In molti attendevano la reazione di Marco Travaglio alla condanna di Berlusconi: il giornalista de Il Fatto è intervenuto nel corso della lunga diretta di La7 per commentare il discorso di Epifani post sentenza. Queste le parole di Epifani: “il Partito Democratico ha atteso la sentenza della corte di Cassazione con un atteggiamento di grande serietà e privo di qualsiasi forma di speculazione politica”. Il segretario precisa che la sentenza non sarò solo rispettata ma, se necessario, anche fatta eseguire dall’opposizione.
Reazione del Pd alla condanna di Berlusconi: solo semolini di fronte ad un evento dalla portata storica
Enrico Mentana ha presentato il discorso del segretario del Pd come un approccio inaspettatamente duro rispetto a quello precedente del gruppo dirigente del partito democratico, decisamente più diplomatico e tentennante. Tanto che il direttore pronostica una risposta immediata e altrettanto dura del Pdl a queste parole. Ma Travaglio lo smentisce in toto consigliando peraltro ad Epifani di approfondire la separazione dei poteri presente in Italia. Il giornalista notoriamente antiberlusconiano descrive questo intervento come il “minimo sindacale che un parlamentare avrebbe potuto dire”. Immagina quindi al posto di Epifani personaggi dal pugno duro come la Merkel o Obama presumendo che sarebbe volate parole molto più pesanti di questo “semolino” (Berlusconi condannato, opposizioni (vere e immaginarie) all’attacco. Grillo: il Cavaliere “è morto”). Per quanto riguarda la promessa di rendere esecutiva la sentenza qualora fosse necessario Travaglio fa una distinzione tra la condanna vera e propria e la pena accessoria: per condurre Silvio Berlusconi agli arresti domiciliari, ovvero per fare eseguire la parte detentiva della condanna, così come avviene per tutte le condanne definitive, è sufficiente infatti l’intervento dei carabinieri. Il Parlamento quindi non può arrogarsi poteri che non ha solo per pavoneggiarsi di fronte agli elettori che ora chiedono atti dimostrativi. Se invece il riferimento è all’interdizione il voto della giunta è pleonastico e non certo rivoluzionario: deve semplicemente prendere atto dell’interdizione quando ci sarà.