfruttare una breve finestra temporale decisamente favorevole per il settore obbligazionario bancario italiano che ha visto i tassi d’interesse sui titoli governativi scendere in attesa di un possibile taglio del tasso di sconto da parte della Bce la prossima settimana. Se a questo, si aggiunge che Unicredit è la banca italiana più in vista a livello internazionale (rating BBB+), il successo dell’operazione non è certo casuale.

Come anche riscontrabile lei numeri: “la cedola – spiega una nota – è stata “considerevolmente rivista al ribasso” rispetto all’indicazione iniziale in area 6,75% “grazie a un responso molto positivo da parte del mercato”. Il tasso, a fronte di un prezzo di emissione a 100, si è quindi allineato a quello offerto dagli altri titoli Unicredit e in particolare al bond UniCredit 6,95% con scadenza ottobre 2022, sempre subordinato, che ai prezzi attuali (106) rende circa il 6,20% a scadenza. I primi scambi sul mercato Otc indicano un prezzo di 100,55.

 

Nike torna a collocare obbligazioni dopo 10 anni di digiuno: è un successo

 

nike

Ma la voglia di obbligazioni corporate in dollari non finisce certo qui. E’ infatti appena sbarcata sul mercato una emissione obbligazionaria, questa volta tutta americana, della Nike. La più famosa catena di calzature sportive del mondo – secondo quanto riferisce Bloomberg – ha collocato un bond da 1 miliardo di dollari suddiviso in due tranches, una decennale e una annuale. Scopo del jumbo bond della Nike è quello di rifinanziare debiti in scadenza, fra cui 100 milioni di dollari di titoli in scadenza al 2015, ma anche quello di sostenere operazioni di buy back sul titolo azionario che saranno approvate dall’assemblea dei soci. Più in dettaglio, sono stati venduti 500 di dollari con scadenza novembre 2023 e cedola del 2.25% pagabile semestralmente (US654106AC78) e 500 milioni di dollari con scadenza novembre 2043 e cedola del 3,625% (US654106AD51). Si tratta ovviamente di rendimenti molto contenuti, rispettivamente 58 punti base e 70 punti base sopra il livello dei Treasuries, ma non bisogna dimenticare che Nike gode di un rating A+ secondo S&P e A1 per Moody’s. Anche in questo caso, si tratta di un vero e proprio successo, con richieste giunte da tutto il mondo per circa 4 miliardi di dollari (taglio minimo 2.000 dolalri), considerato anche che Nike, pur godendo di un elevato standing creditizio, non emetteva più obbligazioni dal lontano 2003.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

Lascia un commento

Your email address will not be published.

sul tema OBBLIGAZIONI

Articolo precedente

Compilazione 730, mod editabile o on line. Ecco come procedere

Articolo seguente

Asta Bot semestrali, tassi al minimo storico 0,50%