Gianni Cuperlo era, fino a poche settimane fa, un volto noto solo al partito, ossia al Pd. Il destino di quest’uomo è però cambiato radicalmente da quando si è saputo che sarebbe stato lui a sfidare Matteo Renzi alle primarie del Pd. Ma chi è Gianni Cuperlo? Cuperlo è di sinistra. Potrebbe sembrare un’affermazione pleonastica ma, in questi tempi, non lo è. Se Matteo Renzi è sostanzialmente un liberale che strizza l’occhio all’elettorato di destra, Cuperlo è un uomo di sinistra puro, nei fatti e nelle parole.
E’ cresciuto con la sinistra giovanile (segretario FGCI nel 1988) e ha rappresentato una guida per gli universitari di sinistra nella seconda metà degli anni Ottanta. Cuperlo è un candidato forte. La percezione della sfida con Renzi è quella di un Davide contro Golia versione Pd. E invece no:
Cuperlo è una candidatura di una certa consistenza. E’ appoggiato, contemporaneamente, dai dalemiani e dai bersaniani. Il tutto è frutto di una carriera politica quasi mai illuminata dalle luci della ribalta ma tesa a costruire relazioni dentro e fuori il partito. Questa rete di contatti determinano una solidità che Renzi non ha, sebbene quest’ultimo sia sostenuto dai media. Cuperlo è amico di Vendola. Vedi il primo paragrafo. Tra i due c’è una affinità in termini di visione politica (come più volte ricordato dal leader di Sel che si dice “conquistato”) ma anche di tipo personale. I due, infatti, hanno percorso un tratto di strada politica assieme. Un tratto breve ma carico di significati: era il 1987, il Pci stava trasformandosi, Cuperlo era alla segretaria della FGCI mentre Vendola era candidato nelle liste del Lazio. Questo rapporto potrà rappresentare un gettone da spendere in previsione di un centrosinistra finalmente unito. Cuperlo è stato il primo a parlare di ricambio generazionale. Il tema del ricambio è associato a Renzi, che ha fatto fortuna anche grazie al termine “rottamazione”.
Renzi ha però solo consumato un piatto già apparecchiato da altri, e questo “altri” è proprio Cuperlo. L’unica differenza è che il richiamo al passaggio di consegne, pur nato quasi in contemporanea con il Partito Democratico, è stato pronunciato con toni educati, pochi inclini alla spettacolarizzazione mediatia che, come Renzi insegna, fa audience.
Cuperlo vs Renzi; tiriamo le somme
Cuperlo è l’anti-Renzi, e non solo dal punto di vista dell’immagine. I media hanno disegnato un terreno di scontro fotogenico, ma non veritiero, basato sulla diversità di linguaggio (il primo è compassato e il secondo è esplosivo) e di approccio. Ebbene, la vera differenza sta nei contenuti. Renzi è meritocratico, un concetto che calza bene a destra quanto a sinistra, Cuperlo invece batte la pista dell’uguaglianza, tema tipicamente di sinistra. Cuperlo viene scambiato per Civati. Una nota ilare. Cuperlo è così sconosciuto, almeno agli occhi della grande opinione pubblica, da essere oscurato persino da Civati. E siccome i due hanno una capigliatura simile, Cuperlo viene spesso scambiato per lui. A rivelarlo è stato il diretto interessato. Altre informazioni, meno curiose ma comunque importanti: è nato nel 1961 a Triste, è laureato al DAMS con il massimo dei voti, il suo relatore è stato il celebre Mario Wolf, che lo ha istruito sull’arte della comunicazione di massa. Particolare, questo, che gli tornerà utile casomai dovesse fare uso intensivo della televisione.